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L’Happening di Catania? Il sud è un modello perché genera là dove mancano risorse e opportunità

L’11 e il 12 dicembre a Catania si terrà l'evento organizzato dal Consorzio Sol.Co. Un confronto sull’influenza che il Terzo Settore può e deve esercitare nell’elaborazione e gestione delle politiche pubbliche e nel mondo produttivo. «Il modello di sostenibilità economica finanziaria deve essere il medesimo del for profit. È così che l'economia sociale diventerà adulta» sottolinea Leo Cisotta, presidente di ItaliaCamp, tra i relatori della kermesse. L’intervista

di Lorenzo Maria Alvaro

Torna l’Happening della Solidarietà, l’evento di maggior prestigio nel meridione d’Italia sui temi del Welfare e del Terzo Settore promosso e organizzato dal Consorzio Sol.Co. Rete d’Imprese Sociali Siciliane. Scenario della XIX edizione torna ad essere Catania dove l’11 e il 12 dicembre cooperatori, imprenditori, amministratori, rappresentanti delle organizzazioni e cittadini si confronteranno su “Generazioni d’Impatto, ridisegnare il welfare per le comunità”, tema scelto per analizzare l’influenza che il Terzo Settore – ridisegnato dalla recente riforma – può e deve esercitare nell’elaborazione e gestione delle politiche pubbliche e nel mondo produttivo, riacquisendo la sua triplice veste che abbraccia il ruolo dei tanti volontari che investono il proprio tempo a beneficio degli altri, la rinnovata identità imprenditoriale ma anche il cantiere culturale che esso rappresenta. (Clicca qui per il programma della due giorni). La linea continua che attraverserà questa edizione è proprio l’impatto dirompente che l’investimento di “cittadini impegnati” determina nel benessere collettivo, la propensione di un sistema – non più terzo – ad essere avanguardia sociale ed economica. Ne abbiamo parlato con Leo Cisotta, presidente di ItaliaCamp, che parteciperà all’evento l’11 novembre nel panel “Ridisignare il Welfare”.


Innovazione e Inclusione, cosa significano in concreto oggi nel 2018? Come si realizzano?
L’abbinamento della tecnologia con la solidarietà è un tema di grande riflessione oggi. Spesso ad uno sguardo superficiale si può pensare che la tecnologia non sia conciliabile con un principio di solidarietà. È invece una questione di approccio. La tecnologia, in tantissimi casi, ha permesso l’inclusione, specie per grandi masse di persone che prima della rivoluzione digitale erano isolate. Naturalmente gli strumenti non bastano, ma danno certamente strade nuove per risolvere i gap che ci sono tra le persone nella società. Come per ogni strumento tutto dipende da come viene usato.

Quale il contributo di ItaliaCamp per coinvolgere realtà non profit in progetti d'innovazione?
Lavoriamo su diversi progetti di inclusione. L’ultimo su cui stiamo lavorando in queste settimane si chiama Fast Accademy. Un bando in collaborazione con Fondazione per il Sud a Brindisi per la riqualificazione della ex Cittadella della Ricerca, plesso abbandonato da 20 anni, che verrà convertito in un hub di innovazione rivolto ai ragazzi. Un progetto che abbiamo realizzato in collaborazione con una delle scuole più innovative d’Italia, l’Istituto Maiorana. Un impegno per noi davvero importante per due motivi: si realizza al sud e coinvolge i giovani dai 14 ai 25 anni che sono il nostro futuro. Ma citerei anche il progetto Steam a Milano, sempre nel campo della formazione. Stiamo cercando di sperimentare, insieme allLUISS Hub for makers and students, una nuova metodologia innovativa di insegnamento.

Nel cambio di paradigma dell'azione pubblico/privata che vede sempre più occasioni di co-programmazione eco-progettazione come le realtà del non profit, specie le cooperative sociali, devono attrezzarsi ai cambiamenti del mercato?
Questo è un tema che ci tiene incollati alla scrivania. È un tema su cui la Riforma del Terzo Settore ha aperto nuove opportunità. Dobbiamo cominciare a considerarci come un vero e proprio settore economico del Paese. Il Terzo settore che immaginiamo non ha più questa suddivisione classica tra profit e non profit. Questa è solo una definizione del modello economico che si applica. Ma al di là dell’aspetto del lucro il modello di sostenibilità economica finanziaria deve essere il medesimo. Tutti i progetti devono rispondere a logiche di sostenibilità Per farlo bisogna investire nella valutazione dell’impatto sia economico che sociale.

Il futuro è solo "dei grandi" o le piccole organizzazioni o imprese a vocazione sociale possono "sopravvivere"?
Penso che ci sia ampio spazio anche per le piccole realtà. Il tema della sostenibilità non dipende dalla dimensione ma dalla professionalità e la tecnologia di cui parlavamo prima è accessibile a tutti. Con un software oggi si fanno cose incredibili. Basta una risorsa che sappia usare quello strumento, non servono più schiere di contabili. I piccoli in particolare saranno sempre più realtà di frontiera, dove si farà avanguardia e sperimentazione.

Cosa succede se il cambiamento lo guardiamo da sud?
Sono nato al sud, poi l’ho lasciato e oggi cerco di tornarci. Tutto ciò che succede al sud è importante da monitorare. Non deve stupire che un evento importante come l’Happening si svolga a Catania. Il sud è sempre stato legato a doppio filo ai temi della solidarietà. Senza solidarietà non c’è sud. Una solidarietà che certamente è di natura famigliare e umana. Ma è anche un modello di generatività anche laddove mancano lavoro, opportunità e risorse. Non è un caso che è al sud che nasce la dieta Mediterranea. Dalla povertà è nato il benessere. Poi rimangono i grandi problemi che conosciamo, in particolare la fuga dei giovani che studiano.


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