Attivismo civico & Terzo settore

Il Piano nazionale per la sicurezza? Solo il 6% dei volontari in Servizio Civile potrebbe partecipare

Il premier Conte ha annunciato di voler coinvolgere i giovani in una grande operazione di sensibilizzazione sui rischi idrogeologici. Dal Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile però fanno sapere: «Solo 3mila dei 50mila volontari sono impegnati sull'ambito della Protezione Civile e dell'Ambiente»

di Redazione

Davanti ai delegati di 55 paesi che hanno partecipato il 22 novembre a Roma al Forum europeo per la riduzione dei rischi, il premier Conte ha annunciato un “Piano nazionale per la sicurezza” contro i rischi idrogeologici, al quale l’esecutivo gialloverde sta lavorando.

Serve dunque un piano che consenta di passare «un approccio emergenziale ad uno strutturale» nel contrasto al dissesto idrogeologico, con «vari livelli d’intervento che coinvolgano gli enti locali, il governo e la Protezione Civile». Al Piano sta già lavorando un Tavolo a palazzo Chigi, sulla base di tre linee d’intervento.

Una delle quali prevede il coinvolgimento di migliaia di giovani del servizio civile per diffondere tra i cittadini la cultura di protezione civile. Come funzionerà il progetto lo spiega Giovanni Bastianini, presidente della Consulta nazionale del servizio civile. «Comuni, consorzi, associazioni di volontariato potranno disporre di “comunicatori” di protezione civile, formati attraverso percorsi specifici, cui spetterà il compito di diffondere tra i cittadini la cultura della prevenzione e di tirare fuori dagli armadi i piani di protezione civile comunali, per farli conoscere ai cittadini e trasformarli in una cosa viva».

«Ricordiamo che attualmente dei quasi 50mila volontari impegnati in progetti di servizio civile, poco meno del 6%, cioè circa 3mila giovani, riguardano l'ambito della Protezione Civile e dell'Ambiente», hanno sottolineato dal Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile, «Le altre proposte riguardano la creazione di una struttura che farà capo al ministero dell’Ambiente e che avrà il compito di gestire i fondi a disposizione, e il coinvolgimento del Miur e della stessa Protezione Civile, affinché nelle scuole parta un vero e proprio “piano di educazione” alla cultura del rischio».

Andando infatti a guardare la ripartizione per settori d’impiego dei volontari avviati si evince che dei 32.886 volontari avviati in Italia, più della metà (il 56,61%) è stato inserito nei progetti collocati nell’ambito dell’Assistenza; seguono a notevole distanza l’Educazione e Promozione Culturale con il 26,74% e il Patrimonio Artistico Culturale con l’11,81%. I settori dell’Ambiente e della Protezione Civile, rispettando la tradizione, non arrivano al 3%.


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