Attivismo civico & Terzo settore

Curare il Terzo settore, ovvero ciò che nessuno prima ci aveva spiegato

Gli studenti del master Let's go dell'Università di Siena affidano a Vita.it le loro impressioni. Con la voglia di costruire un futuro diverso, in Italia o nel proprio paese d'origine, proprio a partire dagli strumenti cooperativi

di Redazione

Let’s go è il corso professionalizzante sul Terzo settore organizzato dall’Università degli studi di Siena, mirato a fornire gratuitamente a studenti e laureati in cerca di prima occupazione una formazione specifica sulle nuove figure professionalizzanti alla luce della Riforma. Lo fa attraverso un percorso articolato in tre moduli, “Comunità e territorio”, “Finanza sociale” e “PA per l’etica”. Il primo di questi tre moduli, “Comunità e territorio”, realizzato in collaborazione con Confcooperative Sud Toscana per gli adempimenti giuridici e fiscali, si è appena concluso. Gli studenti hanno voluto affidare a Vita.it le loro impressioni.

Elisabeth Perra
“La rivoluzione non è che un sentimento”, affermava Pier Paolo Pasolini. Questa citazione descrive l’idea che personalmente ho sul corso professionalizzante Let’s Go. Mi sono ritrovata catapultata in una realtà talmente bella che sembra quasi utopica, dove il sentimento si connette alla conoscenza e alla realtà per poterci insegnare quanto sia importante, all’interno di un mondo così globalizzato, la salvaguardia del Terzo settore.

Non si può lavorare sul presente senza un’attenta analisi del passato. Una delle prime lezioni del corso è stata tenuta dal Professor Maggi sulla “Analisi storica, legislativa e operativa della cooperazione”. La cooperativa, intesa come società a scopo mutualistico, rappresenta una speranza per chi ancora crede nella possibilità di trasmettere valori umani ad un mondo ormai succube del pensiero capitalista.

Da laureata in Economia ho sempre sentito parlare dell’imprenditorialità, della finanza e del suo sistema di contorno come una grande mente speculativa. Ho passato tre anni di Università effettuando personali ricerche per conoscere l’opposto di ciò che mi veniva insegnato. Spesso si dimenticano personaggi come Muhammad Yunus. Ed eccomi qui, dove per la prima volta, con Let’s Go, ho l’opportunità di partecipare a lezioni universitarie dove insegnanti esperti non nascondono quanto sia necessario ripartire dal popolo per creare valore.

Il corso professionalizzante al quale noi studenti abbiamo il piacere di partecipare ci permette di lavorare in nelle semplici lezioni universitarie e che sfuggono alle moderne menti facenti parte dei grandi mercati globali. Quello che ci viene offerto con Let’s Go è la possibilità di rimboccarci le maniche, utilizzare il cuore, la conoscenza e la realtà per evitare di essere perseguitati all’interno di un mondo nel quale molto spesso, a causa del continuo emergere di interessi, viene dimenticato quanto sia importante il significato della parola “umanità”. Let’s Go, let’s see what we will discover with the next lessons of this extraordinary World!

Arnaud Djomo
Sono studente all'Università di Siena, di origine camerunese. Di fronte alle difficoltà politiche, sociali ed economiche del mio paese, ho pensato che studiare il movimento cooperativo mi potrebbe dare degli strumenti per intervenire positivamente nel dibattito e nelle politiche da implementare in Camerun. La riforma del Terzo settore è un'occasione senza precedenti per capire le dinamiche in corso, nella prospettiva di risolvere i problemi economici derivanti dalla crisi economica, visto che le strutture che fanno parte di questo settore sono particolarmente resilienti, democratiche, e portano alla redistribuzione della ricchezza.

Il primo modulo del corso è stato l'occasione per scoprire quante innovazioni sono state introdotte nella nuova legislazione. Ho scoperto le diverse forme di associazioni e d'imprese sociali sin dall'800 e le rispettive implicazioni fiscali. Abbiamo discusso delle possibili soluzioni alle difficoltà economiche che stanno affrontando le associazioni e cooperative sociali e la necessità per loro di adeguarsi alle nuove forme di management, di comunicazione e di finanziamento proposte dalla riforma, punti che svilupperemmo nei prossimi moduli. Per me è stata un'esperienza di studio molto interessante in quanto concentrato su un tema oggi insuperabile per il futuro delle comunità.

