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Un manifesto per i beni comuni

Un impegno in sei punti sotto il titolo "L’Italia che si prende cura dell’Italia". Lo hanno lanciato questa mattina Touring Club Italiano e Fondazione Cariplo, con la collaborazione di Labsus insieme a CAI, Caritas, FAI, Legambiente e Slow Food

di Redazione

Un impegno sui beni comuni in sei punti. È quello che oggi hanno messo sul tavolo Touring Club Italiano e Fondazione Cariplo, con la collaborazione di Labsus insieme a CAI, Caritas, FAI, Legambiente e Slow Food che questa mattina a Milano hanno varato l’iniziativa: L’Italia che si prende cura dell’Italia.

Questi i sei punti del manifesto:

  1. la Costituzione racchiude al suo interno il senso del prendersi cura dell’Italia come bene comune, sia con riferimento agli artt. 4, 9 e 118 ultimo comma sia ai suoi principi generali;
  2. prendersi cura dei beni comuni non produce effetti positivi solo su chi si impegna direttamente ma anche sulla società nella sua interezza, contribuendo a rafforzare le relazioni di comunità e il senso di appartenenza;
  3. i cittadini attivi e le organizzazioni che si prendono cura dei beni comuni sono una ricchezza, troppo spesso purtroppo considerata come una interferenza invece che come un’opportunità da parte delle istituzioni. Occorre superare queste diffidenze e incentivare una cultura di condivisione e di collaborazione fra istituzioni e cittadini;
  4. è necessario che le istituzioni, le imprese e i mezzi di informazione diano sempre maggior attenzione e visibilità a questa energia espressa dalla società civile sostenendo la crescente disponibilità dei cittadini a dedicare il proprio tempo alla cura dei beni comuni materiali e immateriali, anche attraverso le attività promosse dalle organizzazioni stesse;
  5. le nostre organizzazioni, pur nei differenti ambiti di intervento, vedono nella cura dei beni comuni l’elemento unificante delle rispettive funzioni: sussidiarietà, integrazione tra pubblico e privato, rapporto virtuoso tra cittadini e istituzioni, creazione di senso di appartenenza e di senso civico, produzione di conoscenza e valorizzazione dei territori;
  6. le nostre organizzazioni si impegnano pertanto, anche mettendo in essere forme sistematiche di collaborazione, a promuovere le attività di cura del Paese e a sensibilizzare su tale tema i rispettivi membri e in generale la pubblica opinione.

«Il Touring Club Italiano da sempre si prende cura del mondo come produttore di conoscenza, servitore civile delle istituzioni e punto di riferimento morale del turismo», ha commentato il presidente del Touring Club, Franco Iseppi. Che ha aggiunto: «Non ignoriamo tutte le criticità che stanno cambiando il mondo, ma registriamo anche molte buone notizie: l'aumento degli studi sulla sostenibilità e compatibilità; i patti tra tre importanti università per un nuovo clima; le manifestazioni giovanili in contemporanea in tutto il mondo per sensibilizzare gli adulti sul cambiamento climatico; la rivolta civile, vero antidoto all'indifferenza e una maggiore sensibilità dei media verso un giornalismo costruttivo».

«Il Touring», ha concluso Iseppi, «concentra ora il proprio interesse su due iniziative concrete:

  • Aperti per Voi, i volontari per il patrimonio culturale. Il TCI ritiene riduttivo (anche se indispensabile) motivare in termini di sussidiarietà le sue attività di volontariato che sono, invece, rivolte a valorizzare l'appartenenza alla comunità, a facilitare l'inclusione sociale, l'accoglienza e il confronto tra culture e diversità.
  • Le Bandiere Arancioni, ovvero la via italiana alla valorizzazione delle piccole comunità dell'entroterra, producendo benessere per i territori senza snaturarli.

Questa di oggi può essere l'occasione per riprendere e rilanciare due proposte:

  • Fare insieme con le altre associazioni un progetto di educazione al paesaggio, scegliendo una decina di aree del Paese che abbiano valore universale.
  • Recuperare un progetto già sostenuto dal Touring Club Italiano insieme con le sei grandi Associazioni, CAI, FAI, WWF, Legambiente, Italia Nostra, e finalizzato alla messa in sicurezza idrogeologica del nostro Paese».

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