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Adozioni internazionali: una cenerentola senza madre né padre

Nel weekend, a margine del Convegno di Verona, abbiamo assistito a un rimpallo di responsabilità sulle adozioni internazionali. «L'adozione è vittima incolpevole dei veti incrociati del Governo giallo-verde. Ma non si può più andare avanti così», afferma Marco Griffini

di Redazione

«L’adozione internazionale è ormai una cenerentola. «Senza padre né madre, vittima incolpevole dei veti incrociati del Governo giallo-verde. Ma non si può più andare avanti così, queste sono botte sulla pelle dei bambini abbandonati»: così il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, commenta il rimpallo di responsabilità e di accuse reciproche a cui abbiamo assistito nel weekend fra il premier Conte e il ministro Fontana, e i due vicepremier Salvini e Di Maio, tirando in ballo Spadafora. Griffini sintetizza così la querelle: «“È tua figlia, fai qualcosa per lei”, ha detto il ministro Salvini al premier Conte.“No, sei tu il padre”, gli ha risposto il premier. Così la povera bistrattata rimane nel mezzo, abbandonata alla sua sorte dopo anni bui in cui sembrava si fosse toccato il fondo. Riponevamo grande fiducia in questo Governo, ma da subito i veti incrociati di natura ideologica hanno fatto capire come il rilancio della Commissione Adozioni Internazionali fosse ardua impresa. Una situazione che ha raggiunto il culmine con la remissione delle deleghe da parte del ministro Fontana».

Una confusione di responsabilità che «ha gettato la Commissione in una completa paralisi amministrativa» Inoltre la CAI da inizio gennaio non ha pubblicato più un dato rispetto alle adozioni concluse: dopo alcuni (pochi) report mensili, fra gennaio ed aprile 2018, la CAI ha in effetti sospeso la pubblicazione delle statistiche, fatta eccezione per un comunicato complessivo sul 2018 pubblicato a gennaio. «Per non certificare un crollo delle adozioni ancora più pauroso», commenta Griffini. E ora che succederà? «Le famiglie meritano una risposta. Anche l’adozione internazionale ha bisogno di un padre e una madre. Innanzitutto non si può prescindere da un tavolo di lavoro con chi realmente si occupa di questo tema, con chi, da anni, la vive in prima persona sia in Italia, a contatto quotidiano con le migliaia di famiglie che non aspettano altro che un segnale di fiducia da parte delle istituzioni, sia direttamente nei Paesi d’origine dei minori che invece una famiglia la attendono».

Marco Griffini è stato relatore al Convegno di Verona, dove Ai.Bi. ha presentato una proposta concreta per tornare a dare un padre e una madre ai bambini abbandonati. Si tratta della Carta dei diritti degli OFC (Out of Family Children) che punta a garantire ai minori “fuori famiglia”, oltre all’assistenza materiale anche il diritto a un equilibrio emotivo, possibile solo grazie alla presenza di una famiglia adottiva. Ecco gli 8 fondamentali diritti che ogni minore senza distinzione deve avere: diritto di essere accolto in una famiglia costituita da un padre e da una madre; diritto alla partecipazione e all’ascolto; diritto ad una chiara e universale definizione dello stato di abbandono; diritto alla nomina di un avvocato fin dall’ingresso nella categoria degli OFC; diritto ad essere accompagnato da una equipe psico-socio-giuridica; diritto ad essere sostenuto da un’associazione che abbia come precisa finalità la tutela dei diritti dell’infanzia; diritto di rimanere nella condizione di OFC solo temporaneamente; diritto al risarcimento del danno quando il diritto ad una famiglia viene violato.

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