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La mappa dell’innovazione sociale regione per regione

Quali le misure legislative? Quali gli ambiti di intervento? Le risposte in uno studio realizzato da VITA e illustrato recentemente a Torino alla presenza del governatore Sergio Chiamparino. In allegato le slides inedite dell'incontro

di Giovanni Vita

Quali sono le principali iniziative a sostegno dell’innovazione sociale realizzate dalle Regioni italiane negli ultimi anni? Quali sono gli ambiti di intervento di tali iniziative? È possibile disegnare una prima mappa dell’innovazione sociale regionale nel nostro Paese? Sono alcune delle domande che hanno motivato l’indagine sulle politiche regionali per l’innovazione sociale in Italia. Quesiti ai quali abbiamo cercato di rispondere in uno studio realizzato con la partecipazione di tutte le Regioni che ringraziamo per l’adesione.

Il progetto è nato dall’esigenza di osservare con occhi nuovi un fenomeno e uno strumento che – in concorso ad ulteriori interventi – può fare la differenza nella lotta alle diseguaglianze economiche e sociali nel nostro Paese, e nella promozione di una coesione sociale più vicina all’idea di comunità ispirata dai nostri Padri costituenti. La peculiarità dell’indagine è, inoltre, da ricercare nella consapevolezza che la dimensione regionale può rappresentare, nell’attuale contesto storico, una misura critica nella promozione, facilitazione e governance del fenomeno.

L’approccio metodologico utilizzato nella ricerca è stato elaborato prevedendo differenti livelli di consapevolezze in tema di social innovation, confermati poi dall’indagine empirica. Il periodo di riferimento oggetto della ricerca è, in prevalenza, il triennio 2015-2017 e, laddove possibile, sono stati inclusi i dati e le informazioni relative al triennio 2018-2020.

Il database è parzialmente completo, pari a c.a. il 75-80%, e si fonda su una base documentale di circa 600 atti. L’indagine presenta dei limiti per la possibile presenza di asimmetrie informative legate al coinvolgimento di settori organizzativi diversi in un ambito di intervento ‘nuovo’, in continua evoluzione e dai confini non ben definiti. I risultati colmano, tuttavia, alcune lacune informative sulle politiche regionali per l’innovazione sociale in Italia, e possono rappresentare una base per promuovere un confronto e un dibattito a beneficio delle Regioni e delle comunità territoriali. Nel lavoro sono, infatti, descritte a grandi linee oltre 150 esperienze di innovazione sociale, o comunque contenenti elementi di innovazione sociale, realizzate da tutte le Regioni.

L’indagine evidenzia che, nel corso degli ultimi anni, tutte le Regioni italiane hanno avviato o implementato azioni riconducibili, pur indirettamente, all’innovazione sociale, come definita dal Regolamento UE n. 1296/2013 del Parlamento e del Consiglio. Il quadro degli interventi risulta tuttavia variopinto, potendo ad esempio identificare diverse cognizioni sul tema, che non vogliono rappresentare scale di merito delle politiche, ma piuttosto il frutto di scelte di governance a vario titolo caratterizzate o qualificate dall’innovazione sociale, anche in considerazione delle peculiarità e dei bisogni territoriali.

L’analisi ha portato, in generale, alla individuazione di tre ‘macroregioni’ di innovazione sociale, distinte non su base geografica ma in relazione al livello di implementazione dell’innovazione sociale.

In una prima ipotesi, la presenza di elementi e caratteri propri della social innovation, non è espressamente ricondotta al fenomeno o, se richiamata, coinvolge azioni singole o interventi più circoscritti per numero, contenuti o spesa dedicata. In altri casi, l’innovazione sociale viene eletta a strumento utile per favorire una migliore efficacia degli interventi e delle politiche regionali. In questi contesti, la social innovation insiste in prevalenza all’interno di avvisi, e la promozione di relazioni collaborative tra gli attori locali è più elevata. In una terza macroregione, l’innovazione sociale è formalmente implementata come una vera e propria leva strategica per lo sviluppo delle comunità locali e il tema – richiamato in leggi, regolamenti, piani e programmi – diventa principio fondativo della strategia regionale. Tra i casi più evidenti di questa terza area vi sono le politiche regionali di Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Toscana e Trentino Alto Adige. Un ulteriore macro-trend, che emerge dall’analisi, è dato dagli ambiti di intervento in cui insistono a grandi linee le azioni e le politiche regionali contenenti elementi di social innovation.

Tendenzialmente, è possibile affermare che, nel passaggio dal primo al terzo stadio, l’innovazione sociale diventa per lo più trasversale rispetto agli ambiti di intervento, interessando dapprima le politiche sociali e socio-sanitarie per poi agire progressivamente anche nell’ambito delle politiche giovanili, industriali e culturali.

L’analisi dei fattori che hanno determinato l’individuazione delle tre macroregioni ha, inoltre, consentito l’estrapolazione di un indice base di empowerment delle Regioni nelle politiche di innovazione sociale. L’indicatore è, a grandi linee, funzione degli interventi, della spesa, degli ambiti di intervento e della dotazione istituzionale-organizzativa, tutti fattori da ricondurre al contesto demografico e sociale dei territori ed ai valori di bilancio delle Regioni. Si tratta di un indice parziale poiché si concentra sull’implementazione a monte dell’innovazione sociale nelle politiche regionali e non sulla valutazione dell’impatto, quale elemento imprescindibile per la ricognizione dell’efficacia delle azioni e in parte della ‘risposta’ comunitaria. Tuttavia, la misura con i dovuti approfondimenti, potrebbe rappresentare un riferimento utile per favorire almeno nell’attuale contesto storico l’empowerment delle Regioni nelle politiche di social innovation.

Lo studio intende rappresentare uno strumento utile per promuovere, nel pubblico e nel privato, l’innovazione sociale come fattore abilitante delle comunità locali e come strumento di coesione sociale. È in questo senso che è stato realizzato il lavoro, in modo da favorire il propagarsi di una ispirazione reciproca tra attori e politiche regionali, nella semplice e diretta intenzione di evocare quell’ispirazione a “farsi comunità” più volte elevata nella nostra Costituzione.

La ricerca, in edizione nel corso delle prossime settimane, è stata presentata in anteprima il 23 gennaio scorso a Torino, nel corso del Forum sull’innovazione sociale organizzato dalla Regione Piemonte, alla presenza del Presidente Chiamparino che ha introdotto i lavori, del Capo Unità Affari sociali e inclusione della Commissione Europea, Adelina Dos Reis, che ha presentato il pilastro europeo dei diritti sociali, e degli Assessori e referenti delle diverse Regioni che hanno esposto le pratiche e i modelli regionali realizzati nei territori. La tavola rotonda si è conclusa con l’Assessore alle politiche sociali Augusto Ferrari che ha presentato il patto interregionale per l’innovazione sociale al quale stanno aderendo le diverse Regioni


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