Famiglia & Minori

Il 59% dei minori non accompagnati a rischio con il decreto sicurezza

Moltissimi ragazzi stanno per compiere 18 anni e a quel punto, se non avessero una protezione internazionale, dovrebbero interrompere il percorso di integrazione che hanno avviato. Le richieste della Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, audita in Commissione alla Camera

di Redazione

«Estendere i permessi per ‘casi speciali’ ai minori stranieri non accompagnati che, divenuti maggiorenni, non abbiano altra forma di protezione»: lo ha chiesto l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, audita questa mattina dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera sul “decreto Sicurezza”. Se questa richiesta non fosse accolta in sede di conversione in legge del decreto, molti minori non accompagnati sarebbero a rischio: degli oltre 12mila minori non accompagnati presenti sul territorio nazionale, il 58,9% sta per diventare maggiorenne. In quanto minori hanno diritto a una tutela, ma qualora ricevessero il diniego di protezione internazionale, al compimento del 18esimo anno rischierebbero di non aver alcun titolo per restare legalmente in Italia, interrompendo così il percorso di integrazione avviato. «Ho ascoltato i tutori volontari, fra cui quelli di Palermo, che sono preoccupati per il futuro dei ragazzi. Sono cittadini che si sono resi disponibili a essere micro-garanti di questi minorenni, si sono formati e hanno creato una relazione con questi giovani. Ora chiedono che il percorso non si interrompa», ha spiegato Albano.

La Garante ha chiesto, inoltre, che si velocizzi il rilascio del permesso di soggiorno per minore età: «sarebbe bene che fosse rilasciato all’istante per il solo fatto di essere minorenni, come peraltro già previsto dalla legge 47/2017». Sollecitate anche la rapida adozione dei decreti attuativi della legge 47/2017, uno dei quali proprio in materia di accertamento dell’età, e l’applicazione delle circolari del Ministero dell’Interno riguardo il rilascio del permesso per minore età senza produzione di documenti di identità.

L’Autorità ha chiesto di escludere espressamente i minori non accompagnati divenuti maggiorenni e le famiglie con almeno un figlio minorenne dalle norme in materia di trattenimento al fine di determinare l’identità e la cittadinanza, che non appaiono in linea con i principi della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di cui proprio domani si festeggia il 29° anniversario.

Positiva invece, secondo l’Autorità, la modifica introdotta al Senato che consente ai minorenni richiedenti asilo – a differenza di tutti gli altri richiedenti asilo – di restare negli Sprar una volta divenuti maggiorenni fino alla definizione della domanda di protezione internazionale. La previsione però non è sufficiente perché non ricomprende ad esempio il caso di chi riceverà il diniego della richiesta di protezione internazionale a 19 anni, quando sarà troppo grande per richiedere la conversione del permesso di soggiorno per minore età. «Mi auguro che queste proposte vengano accolte», conclude Filomena Albano, poiché «bisogna ricordare che non si diventa adulti all’istante, l’autonomia si acquisisce progressivamente e i ragazzi vanno accompagnati nel percorso per divenire adulti. Specie se sono in Italia soli».

Foto progetto Ragazzi Harraga del Ciai


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