Politica & Istituzioni

Reddito di Cittadinanza, delusione della Fand

«Come è ormai chiaro a tutti non c’è stato alcun aumento delle misere pensioni che i disabili percepiscono, come più volte ventilato nei giorni scorsi, né possono considerarsi ragionevoli le misure previste a favore delle persone con disabilità», scrive la Federazione. Senza modifiche nel passaggio parlamentare, «saranno valutate e considerate palesi manifestazioni di protesta»

di Redazione

Nei giorni scorsi, quando erano circolate le prime bozze sul Reddito di Cittadinanza, la valutazione era stata prudente: «Fino a quando non avremo il testo definitivo del decreto, ogni valutazione risulta prematura ed affrettata», aveva detto la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), ricordando che «non abbiamo mai avuto problemi di spazi di confronto con gli esponenti governativi» e dicendosi certa che «durante i passaggi parlamentari potremo confidare su un dialogo che porti alla migliore soluzione possibile delle questioni sul tappeto». All’indomani dell'approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri, con il testo in mano, anche la FAND invece esprime «tutta la propria delusione e preoccupazione».

«Come è ormai chiaro a tutti non c’è stato alcun aumento delle misere pensioni che i disabili percepiscono, come più volte ventilato nei giorni scorsi, né possono considerarsi ragionevoli e condivisibili le misure previste a favore delle persone con disabilità, che di fatto son poca cosa. Inoltre, è irrealistica la cifra di 255mila persone con disabilità che, stando alle dichiarazioni del Governo, godrebbero del beneficio del Reddito di Cittadinanza» e «quantunque vera è pur sempre limitata rispetto alla platea complessiva di milioni di persone con disabilità grave in Italia», scrive la Federazione.

Il decreto legge ora andrà in Parlamento. «La FAND auspica l’avvio di un tavolo di confronto tra istituzioni e associazioni che rappresentano e tutelano le persone con disabilità che possa lavorare sul testo del decreto per ampliare la platea dei beneficiari per arrivare a soluzioni eque. L’auspicio è che siffatta richiesta venga accolta da tutti, in particolare dal Ministro Di Maio, diversamente saranno valutate e considerate palesi manifestazioni di protesta».


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