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Garanzia Giovani, il punto sull’attuazione del programma

La Corte dei Conti ha pubblicato una relazione che fa il bilancio sullo strumento a due anni dalla sua attivazione (i dati sono aggiornati al 2016)

di Redazione

Con la raccomandazione n. 120/01 del 22 aprile 2013, l’Unione europea ha previsto un’azione definita “Garanzia giovani”, quale piano che prevede lo stanziamento di fondi, per i paesi i cui tassi di disoccupazione siano superiori al 25 per cento, da investire per attività di formazione, politiche attive di orientamento, sostegno e inserimento nel mondo del lavoro dei giovani disoccupati.

Il programma è stato avviato, in Italia, l'1 maggio 2014 e si rivolge ai 15-29enni, giovani Neet (Not in Education, Employment or Training) residenti, in qualità di cittadini comunitari o stranieri extraUe regolarmente soggiornanti.

Le risorse iniziali destinate dall’Unione Europea sono complessivamente pari a 1,513 miliardi, di cui 567,5 milioni provenienti dal Fondo dell’iniziativa per l’occupazione giovanile (Iog), 567,5 milioni dal Fondo sociale europeo (Fse) e 378 milioni da cofinanziamento nazionale.

Per potenziare il sostegno offerto dallo Iog, sono intervenute ulteriori fonti di finanziamento, tra cui quelle regionali.

In linea con l’obiettivo stimato di coinvolgere circa 560 mila giovani, da raggiungere entro il 2018, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in accordo con le regioni – quali Organismi intermedi (Oi) delegati –, ha predisposto nove misure attuative.

La Corte dei Conti ha pubblicato una relazione per capire a che punto sia l'attuazione del porgramma Garanzia Giovani. «L’indagine», si legge nel rapporto, «secondo quanto indicato nella programmazione approvata con la deliberazione n. 1/2017 di questa Sezione di controllo, ha valutato se, a distanza di due anni dall’inizio del programma (2014), siano stati raggiunti, e in quale misura, gli obiettivi perseguiti, soffermandosi, in particolar modo, sulleperformanceconcrete in termini occupazionali. L’analisi delle modalità di gestione delle risorse finanziarie, assegnate per la realizzazione dei piani regionali, viene rinviata ad una fase successiva, di monitoraggio, da parte di questa Corte».

«Il programma», continua la Corte dei Conti, «prevede la necessità di una registrazione su un portale (nazionale o regionale) e le informazioni, che confluiscono in una piattaforma tecnologica, sono essenziali ai fini del corretto instradamento del giovane verso il percorso più idoneo».

Al netto delle cancellazioni, nel periodo considerato, si sono registrati al programma oltre un milione di giovani (1.057.593); il peso dei Neet che hanno aderito al programma è maggiormente significativo al Sud e Isole rispetto al Centro dove il numero delle adesioni risulta più che dimezzato. Il numero più alto si rileva in Sicilia e in Lombardia. Il 79,43 per cento (840.017) risulta preso in carica dagli operatori dei servizi per il lavoro; di questi, soltanto il 45,27 per cento ha ricevuto un’offerta entro i quattro mesi dalla stessa registrazione. Poco più di un terzo del totale dei giovani ha ottenuto una proposta di attività, sulla base delle risorse disponibili e della spesa massima assegnata a ciascuna misura ammissibile.

«Dall’esame dell’attività posta in essere è emerso che gli interventi sono stati avviati in tutte le regioni, ad esclusione del bonusoccupazionale e del servizio civile nazionale gestiti centralmente. Il maggior indice di capacità di impegno, rispetto alle risorse finanziarie programmate, è relativo al tirocinio extracurriculare, al reinserimento di giovani 15-18enni in percorsi formativi, alla formazione mirata all'inserimento lavorativo e all’accompagnamento al lavoro», spiegano dalla Corte dei Conti.

Su circa 840 mila giovani presi in carico, è stata offerta una misura di politica attiva a circa 380 mila, in maggioranza 19-24enni ed in possesso di titoli di studio di istruzione secondaria superiore. «Il numero più rilevante di offerte è stato osservato in Sicilia, in Lombardia e nel Lazio. Di contro, la Provincia autonoma di Trento, il Molise e la Valle d’Aosta hanno offerto, rispettivamente, misure di politica attiva ad un minore numero di giovani».

Le offerte si sono concentrate principalmente sulla misura del tirocinio extracurriculare, del bonusoccupazionale e della formazione, nella duplice finalità dell’inserimento lavorativo e del reinserimento nei percorsi di Istruzione e formazione professionale (Iefp); la proposta dell’apprendistato nell’ambito della misura dell’accompagnamento al lavoro è, invece, il tipo di intervento che ha avuto più difficoltà di avvio.

Gli occupati, a seguito dell’incentivo bonusoccupazionale, sono stati pari a circa 61 mila giovani e la maggiore occupabilità ha riguardato soprattutto le aziende del settore manifatturiero, seguite da quelle del commercio all’ingrosso e al dettaglio.

Con il Fondo rotativo nazionale – cosiddetto Selfiemployment–, gestito dall’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa s.p.a. (Invitalia s.p.a.), la cui dotazione è pari a oltre 112 milioni, si è inteso finanziare iniziative di auto-impiego e di auto-imprenditorialità che, attraverso il ricorso al credito agevolato, eroga prestiti a tasso zero, per importi da 5 a 50 mila euro.

«Dall’indagine è, altresì, emerso che, su oltre 600 domande di finanziamento presentate, sono state valutate positivamente circa 75 richieste e, di queste, soltanto 15 hanno completato l’iter di costituzione dell’attività di impresa ricevendo il conseguente prestito», aggiunge il rapporto, «Per la realizzazione del progetto Crescere in digitale, invece, sono state impegnate, dall’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal), risorse economiche per oltre 10 milioni, a valere sulle risorse del programma operativo nazionale (Pon Iog) che sono state utilizzate, tra l’altro, per organizzare laboratori territoriali e per offrire tirocini».

L’ulteriore programma Formazione e innovazione per l’occupazione (Fixo), volto al sostegno dello sviluppo dei placementnelle scuole, nelle università e nei centri di formazione professionale (hanno aderito 75 atenei e 650 scuole), ha determinato 186 esiti occupazionali (accompagnamento al lavoro) e ha consentito di attivare 18 tirocini.

«Dall’indagine è emerso che, al 31 dicembre 2016, i giovani che hanno completato un percorso all’interno del programma sono stati pari a 319.050, prevalentemente nella fascia di età 19/24, con diploma di scuola media superiore e con profilingmedio-alto/alto, ripartiti tra uomini e donne in misura quasi omogenea. Sul totale, una percentuale di giovani pari al 42,6 per cento risulta aver ottenuto una occupazione relativamente alla misura offerta per la sola componente del lavoro subordinato», conclude la Corte dei Conti che aggiunge, «in particolare, nelle regioni del Centro il numero degli occupati appare essere scarso, essendo pari al 20,36 per cento, con una differenza di circa 30 punti percentuali rispetto alle regioni del Nord. Il Sud e Isole, invece, mostrano una percentuale occupazionale pari al 29,06».


Il rapporto della Corte dei Conti su Garanzia Giovani è scaricabile in versione integrale in allegato


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