Economia & Impresa sociale 

Confcooperative e Pro Loco insieme per sviluppare l’impresa sul territorio

Siglato accordo quadro. Obiettivo: valorizzare le risorse culturali, artistiche e ambientali del nostro Paese

di Redazione

Promuovere la cooperazione come modello di crescita imprenditoriale sul territorio in sinergia tra Pro Loco e rete di territoriale di Confcooperative. È questo uno degli obiettivi dell’accordo quadro siglato oggi tra l’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia e Confcooperative. Le Pro Loco sono le associazioni di base che maggiormente coniugano la tutela e la salvaguardia delle specificità locali con la vocazione allo sviluppo della crescita sociale e al miglioramento del benessere. Con le cooperative hanno forti affinità̀, per il comune radicamento, l’animazione delle comunità̀, il municipalismo, la ricerca della massimizzazione del risultato attraverso la valorizzazione delle proprie peculiarità̀. Gli ambiti di collaborazione interesseranno prevalentemente il settore turistico e culturale, fino alla difesa e valorizzazione del territorio.

«Con questo accordo – sottolinea il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini – vogliamo sviluppare sinergie per la promozione e la formazione di nuove generazioni di imprenditori del territorio. Forniremo assistenza e sosterremo le idee imprenditoriali che valorizzino le risorse culturali, artistiche e ambientali del nostro Paese. Confcooperative intende promuovere la forma cooperativa a nuovi potenziali imprenditori radicati sul territorio che possono trovare nell’impresa cooperativa la forma societaria ideale per realizzare il proprio progetto imprenditoriale».

«La capillare rete delle Pro Loco – evidenzia Antonino La Spina, presidente dell’Unpli – attraverso questa intesa, mette a disposizione dei territori importanti strumenti di crescita e di opportunità. Un’azione che si aggiunge all’animazione territoriale, alla promozione turistica e alla salvaguardia e valorizzazione delle patrimonio immateriale culturale, che le Pro Loco svolgono quotidianamente con le oltre 6200 sedi dislocate in tutto il territorio italiano; una rete a presidio dei piccoli centri delle aree interne, e di tanti borghi, ricchi di patrimoni culturali ma allo stesso tempo colpiti da fenomeni come lo spopolamento che sempre più costringe le nuove generazioni a cercare altrove le occasioni per costruire il proprio futuro».


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