Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Comitato editoriale

La riabilitazione dei bambini con la realtà virtuale funziona

Domani la Fondazione don Gnocchi presenterà i primi risultati del suo Computer Assisted REhabilitation Lab: 90 bambini hanno visto miglioramenti nelle scale di valutazione. La piattaforma software che governa il CARE LAb è stata certificata con marchio CE, cosa che apre alla possibilità di utilizzo non solo in altri Centri della Don Gnocchi ma anche in altre realtà. Il prossimo step? Portare la riabilitazione tecnologicamente assistita a domicilio, tramite smart object

di Sara De Carli

Novanta bambini con patologie differenti nell’ultimo anno e mezzo hanno fatto alla Fondazione Don Carlo Gnocchi una riabilitazione tecnologicamente assistita: per dirla con parole semplici, la loro terapia riabilitativa l’hanno fatta giocando immersi in una realtà virtuale pensata apposta per loro. «Si tratta di bambini con emiparesi, disturbi dell’apprendimento, deficit di attenzione…

In comune avevano una necessità di riabilitazione o di tipo motoria, in particolare per l’arto superiore, o di tipo cognitivo: la nostra piattaforma è pensata per entrambe le cose», spiega la dottoressa Ivana Olivieri, responsabile della U.O. di Neuropsichiatria Infantile e riabilitazione dell’età evolutiva del Centro Santa Maria Nascente di Milano. «Non abbiamo fatto trial clinici ma solo studi pilota, basati su un’osservazione e valutazione pre e post trattamento di tutti i bambini», precisa Olivieri. «Sicuramente c’è stato un gradimento alto, il nuovo approccio piace a loro e piace alle famiglie. Le valutazioni che abbiamo fatto, in particolare sul piano dell’attenzione e delle funzioni esecutive, che sono un po’ le ragioni per cui abbiamo progettato la piattaforma, mostrano miglioramenti. Sul piano motorio, nelle emiparesi effettivamente le scale di valutazione al termine del trattamento ci hanno fatto dire che ci sono stati miglioramenti. Questa prima fase operativa ci è servita per avere dei dati prelimari, per mettere ora a punto dei trial clinici».

I primi risultati del CARELab e le prospettive future saranno presentati domani, 19 dicembre, in un incontro scientifico (ore 14, Palestra del Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano, via Capecelatro, 66- Edificio F, piano –1), che sarà introdotto da un concerto dell’Orchestra Esagramma e si concluderà con una visita al laboratorio. La dottoressa Olivieri è una delle menti da cui il CARELab è nato. Il nome sta per Computer Assisted REhabilitation Lab ed è stato presentato a inizio 2016: è uno spazio fisico per lo studio e l’integrazione di soluzioni tecnologiche innovative e per la verifica della loro efficacia nella pratica clinica, nato per innovare la pratica riabilitativa attraverso le potenzialità delle nuove tecnologie. Introdurre una dimensione ludica – questa l’intuizione iniziale – avrebbe aumentato la motivazione dei pazienti, soprattutto dei bambini, consentendo di adattare facilmente il setting alle esigenze riabilitative specifiche. In più le tecnologie avrebbero restituito al terapista dei dati quantitativi che avrebbero permesso il continuo aggiornamento del progetto riabilitativo. Quattro erano infatti le caratteristiche della riabilitazione computer assisted che il CARELab voleva sfruttare: ecologica, personalizzata, interattiva, con una misurazione oggettiva.

A governare il CARELab è la piattaforma software VITAMIN, che nei mesi scorsi ha ottenuto la certificazione come dispositivo CE medicale di classe I. Si tratta di una procedura complessa ma importantissima perché consente a VITAMIN di entrare nella banca-dati dei dispositivi medici e di essere riconosciuta come dispositivo elettromedicale dal ministero della Salute. Tale certificazione apre ora alla prospettiva di una maggiore diffusione della piattaforma sia tra i Centri “Don Gnocchi” sia in altre strutture, a beneficio di un maggior numero possibile di piccoli pazienti. «Si tratta di una piattaforma in espansione, sia con la programmazione di altri giochi che non lavorano sull’arto superiore ma sugli arti inferiori e poi abbiamo avviato una serie di pensieri per un trasferimento a domicilio. Sicuramente il primo passo è quello di trasferire ad altri Centri il CARELab e la piattaforma, cosa che ovviamente comporta la necessità di qualche modifica», anticipa la dottoressa Olivieri. Nell’ottica dei una riabilitazione a domicilio e di una raccolta di dati ancora migliore, conclude, «stiamo lavorando sugli smart object», ossia sulla sensorizzazione degli oggetti manipolati dal bambino: «abbiamo fatto un set up sperimentale con una palla sensorizzata».

Il programma dell’ incontro scientifico “CARELab: primi risultati e prospettive di sviluppo” prevede alle ore 14 il “Concerto partecipativo da camera Esagramma”, con musiche di George Gershwin e Edward Grieg. Seguiranno i saluti istituzionali da parte di Francesco Converti (direttore generale Fondazione Don Gnocchi), Maria Chiara Carrozza (direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi), Roberto Costantini (direttore Irccs “S. Maria Nascente” e vicedirettore generale) e Lucia Angelini ( direttore Dipartimento Neuropsichiatria e Riabilitazione Età Evolutiva Irccs “S. Maria Nascente”). Dalle ore 15, si terrà la sessione scientifica, con moderatori Nardo Nardocci (direttore Dipartimento Neuroscienze Pediatriche, Irccs Istituto Besta) e Furio Gramatica (direttore Sviluppo Innovazione, Irccs “S. Maria Nascente”). Interverranno Elisa Maria Fazzi, Ivana Olivieri, Carolina Zorzi e Paolo Meriggi, con successiva visita al CARELab.