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Nasi rossi di tutta Italia uniti nel nome della terapia dell’ottimismo

Costituita a Foggia la Federazione “Rete dei Sorrisi”. Da nord a sud, 11 associazioni di clown terapia insieme per testare le reazioni al buonumore, con progetti sempre più avanzati e innovativi. Anche a domicilio

di Annalisa Graziano

Dal Veneto alla Sicilia, l’ottimismo non conosce confini. Lo sanno bene le associazioni che, nei giorni scorsi, hanno costituito a Foggia la federazione nazionale “Rete dei sorrisi”, un festoso esercito di nasi rossi che adotta la terapia dell’allegria per favorire il superamento di ogni situazione di disagio. La proposta di federarsi era già in cantiere da diversi anni e dal 2017, in maniera sperimentale, ha iniziato a concretizzarsi. Il 19 gennaio scorso, alla Cittadella del volontariato di Foggia, è stata ufficialmente battezzata alla presenza dei presidenti di 11 realtà da tutta Italia, per un lungo ed emozionante confronto sulle esperienze associative.

Clown dottori (e non solo) a confronto
Numerose le buone prassi presentate: dal “Parco della Gioia” di Mister Sorriso, il primo progetto inclusivo realizzato a Taranto per i bambini, disabili e normodotati, a “Felicetto”, il coloratissimo camper che accompagna in allegria le trasferte dei bambini leccesi affetti da malattie tumorali, grazie ai clown dottori dell’associazione Portatori Sani di Sorrisi.

Tra i protagonisti anche il progetto “Parco del Sorriso” della Fondazione Sorrisi, che prevede la donazione di altalene per disabili nelle principali piazze di Napoli e le attività di “Batticuore”, che da Colleferro porta gioia nelle strutture per anziani e disabili delle province di Roma e Frosinone. Dal Veneto, poi, sono arrivati i nasi rossi di “Prislop”, che dal 2006 offre un servizio di clown terapia a Monselice (Padova) e collabora con la fondazione “Il giardino delle Rose blu” per attività di volontariato presso l’ospedale di Gornja Bistra, in Croazia. Il capoluogo pugliese è stato rappresentato da Upc, l'Università Popolare Contemporanea “Le Grazie” di Martina Franca attiva dal 1993 e impegnata a realizzare corsi di formazione per la facoltà di Scienze infermieristiche dell'università di Bari. Con lo stesso scopo, l’associazione partecipa al "Progetto nazionale università di strada" del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.


Clown terapia in ospedale – foto di Costanzo D'Angelo

«Lo scopo della Federazione – sostiene Jole Figurella de Il Cuore Foggia – è svolgere un ruolo di connessione tra le associazioni e le istituzioni, proponendo soluzioni ai problemi di interesse generale, enfatizzando le specifiche competenze delle associazioni federate e promuovendo iniziative comuni; inoltre, saranno favoriti gli incontri per scambi culturali e di formazione tra le diverse associazioni».

Un progetto per i bambini con autismo
E proprio i padroni di casa de Il Cuore Foggia hanno presentato ai colleghi clown dottori i progetti in costruzione per il 2019. «Saremo impegnati nell’ambito della diagnostica ospedaliera – sottolinea “Mamma Clown” Jole – e da febbraio partiremo con un percorso di formazione per tecnici comportamentali e Aba, con la supervisione di psicoterapeuti dell’Airipa, l’Associazione italiana per la ricerca e l'Intervento nella psicopatologia dell'apprendimento. L’obiettivo è creare un’Accademia inclusiva di piccoli clown dottori, con laboratori gratuiti dedicati a bambini con autismo».

Inoltre, già da tempo, i volontari foggiani sono attivi nella terapia del sorriso domiciliare ad anziani e bambini non ospedalizzabili, servizio a cui è possibile accedere grazie allo sportello di ascolto. «In ospedale, – continua Figurella, – siamo presenti con la clown terapia tradizionale nelle stanze, ma ci stiamo specializzando anche nel progetto co-terapeutico Disegnolandia, favole raccontate da personaggi studiati e preparati con cura dai volontari, come Violetta, Mary Poppins e Mago Merlino. Su tutti, però, il progetto più atteso è il ‘Master in attività ludiche ed educative’, che vedrà i nostri nasi rossi impegnati in dieci moduli formativi di secondo livello, spalmati in un anno di formazione, con tesi finale alla Patch Adams».
Sono tante le vie per testare le reazioni al buonumore, in una catena contagiosa che attraversa tutto il Belpaese. Parola di Rete dei Sorrisi.

In apertura foto di Daniela Pasquetti


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