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“Ninna Ho”, dieci anni contro contro l’abbandono neonatale

Il progetto nazionale nato nel 2008 da un'idea di Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e del Network KPMG in Italia ha distribuito 1 milione tra leaflet in 6 lingue diverse e pieghevoli sui diritti dei bambini

di Redazione

Ninna ho raggiunge l’importante traguardo dei 10 anni. Il primo progetto nazionale contro l’abbandono neonatale nasce nel 2008 da un’idea dalla Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e del Network KPMG in Italia. Ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Salute, della Società Italiana di Neonatologia (SIN) e della Società Italiana di Pediatria (SIP).

La mission del progetto è quella di diffonderela vigente Normativa italiana (DPR 396/2000) che consente alle future mamme italiane o straniere in grave difficoltà, di poter partorire in anonimato e sicurezza, per la propria salute e per quella del nascituro, presso tutte le strutture ospedaliere pubbliche.

Inoltre, attraverso l’installazione di culle termiche posizionate in un luogo facilmente raggiungibile e defilato di alcuni ospedali, Ninna ho intende offrire un’alternativa alle madri che, per gravi motivi, arrivano alla dolorosa decisione di separarsi dal proprio bambino. In tal senso le culle rappresentano un aiuto e una speranza per scongiurare gesti disperati, come l’abbandono per strada o nei cassonetti.

10 anni di sensibilizzazione
Dal 2008 ad oggi è stata tanta l’azione di sensibilizzazione sul diritto al parto in anonimato 
sull’ospedale come “luogo amico” delledonne, attraverso la distribuzione di materiale informativo dedicato sia al pubblicoche al gruppo target, cioè le madri potenzialmente indifficoltà (consultori, ospedali, Asl, farmacie etc.). Ma anche attraverso la partecipazione a convegniecongressidelle più importanti Società Scientifiche Italiane, che sostengono da sempre il progetto.

Osservatorio Nazionale Sin: il 37% delle donne che non riconoscono il loro bambino dopo il parto sono italiane
Nel 2015 , grazie alla SIN, è stata realizzata un’indagine conoscitiva nazionale sullarealtà dell’abbandono neonatale,alla quale hanno partecipato 70 punti nascita. E i numeri parlano chiaro: circa 1 bambino su 1.000 non viene riconosciuto. Il 37,5%delledonnechenon riconoscono al parto il loro bambinosonoitaliane. Nel 48,2%dei casi hanno un’età compresa tra i 18e i 30 anni.

I dati della Campagna Informativa
In un decennio sono stati distribuiti 1 milione traleafletin6 lingue diverse (italiano, inglese, francese, spagnolo, russo, cinese) e pieghevoli sui diritti dei bambini, che raccontano il progetto in occasione della Campagnadisensibilizzazione In Farmacia per i bambini. Inoltre, sono state realizzate Campagne di sensibilizzazione sui mezzi pubblici, spot-radio e free-presse in 30 Centri commerciali di diverse città d’Italia, grazie alla collaborazione con Clear Channel.

I 7 ospedali che hanno aderito al network ninna ho
Le culle Ninna ho sono state donate al Policlinico Federico II diNapoli, all’Ospedale delPontediVarese, all’Azienda Ospedaliero-Universitaria diParma, all’Azienda Ospedaliera diPadovaeall’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi diFirenze. Mentre, la Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico diMilanoe il Policlinico Casilino diRoma, aderiscono al Networkdegli ospedali ninna ho perCampagna Informativa, in quanto già dotati della propria culla termica.

In 10 anni sono stati 6 i bambini affidati alle culle termiche ninna ho, su un totale di 26 casi di abbandoni neonatali saliti alla cronaca.

Tutti possiamo diffondere il messaggio di Ninna ho e diventare ambasciatori del progetto.