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Berlino, la fondazione che contribuisce allo sviluppo della città

Nel quartiere di Pfefferberg, importante centro culturale e sociale, nasce la fondazione Pfefferwerk, che ha contribuito alla rigenerazione dell'area. Realizza e finanzia progetti per aiutare persone svantaggiate a entrare nel mercato del lavoro, in tutti i quartieri di Berlino.L'esperienza della fondazione è stata selezionata dal Comitato economico e sociale europeo come storia di impresa sociale innovativa e di successo a livello europeo

di Cristina Barbetta

Nato nel 1841 come area industriale legata a un birrificio, il quartiere di Pfefferberg si è trasformato, dopo la caduta del Muro, in un importante centro culturale e sociale nell’ex Berlino est, a Prenzlauer Berg, cuore della città. Attrae visitatori da tutta la città e dall’estero. Nell’area, che copre una superficie di 13.500 m2, trovano spazio gallerie d’arte, musei, un teatro, concerti di musicisti provenienti da tutto il mondo, un centro di architettura con studenti internazionali, una scuola… A Pfefferberg si fa formazione professionale per persone svantaggiate, educazione, ricerca… Accanto al birrificio sorgono 24 edifici, la maggioranza dei quali sono monumenti storici che risalgono al 19esimo secolo e sono stati oggetto di un grande lavoro di ricostruzione, ora completato: sono stati ristrutturati 20.000 m2.

Pfefferberg è un esempio importante di arte industriale e fa parte della European Route of Industrial Heritage (Itinerario europeo del patrimonio industriale), una rete che riunisce i più importanti siti di archeologia industriale in Europa.

Nell’area è nata la Stiftung Pfefferwerk, una fondazione non profit indipendente istituita nel 1999 che, come spiega Margitta Haertel, direttore del consiglio di amministrazione, «ha lo scopo di contribuire alla diversità, alle pari opportunità e allo sviluppo locale della città tedesca promuovendo la coesione sociale, specialmente nelle zone svantaggiate della città».

Grazie a un investimento iniziale del Senato di Berlino di 1,5 milioni di euro, la fondazione ha comprato il patrimonio immobiliare dell’ex area del birrificio, diventando così proprietaria del quartiere di Pfefferberg. Quest’ultimo nel 1990 era al 50% di proprietà del Senato di Berlino e al restante 50% di proprietà della Repubblica Democratica Tedesca. Il Senato ha ceduto la proprietà alla fondazione a determinate condizioni.

«Dal momento che gli stabili versavano in condizioni molto disagiate alla fine del Novecento, uno degli obblighi previsti dall’atto di acquisto della proprietà immobiliare da parte della fondazione era di fare lavori di ricostruzione nell’area e successivamente di utilizzarla per attività sociali e culturali», spiega Margitta Haertel.
Per realizzare i lavori di ristrutturazione dell’area, iniziati nel 2000, Stiftung Pfefferwerk (Fondazione Pfefferwerk) ha stipulato un contratto di leasing con una società privata.

La fondazione lavora in parte a Pfefferberg, dove realizza piccoli progetti, come conferenze, meeting, concerti, workshop di teatro con persone svantaggiate, ma soprattutto in tutti i quartieri di Berlino, in particolar modo quelli disagiati, dove dà supporto finanziario a progetti, che aiutano migranti, rifugiati, persone con disabilità, giovani, persone svantaggiate in generale, a entrare nel mercato del lavoro.

Lo scopo principale della fondazione è infatti aiutare persone svantaggiate a entrare nel mercato di lavoro e fare progetti che creino nuovi posti di lavoro.

«Tra i progetti che supportiamo, che mirano a fare entrare le persone nel mercato del lavoro, ci sono workshop nelle scuole dove giovani svantaggiati imparano attività di tipo tecnico. Al momento supportiamo rifugiati e migranti, che imparano il tedesco e l'arabo. Cerchiamo anche di dare il nostro sostegno a progetti in cui si insegna ai migranti la matematica e l'uso del computer. Diamo finaziamenti per iniziative di urban gardening (giardinaggio urbano) con rifugiati e persone con disabilità, per fare loro acquisire capacità e competenze. Infine diamo il nostro sostegno a iniziative che creano kindergarden, al di fuori dell'offerta dello Stato».

«La nostra fondazione, a differenza delle altre, non ha denaro in banca. Siamo proprietari dell’area di Pfefferberg e le nostre risorse sono rappresentate dalle entrate che otteniamo dagli utenti che la frequentano. E dal momento che molte persone vanno a Pfefferberg, vengono stipulati molti contratti. La maggior parte delle nostre entrate vengono utilizzate per finanziare altri progetti a Berlino. Quest’anno per esempio abbiamo supportato più di 60 progetti, lo scorso anno 71. L’ammontare totale che diamo a questi progetti è di 240.000 euro. Ciascun progetto può ottenere fino a un massimo di 6.000 euro all’anno», spiega Margitta Haertel.

L’idea iniziale per l’area era di creare un centro per attività culturali e sociali indipendente dalla fondazione, la quale supporta le varie attività (socio-culturali, artistiche, di formazione…) ma non le organizza personalmente. Tra le attività presenti a Pfefferberg : un centro di architettura che organizza workshop per studenti di tutto il mondo ; formazione professionale per giovani, un centro internazionale di ricerca, e una scuola per donne provenienti da un contesto migratorio, che fanno formazione per diventare educatrici.

L'esperienza di Pfefferwerk Stiftung è stata selezionata dal Comitato economico e sociale europeo, voce della società civile organizzata in Europa, come storia di impresa sociale innovativa e di successo a livello europeo durante la terza giornata europea delle imprese sociali organizzata nella sede dell’istituzione europea Bruxelles.

«L’idea di usare una proprietà per istituire una fondazione e concedere finanziamenti è applicabile per molti scopi è trasferibile in altri luoghi», spiega Margitta Haertel. «Credo che in questo risieda l’innovatività e il successo del nostro progetto- il senato di Berlino ha investito inizialmente 1.5 milioni di euro e noi abbiamo speso 2 milioni di euro per altri progetti».

«Ciò che ci rende così innovativi è anche il fatto che Pfefferberg sia frequentato da persone che provengono da ambienti diversi: persone svantaggiate che lavorano nell’area, studenti stranieri, artisti molto famosi e meno famosi, persone di tutti i livelli e i background. Inoltre è un quartiere bello e interessante, dove si va per lavoro e per piacere, e un punto di ritrovo con una una grande offerta culturale e servizi, come un ostello per la gioventù, ristoranti, bar, una piccola birreria..»

«L’area è cambiata moltissimo dopo i lavori di restauro e i progetti che hanno sede a Pfefferberg e quelli che supportiamo nelle zone svantaggiate di Berlino contribuiscono allo sviluppo locale della città».

Foto di apertura: fabbrica della birra a Pfefferberg. Autore: Heinzi. Fonte: Wikimedia Commons

Tutte le altre foto sono di Stiftung Pfefferwerk.


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