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E se il reddito di cittadinanza si mangiasse i fondi per il servizio civile?

Non è una boutade, ma il rischio emerso a Torino in occasione di un convegno promosso da Arci Servizio Civile Piemonte. L'assessore regionale alle Politiche Sociali Augusto Ferrari: "Il pericolo c'è, la maggioranza ha un bisogno impellente di drenare risorse". Il sottosegretario Spadafora? "Finora si è sempre sottratto al confronto", denunciano gli enti

di Redazione

E se il reddito di cittadinanza si “mangiasse” il servizio civile? Non è una boutade, ma la forte preoccupazione emersa ieri in occasione di un incontro intitolato “Servizio civile universale, ci state dentro?” promosso da Arci Servizio Civile Piemonte presso il campus Einaudi dell’università di Torino. I numeri parlano chiaro: la legge di Bilancio prevede uno stanziamento di 148 milioni di euro che consentirebbero l’avvio di poco più di 20 mila volontari, meno della metà rispetto agli oltre 53mila avviati con il budget 2018 pari a 300milioni di euro.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora sino ad oggi si è impegnato a trovare nuove risorse, senza però quantificarle e nemmeno indicare i temi e soprattutto a quali fondi pensa di attingere. Nel frattempo, come ha sottolineato il presidente della Cnesc (la Conferenza degli enti di servizio civile) Licio Palazzini “in questi mesi il sottosegretario si è di fatto sottratto al confronto sia con le rappresentanze degli enti, sia con quelle dei volontari”, questo malgrado le reiterate sollecitazioni.

In questi mesi il sottosegretario Vincenzo Spadafora si è di fatto sottratto al confronto sia con le rappresentanze degli enti, sia con quelle dei volontari

Licio Palazzini, presidente Cnesc

Quella che sino ad oggi era mancata, era la voce degli enti locali che fra l’altro assorbono circa il 40% delle risorse destinate al servizio civile. Una’assenza che proprio a Torino hanno colmato gli assessori regionali Monica Cerutti (Politiche giovanili) e soprattutto Augusto Ferrari (Politiche Sociali). Quest’ultimo, presente ai tavoli della conferenza Stato-Regioni in cui si è parlato di servizio civile, non ha nascosto il rischio che “la necessità sempre più pressante per il governo di reperire risorse per il reddito di cittadinanza possa spingere Cinque Stelle e Lega a farlo a scapito anche del fondo per il servizio civile”. “Se così fosse sarebbe grave”, ha subito chiosato Ferrari, “perché il servizio civile è un motore straordinario di attivazione e responsabilizzazione dei giovani, mentre il reddito di cittadinanza rischia di essere una misura prettamente assistenziale, esattamente il contrario del servizio civile”. Un rischio, quello della cannibalizzazione dell’istituto che proprio in questi mesi dovrebbe vivere la sua transizione verso l’universalità così come previsto dalla riforma del Terzo settore (che si fonda sul principio che tutti i ragazzi fra i 18 e i 28 anni che ne facciano richiesta, circa 110mila nell’ultimo anno, debbano avere la possibilità di vivere questa esperienza), che lo stesso Palazzini considera reale: “Mettere in concorrenza i 780 euro del reddito di cittadinanza con i 433 euro al mese del servizio civile sarebbe un’operazione pericolosissima. Mi auguro che il Governo non pensi a percorrere questa strada”. Certo è che il silenzio di Spadafora non aiuta a sgombrare il campo da supposizioni e timori.

Il tema delle risorse non ci deve nascondere un altro aspetto fondamentale del nuovo servizio civile universale: quello della programmazione triennale

Lorenzo Siviero, presidente Arci Servizio Civile Piemonte

“Il tema delle risorse” ha concluso il presidente di Arci Servizio Civile Piemonte, Lorenzo Siviero, “non ci deve nascondere un altro aspetto fondamentale del nuovo servizio civile universale: quello della programmazione triennale”. Purtroppo però anche su questo fronte la gestione Spadafora e dell’ufficio nazionale guidato da Valeria Vaccaro, una fedelissima dell’ex numero uno di Unicef Italia, non hanno ancora trovato il tempo per convocare un tavolo su quel tema. Il risultato? Tutto fa pensare che nei fatti l’avvio del nuovo servizio civile universale rimarrà nel congelatore anche nel 2019.


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