Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Comitato editoriale

Fragilità nelle persone anziane, prevenirla con la ricerca

Grazie al bando “La ricerca biomedica sulle malattie legate all’invecchiamento” di Fondazione Cariplo sarà finanziato il progetto di ricerca sviluppato dall’istituto Firc di Oncologia molecolare e dalla Fondazione don Gnocchi

di Redazione

Importante risultato per la ricerca scientifica sviluppata dalla Fondazione Don Gnocchi. Il Centro Irccs “S. Maria Nascente” di Milano si è infatti aggiudicato un finanziamento da parte della Fondazione Cariplo nell’ambito di un bando per “La ricerca biomedica sulle malattie legate all’invecchiamento”.
Il progetto finanziato riguarda le fragilità nelle persone anziane. Intitolato “Il ruolo del fattore di trascrizione PREP1 nel fenotipo clinico della Fragilità: studio clinico e biomolecolare” sarà sviluppato grazie a una collaborazione tra l’Istituto Fondazione Firc di Oncologia Molecolare Ifom di Milano (responsabile dello studio il professor Francesco Blasi) e la Fondazione Don Gnocchi Irccs “S. Maria Nascente” di Milano (responsabile del progetto per la parte della Fondazione Don Gnocchi, la dottoressa Francesca Baglio, neurologa).

«Si tratta di un finanziamento importante perché ci consentirà di capire quali sono i meccanismi coinvolti nella Sindrome dell’anziano fragile e, di conseguenza, di avere maggiori strumenti per intervenire precocemente nei soggetti a rischio. Sappiamo infatti che la Fragilità espone i soggetti ad un maggiore rischio di malattie croniche e invalidanti», sottolinea la dottoressa Francesca Baglio. «Intervenire precocemente, con programmi riabilitativi ad hoc, favorirebbe un invecchiamento in salute. Il nostro obiettivo è reclutare 90 persone di età superiore ai 65 anni in due anni presso i nostri ambulatori. Un’attenta valutazione clinica e strumentale stabilirà la presenza o meno della Sindrome della Fragilità e l’integrità di strutture quali il muscolo e il cervello. Con un prelievo di sangue, si misurerà la presenza della proteina PREP1 per capirne il ruolo nella fragilità, ma anche per ricercare un marcatore di identificazione precoce dei soggetti a rischio».

Nello specifico, il progetto di ricerca punta a verificare che la fragilità dell’anziano – intesa come sindrome – possa essere predetta da modificazioni nella forma e struttura dei nuclei delle cellule dovuta a una diminuzione o assenza del fattore di trascrizione PREP1. Questo fattore è un “regolatore della struttura nucleare età dipendente”, di recente scoperta. In particolare, il fattore PREP1 controlla le funzioni tipicamente interessate nella fragilità, come ad esempio la funzione delle cellule staminali, il metabolismo mitocondriale e del glucosio, il danno al Dna e la degenerazione delle cellule muscolari. Per questi motivi i ricercatori della Fondazione Firc e della Fondazione Don Gnocchi ritengono che PREP1 possa essere uno dei principali fattori patogenetici coinvolti nella patogenesi della Sindrome della Fragilità.