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Fingersi distratti per scoprirsi più attenti

Torna l’artista Diana Tejera con il suo ultimo lavoro “Mi fingo distratta”, un disco introspettivo ma in costante dialogo con ciò che è esterno al proprio sé. «Nato alla fine di un percorso disegnato negli ultimi tre anni in cui avvenimenti di rara gioia e disperazione hanno costellato la mia realtà»

di Lorenzo Maria Alvaro

Dopo sei dischi – di cui uno scritto con la poetessa Patrizia Cavalli, vincitrice del premio Feltrinelli 2017 – una partecipazione al Festival di Sanremo nel 2002 – categoria “Giovani” con i Plastico – e importanti collaborazioni come autrice con artisti come Tiziano Ferro, Chiara Civello e Ana Carolina, Diana Tejera torna con un nuovo album da solista, dal titolo “Mi fingo distratta”, in uscita il 13 aprile.

“Mi fingo distratta“ è un trattato semi-serio sull’amore e i suoi accidenti: come in una piccola enciclopedia sentimentale, Diana Tejera analizza, gioca, rimpiange, rilancia e prende in giro l’amore.

«Questo disco è nato alla fine di un percorso disegnato negli ultimi tre anni in cui avvenimenti di rara gioia e disperazione hanno costellato la mia realtà. Ho scoperto, attraversando il dolore come un ponte immaginario, con una katana fedele compagna a proteggere i miei passi, che l’amore può assumere delle sembianze inimmaginabili quando si offre senza aspettarsi nulla e sembra quasi vitale donarlo», spiega la musicista, «Ho scritto e registrato questo album con la leggerezza necessaria a non farlo diventare un’ossessione, nonostante ne abbia curato ogni minimo dettaglio, ma un’espressione naturale dei miei sentimenti, se anche contrastanti, sempre tesi ad una visione ironica e ottimista della vita, con la disincantata certezza che gli inciampi sono sempre dietro l’angolo».

“Mi fingo distratta” è lo stato mentale di chi suppone un amore naturale e duraturo senza finzione alcuna, consapevole che per preservarlo dall’usura del tempo necessiti di un’attenta distrazione.

«Ci sono stati due incontri fondamentali in questo disco», spiega Tejera, «Il primo è stato quello con Sara De Simone, amica e letterata, con la quale in modo quasi involontario abbiamo iniziato a collaborare alla scrittura di alcuni brani, aprendo le porte a nuove immagini e direzioni; l’altro è stato quello con l’amico e produttore Roberto Romano. Avevo iniziato la produzione del disco da sola con entusiasmo, ma, complice un periodo di cambiamenti radicali, ho corso il rischio di arenarmi. Sentivo l'esigenza di contaminare il mio suono e lì ho trovato la grande sensibilità di Roberto a riannodare con il suo ascolto i fili di un discorso interrotto, apportando nuove sonorità di cui i brani avevano bisogno».

Un disco introspettivo ma in costante dialogo con ciò che è esterno al proprio sé: il mondo interiore con le sue complessità da una parte, dall’altra l’osservazione leggera ma mai distaccata dell’esistenza, dei suoi imprevisti, delle relazioni che giorno per giorno vanno costruite e alimentate.


La presentazione del disco sarà di scena a “Na Cosetta” in Via Ettore Giovenale, 54/A, 00176 Roma RM domenica 11 novembre a partire dalle ore 21


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