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I volti nuovi delle elezioni di Midterm negli Usa

Il maggior numero di donne elette nella storia delle elezioni di Camera e Senato degli Stati Uniti, le prime donne musulmane, le prime native, la donna più giovane a entrare nel Congresso, il primo governatore dichiaratamente gay. Sono le vittorie più significative delle elezioni di metà mandato negli Usa.

di Redazione

Il maggior numero di donne elette nella storia delle elezioni di Camera e Senato degli Stati Uniti, le prime donne musulmane, le prime native, la donna più giovane a entrare nel Congresso, il primo governatore dichiaratamente gay. Sono le vittorie più significative delle elezioni di metà mandato negli Usa. Il Guardian ha raccontato alcune di queste storie che “hanno infranto barriere” che sembravano invalicabili.

Ayanna Pressley (nella foto di cover) è la prima donna nera eletta alla Camera nel Massachusetts in uno Stato composto per l’80% da bianchi. Quando ha vinto le primarie a settembre, aveva detto: «Questi tempi chiedono di più ai nostri leader e al nostro partito, un approccio al governo audace, intransigente e senza paura. Non è sufficiente per vedere i democratici di nuovo al governo, ma è importante che ci siano quei democratici»

A 29 anni, Alexandria Ocasio-Cortez è la donna più giovane mai eletta al Congresso. Fino ad ora la più giovane era Elise Stefanik, entrata nel Congresso nel 2014 all’età di 30 anni. Ex barista, nata nel Bronx come il padre e da madre portoricana, militante nei Democratic Socialists of America (DSA) e organizzatrice della campagna delle primarie del 2016 di Bernie Sanders, a giugno Ocasio-Cortez aveva letteralmente sbaragliato l'avversario, Joseph Crowley, sempre eletto in questo stesso distretto dal 2013, dato ampiamente favorito e già proiettato a occupare il posto di speaker della Camera del Congresso degli Stati Uniti.

Rashida Tlaib, una delle due donne musulmane elette la scorsa notte, è la prima donna palestinese-americana a entrare nel Congresso. Candidata in un distretto democratico in Michigan, Tlaib ha impostato la sua campagna congressuale sull’assistenza sanitaria per tutti, sull’introduzione di un salario minimo di 15 dollari e l’abolizione dell’Ice, l’agenzia federale che controlla l’immigrazione negli Usa.

Ex rifugiata, Ilhan Omar è la prima somala-americana del Congresso. È fuggita dalla guerra civile in Somalia, ha vissuto 4 anni nel campo rifugiati di Dadaab, in Kenia. Oggi è la prima americana di origine somala e una delle prime due deputate musulmane a entrare al Congresso americano. Nel 2016 era stata eletta alla Camera statale del Minnesota, Omar è stata definita da Intercept “il peggior incubo di Donald Trump perché rappresenta tutto quello che il presidente detesta: l’Islam, i rifugiati, i neri, l’Africa, le donne e i progressisti”. Nella sua campagna elettorale ha proposto un programma fortemente progressista: l’eliminazione delle rette universitarie per tutte le famiglie che guadagnano meno di 125 mila dollari l’anno, la riforma del sistema di giustizia criminale e la creazione di un sistema d’immigrazione più equo.

In Colorado Jared Polis è diventato il primo governatore di uno Stato americano dichiaratamente gay. Nel suo programma elettorale: l’abrogazione della pena di morte, scuola materna per tutti e leggi più dure sulle armi.

Sharice Davids è la prima donna nativa americana eletta nel Congresso e la prima deputata lebsbica del Kansas. Cresciuta da una madre single veterana dell’esercito, Davids ha battuto il deputato repubblicano Kevin Yoder, eletto in questo seggio dal 2011. Fa parte della tribù Ho-Chunk del Wisconsin.

Deb Haaland è l’altra nativa americana a entrare nel Congresso. Eletta in New Mexico, Haaland appartiene alla tribù Laguna Pueblo ed è un’attivista di lunga data dei Democratici. Proponeva un salario minimo di 15 dollari, l’assistenza sanitaria per tutti e l’impeachment di Trump.

Eletta per i Repubblicani, Marsha Blackburn è la prima donna a vincere in Tennessee, nonostante i colleghi del suo stesso partito l’avessero scoraggiata dal candidarsi. Blackburn aveva definito “maiali sessisti” chiunque pensasse che lei non potesse vincere. In campagna elettorale, la neo-senatrice ha detto che il suo avversario, l’ex governatore democratico Phil Bredesen, aveva fallito nel gestire l’aumento di casi di molestie sessuali sul lavoro.


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