Cooperazione & Relazioni internazionali

Cardinal Bassetti: «Serve un’Europa sussidiaria, che sia unione di popoli e di destini»

Si tiene oggi a Roma il convegno “La nostra Europa”, organizzato da Acli, Azione Cattolica, Comunità di Sant’Egidio, Cisl, Confcooperative, Fuci e Istituto Sturzo.In apertura, arriva un forte richiamo alla responsabilità di tutti da parte del Presidente della CEI, il Card. Gualtiero Bassetti

di Marco Dotti

L’Italia? «Ha un bisogno forte dell’Europa e l’Europa ha una necessità vitale dell’Italia». Lo ha ribatito il cardinal Gualtiero Bassetti, in apertura del convegno "La nostra Europa", organizzato a Roma da Acli, Azione Cattolica, Comunità di Sant’Egidio, Cisl, Confcooperative, Fuci e Istituto Sturzo.

Nessuno, ha spiegato il presidente della Conferenza episcopale italiana, potrebbe trarre profitto da un ipotetico distacco. Un distacco «che, tra l’altro da un punto di vista storico, geografico, spirituale e culturale non ha alcuna ragion d’essere. Si può ovviamente discutere sulle modalità politiche di stare assieme – ha aggiunto il porporato – ma l’Europa e l’Italia hanno un cammino comune millenario che preesiste al processo di unità politica degli ultimi decenni».

È assolutamente necessario rilanciare un progetto europeo in cui l’Italia possa svolgere un ruolo da attore protagonista. Ma che cosa significa "rilanciare?": Fuor di retorica, spiega il Cardinale, «rilanciare significa anche rivedere, migliorare, riformare: non distruggere». Alcide De Gasperi nel 1954, insegnava d'altronde proprio questo: «i popoli che si uniscono, spogliandosi delle scorie egoistiche della loro crescita, devono elevarsi anche a un più fecondo senso di giustizia verso i deboli e i perseguitati».

Oggi, però, il rischio è che la xenofobia diventi un criterio di orientamento per persone sempre più disorientate. Serve dunque, prosegue il Cardinal Bassetti, un’azione coordinata a livello internazionale. Ed è qui che l'Europa si rivela cruciale: « se vincono i singoli egoismi nazionali non c’è Europa che tenga». Ci sono solo muri. E i muri sono «da un lato il triste epilogo di chi non sa dare una risposta e quindi preferisce chiudere gli occhi; e dall’altro lato, è un tragico avvertimento per quello che potrebbe accadere in futuro». “

Ciò che serve non è meno Europa, ma al contrario più Europa. Quale Europa? Un'Europa fondata sulla carità e la solidarietà, non sul conflitto. «Un'Europa sussidiaria e solidale, attenta ai bisogni dei cittadini e rispettosa delle culture, delle fedi e delle identità. Un’Europa autenticamente politica e non solo economica».


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