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Cooperazione & Relazioni internazionali

Europa: una politica e un’etica per l’Intelligenza Artificiale

Il 12 febbraio scorso il Parlamento europeo ha approvato in sessione plenaria una risoluzione su una politica industriale europea globale in materia di robotica e intelligenza artificiale, evidenziando il ruolo centrale, anche per l’economia della zona Ue, dell’intelligenza artificiale e, dall’altro lato, mettendo in risalto i rischi sotto il profilo etico e giuridico

di Marco Dotti

«Come il motore a vapore o l’elettricità in passato, l'Intelligenza Artificiale sta trasformando il nostro mondo, la nostra società e la nostra industria». Sono parole tratte dal comunicato dell'UE dell'aprile 2018, col quale si dava notizia inizio a un programma di politica industriale europea per l’AI.

Nel comunicato si ricordava che «crescita della potenza di calcolo, disponibilità di dati e progressi nella realizzazione degli algoritmi hanno trasformato l’AI in una delle tecnologie più strategiche dell’epoca contemporanea. La posta in gioco non potrebbe essere più alta. Il modo in cui ci avviciniamo all’AI definirà il mondo in cui viviamo. Per questo si è scatenata una feroce competizione globale ed è quindi necessario un solido framework europeo».

Il 12 febbraio scorso, la palla è passata al Parlamento europeo che ha approvato in sessione plenaria una risoluzione su una politica industriale europea globale in materia di robotica e intelligenza artificiale (qui il link). Come rimarca Marina Castellaneta, professoressa di diritto internazionale, è «evidenziato il ruolo centrale, anche per l’economia della zona Ue, dell’intelligenza artificiale e, dall’altro lato, sono messi in risalto i rischi sotto il profilo etico e giuridico».

Il documento considera inoltre «l’impatto dell’intelligenza artificiale e della robotica nel mondo lavoro, impatto di così vasta portata da condurre alla reindustrializzazione per consentire agli stessi lavoratori di beneficiare delle nuove tecnologie. Gli Stati membri, poi, devono agire per evitare un utilizzo doloso dell’intelligenza artificiale che potrebbe mettere a rischio i diritti fondamentali. In questa direzione, gli eurodeputati chiedono alla Commissione Ue di intervenire con una proposta che “penalizzi le pratiche di manipolazione della percezione quando i contenuti personalizzati o i news feed conducono a sentimenti negativi e alla distorsione della realtà con possibili conseguenze negative (ad esempio, i risultati elettorali o le percezioni distorte su questioni sociali come la migrazione)”. Il documento analizza gli effetti dell’intelligenza artificiale in diversi settori: da quello industriale al settore pubblico, dalla salute all’energia, ai trasporti, all’agricoltura, alla cybersicurezza».

Ora tocca alla Commissione europea, spiega ancora Castellaneta, tenuta a riesaminare la normativa alla luce degli sviluppi nell’intelligenza artificiale. Anche se l'Europarlamento non si è detto favorevole a una regolamentazione completa, «preferendo piuttosto interventi settoriali».


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