Alessia De Filippo
Una delle esperienze più significative è stata leggere e guardare uno Statuto degli inizi del ‘900. Non sono un’amante della storia, ma notare la similitudine, i dettagli e gli articoli uguali a quelli odierni mi ha lasciato senza parole. Ciò mi fa comprendere come, nonostante il passare del tempo, alcune cose restano invariate. I lavori di gruppo ci hanno permesso di conoscerci, ma soprattutto di confrontarci. Sembrava fosse arrivato già Natale, mi sono sentita parte del gruppo, integrata e attiva in una classe, anche se non presente fisicamente (Alessia segue le lezioni in teledidattica, ndr).

Marco Criscì
La classe è riuscita ad apprendere i cambiamenti di ieri, oggi e domani riguardanti la cooperazione e successivamente, attraversando un percorso pragmatico con nozioni giuridiche e finanziarie, delineare i nuovi bisogni previsti dalla Riforma e le nuove competenze, soprattutto grazie alla collaborazione di stakeholder del settore. La cooperazione come “società” ha 150 anni di vita e nasce per rispondere a bisogni piuttosto che ad esigenze di natura economica e in un periodo storico come il nostro risulta essenziale più che mai valorizzare la cultura locale, essendovi un rapporto stretto tra cooperazione ed essa, perché in qualsiasi parte del mondo la cooperazione ha avuto come denominatore comune quello di esprimere i bisogni delle comunità di insediamento che a volte è localismo altre volte è cultura e talvolta rappresenta persino un contribuito allo sviluppo delle conquiste democratiche tra cui il suffragio universale.

Carlotta Marci
Incontriamo quotidianamente persone pronte a donare ciò che sono o qualcosa in più per una buona causa, ma molte, invece, sono sfiduciate e deluse da un sistema che non funziona. “Let’s go”, il corso professionale dell’Università di Siena, non punta solo allo studio della Riforma del Terzo Settore, ma soprattutto alla comprensione di quanto il Terzo Settore sia da “curare”. Il vivere in aula o dietro uno schermo, come una delle studentesse che segue il corso in teledidattica, è travolgente perché ti ritrovi catapultata in documenti, sensazioni e realtà che non vengono molto spesso descritti sui libri universitari, ma che solo l’esperienza di vita può raccontare. Un piccolo seme in un terreno già fertile ha permesso con le prime lezioni di far crescere una piccola piantina.

Abbiamo cercato di comprendere, incontrando alcuni stakeholder, come spesso la dimensione della solidarietà è eclissata da immagini, opinioni o messaggi errati. La sensazione che si percepisce tra noi è la voglia di trasmettere una grandezza di lavoro solida e collaborativa, senza discriminazione o pregiudizio. Siamo noi gli artefici delle nostre azioni perciò questo determinerà un cambiamento concreto. Non bisogna dimenticare la realtà sociale, il modo di reagire ai cambiamenti (resilienza) e quanto sia importante la collaborazione. I lavori di gruppo ci hanno permesso di vivere proprio quest’ultimo dettaglio: conoscerci, ma soprattutto di confrontarci. Partecipare ad un corso innovativo e professionalizzante ci fa vedere una luce, in un mondo con una prospettiva molto spesso buia.

La particolarità di Let’s Go è l’opportunità per gli studenti di entrare in un mondo completamente nuovo in un periodo di rivoluzione per il Terzo Settore. Non si tratta soltanto di lezioni frontali ma di un corso interattivo che stimola costantemente gli studenti, dando a tutti quanti i mezzi per diventare le nuove figure professionali del futuro. Inoltre gli studenti hanno avuto l’occasione e l’onore di conoscere e confrontarsi con personalità importanti e influenti in questo settore, come Luigi Bobba, già Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, e in particolare il prof. Stefano Zamagni, dall’Università di Bologna, hanno permesso agli studenti di ricevere una conoscenza preliminare a tutto tondo per lo studio di questa disciplina.

Foto di copertina di Mario Llorca


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA