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La Rai prenda per mano il Terzo Settore

Presentate a Roma ai responsabili del Segretariato sociale della radio e tv pubblica le linee guida del Codice del Terzo Settore. «L’obbiettivo è cogliere la sfida di fare conoscere di più il Terzo settore che non ha altrimenti la forza economica di farsi conoscere con campagne pubblicitarie proprie», ha sottolineato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore

di Paolo Biondi

«Il tema delle reputazione del Terzo settore va di pari passo con la consapevolezza che questo fenomeno è l’unico che cresce economicamente nel nostro Paese, perciò dobbiamo essere in grado di rafforzare i comportamenti positivi e dissuadere quelli negativi». Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore, ha introdotto così la presentazione delle Linee guida per un Codice di qualità e autocontrollo per gli organismi del Terzo settore. L’incontro si è svolto presso la direzionale nazionale della Rai, a Roma, alla presenza dei responsabili del Segretariato sociale della radio e tv pubblica.

Una collocazione strategica visto che «l’obbiettivo è cogliere la sfida di fare conoscere di più il Terzo settore che non ha altrimenti la forza economica di farsi conoscere con campagne pubblicitarie proprie. Serve quindi un servizio pubblico che prenda questa architettura nel Paese e la porti a spasso per mano per farla conoscere», ha aggiunto Claudia Fiaschi.

Il codice è stato presentato da Marco Frey, docente di Discipline economiche e sociali, che ha illustrato il documento contenente «l’insieme dei diritti, dei doveri e delle responsabilità delle organizzazioni nei confronti di tutti gli stakeholder e dell’interesse generale. Il terreno del codice è quello della responsabilità da parte del Terzo settore nell’intendere in modo corretto il rapporto con l’impiego delle risorse pubbliche e con i beni comuni».

Claudia Fiaschi ha spiegato che le linee guida, dibattute in questi mesi con le reti che aderiscono al Forum, rispondono «all’esigenza di mettere l’accento sui comportamenti positivi», e che il loro primo passaggio sarà quello istituzionale nell’assemblea del Forum, mentre sarà poi chiesto ai singoli associati di adottare il codice.

Il codice esamina dapprima gli orientamenti cardine che caratterizzano gli enti e che si condensano in sei parole chiave: lo sviluppo, il welfare, la diversity, l’equità, l’imprenditorialità e la sostenibilità. Il tema poi della qualità è caratterizzato, come ha spiegato Marco Frey, dalla coerenza con le finalità, la governance, la programmazione, l’organizzazione e le risorse, l’impatto e i benefici.

Frey ha aggiunto che «una delle modalità chiave per diffondere questo piano è un progetto per un corso di formazione dei formatori da tenersi entro l’anno, formatori che dovranno essere circa 150 e che dovranno rendere dinamici il dibattito e l’implementazione del codice stesso. Si è voluto definire insieme – ed è questa l’ultima parte delle linee guida – alcune attività inappropriate e inammissibili. È una lista che rappresenta un pezzo delle attività di autocontrollo».

Claudia Fiaschi ha commentato questo aspetto dicendo che «la riforma del terzo settore prevede l’autocontrollo e auspichiamo quindi che le reti più grandi che fanno parte del Forum spingano per l’adesione al Codice».


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