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Economia & Impresa sociale 

Il convivere è un ben vivere: la classifica delle città generative

Ideata da Leonardo Becchetti e realizzata col contributo di decine di esperti di economia e generatività sociale, la classifica si basa su indicatori altamente innovativi che vanno "oltre il Pil" per misurare la qualità delle relazioni umane e della fiducia negli spazi urbani. Uno strumento che può aprire una strada nuova nella misurazione d'impatto

di Marco Dotti

Sono le province di Bolzano e Trento quelle in Italia in cui si vive meglio. Anzi si Ben Vive, come osserva Leonardo Becchetti. La classifica, pubblicata oggi dal quotidiano della CEI Avvenire valorizza i centri di medie dimensioni del nord Italia mentre il Mezzogiorno stenta a decollare.

Ideata dal professor Leonardo Becchetti, co-fondatore di Next, e realizzata col contributo di 60 esperti di economia e generatività sociale, la classifica si basa su indicatori altamente innovativi che vanno "oltre il Pil" e non si focalizzano su aspetti economicistici, ma guardano alla qualità dei servizi alla persona, alla possibilità di dar vita a nuove iniziative economiche, all’offerta formativa alla salvaguardia dell’ambiente e della vita.

Oltre alla classifica generale, l’indagine propone anche una parte dedicata alla “generatività”, vale a dire, spiega Becchetti, «alla capacità di incidere positivamente nella vita degli esseri umani». Da tempo si parla di generatività sociale (un concetto contrapposto a stagnazione), ma ad oggi mancavano criteri concreti per misurarne l'impatto.

La generatività sociale è una bellissima idea, ma come misurarla ? Come non lasciare che tutto resti lettera morta? Becchetti è un economista e sa bene come conti, e quanto, oggi, misurarsi col concreto sfidando la scienza economica sul suo terreno. Quello della misurazione d'impatto, per l'appunto.

Così, oggi a Firenze, in apertura del Festival dell'Economia Civile da lui diretto, Becchetti ha lanciato la classifica e la valutazione d'impatto del Ben Vivere, ossia di un convivere generativo realmente misurabile.

Coordinando un gruppo di ricercatori di prim'ordine, provenienti dalla Scuola di Economia Civile, grazie alla partnership con Avvenire, Becchetti ha sfidato il PIL sul suo terreno e ne ha dato voce scientifica a quel sentire che tutti sentono, ma nessuno finora riusciva a quantificare. Si vive bene là dove c'é relazione, cultura, ambiente, sviluppo del fattore- fiducia.

Per realizzare la classifica sono stati presi in esame dati come la raccolta differenzia, le imprese certificate come “ecologiche”, il tasso di matrimoni e il numero medio di figli per donna, la percentuale di imprese straniere, i volontari nelle aziende non profit e la partecipazione al voto.

Gli indicatori elaborati dall'équipe di ricercatori guidata da Becchetti si concentra poi sull'impatto della responsabilità civile. Tra gli indicatori presi in esame ci sono la spesa comunale per l’integrazione sociale dei soggetti deboli, le uscite per l’integrazione al reddito famigliare, i contributi economici per i servizi scolastici o per gli anziani in assistenza domiciliari ma anche il numero di no profit, di banche del tempo e di sportelli per il microcredito.

Che cosa accadrà da domani? La speranza è che gli indicatori elaborati da Leonardo Becchetti e dal suo gruppo di ricerca possano generare un dibattito e permettere, con regolarità e rigore, di misurare l'impatto delle buone pratiche sulle nostre vite. Nei campi più disparati del sociale. Ma con una particolare "attivazione" nel Terzo Settore che, più di altri, ha bisogno di una coesione anche sulle cifre. Che chi genera valore cominci a misurare quel valore è, d'altronde, un segnale di maturità.


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