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Così l’arte fa comunità

A Venezia si incontrano i responsabili servizi educativi di musei e istituzioni culturali. Si parlerà in particolare dell’esperienza di Palermo che quest’anno con Manifesta ha collaudato modelli molto innovativi di coinvolgimento del pubblico più giovane

di Redazione

“Un Sacco di Palermo” può voler dire tante cose, anche di segno opposto. Il segno positivo è quello che esprime un affetto per la città, così da volerla vivere in abbondanza. Quello negativo è che il sacco può stare per saccheggio, quindi per offesa di questa stessa realtà che si vorrebbe vivere a grandi dosi. “Un Sacco di Palermo” è il nome che è stato dato ad un kit pedagogico per aiutare insegnanti ed educatori a introdurre nei programmi curriculari della scuola primaria e secondaria il delicato tema della speculazione urbana che ha investito Palermo negli ultimi decenni. Il kit è stato ispirato da una ricerca redatta da ricercatori dell’Università di Palermo, da attivisti locali e dagli artisti e collaboratori di Manifesta 12, il grande appuntamento nomade dell’arte europea che quest’anno ha fatto tappa proprio nel capoluogo siciliano.

Manifesta a Palermo ha investito molto su percorsi educativi e di avvicinamento del pubblico normale all’arte contemporanea, come dimostra l’esperienza di “Un Sacco a Palermo”. Basta scorrere la sezione del sito dedicata ai programmi Education per verificare la ricchezza dei percorsi e delle proposte. È proprio di questo che si parlerà al Teatrino di Palazzo Grassi a Venezia, in occasione dell’annuale appuntamento ribattezzato Grand Tour dedicato alla scoperta dei servizi educativi proposti dai musei di tutta Europa. Grand Tour si propone infatti come un momento di formazione e crescita che, attraverso la riflessione comune e la condivisione di pratiche sul campo, pone in dialogo musei e istituzioni culturali di tutta Europa con l’obiettivo di trasformare la visita in museo e l’incontro con l’arte contemporanea in un’esperienza ricca di valore. il team dell’Education Club di Manifesta 12, Yana Klichuk, Rossella Pizzuto, Marie-Sophie Kammler, e i Servizi educativi di Palazzo Grassi incontrano nel foyer del Teatrino di Palazzo Grassi i rappresentanti della didattica di altre istituzioni e operatori museali, invitati a partecipare a una riflessione condivisa intorno al tema: “che spazio di manovra hanno i pubblici che coinvolgiamo nei nostri progetti di comunità?”.

Domenica invece va di scena il Workshop: “Venice Herbal – Erbario Veneziano” guida dell’artista Malin Franzén, tra le protagoniste dell’edizione palermitana di Manifesta con il progetto “Palermo Herbal” allestito presso l’Orto Botanico dell’Università cittadina.

Si è trattato di un progetto affascinante, che ha riproposto un metodo particolare per colorare le piante pressate e stamparle direttamente su carta, un procedimento noto come stampa naturale. Messo a punto da un botanico siciliano Paolo Boccone (1633–1704) In Palermo Herbal, Malin Franzén accosta il metodo di stampa naturale di Boccone ai moderni sistemi di visualizzazione scientifica, per rappresentare piante capaci di convivere con sostanze tossiche, come le canne o piante trovate presso l’estuario del fiume Oreto e nel parco abbandonato di Acqua dei Corsari di Palermo. A Venezia Malin Franzén condurrà un laboratorio per bambini dai 5 anni in su. Diventeranno esploratori botanici, con la missione di mappare le piante che crescono spontanee a Venezia. Attraverso quella tecnica utilizzata da Paolo Boccone nel 1600, i piccoli partecipanti potranno sperimentare la tecnica di stampa naturale e imprimere i propri ritrovamenti.


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