Famiglia & Minori

Cinque consigli d’autore per vacanze family friendly

Pensate anche voi che viaggiare sia «parte integrante del progetto educativo di famiglia»? Quattro mamme travel blogger più un papà suggeriscono altrettante esperienze da fare insieme ai bambini, per rendere il viaggio qualcosa di indimenticabile. E un'occasione di crescita per tutta la famiglia. E sul magazine di questo mese, 50 mete consigliate...

di Sara De Carli

La vacanza 2019 sarà più che solidale, responsabile, sostenibile: c’è voglia di essere “abitanti temporanei” dei luoghi nuovi che si va a scoprire, non semplici turisti. E di fare “esperienze”. Anche con i bambini. Sul numero di VITA di questo mese, dedicato alle vacanze, abbiamo raccolto i consigli d’autore di quattro mamme travel blogger (più un papà). Sono alcuni dei suggerimenti proposti per delle vacanze "formato famiglia", ma fra le pagine del magazine trovate 50 idee di viaggio: accessibili, per ragazzi, per scoprire l'Italia con altri occhi o per incontrare chi abita dall'altra parte del mondo.


Copenhagen (Danimarca)
Vichingo o pittore? Qui puoi esserlo davvero
Consigliato da Silvana Santo, www.unamammagreen.com

Il primo plus di Copenhagen? È quasi tutta ciclabile. «Ne abbiamo fatto esperienza di recente, è un viaggio che ha riscosso molto successo: è una città relativamente piccola, i bambini sono accettati volentieri, tutti i musei prevedono di default percorsi specifici per bambini, trovi facilmente la possibilità di noleggiare caschi seggiolini e carrelli per la bici…», afferma Silvana Santo, mamma di Davide e Flavia nonché giornalista, blogger e autrice. Due le esperienze imperdibili: «l’Experimentarium, in particolare l’area sulle bolle di sapone e il Louisiana Museum of Modern Art (è a Humlebæk, ma si raggiunge facilmente in treno e ha una stupenda vista sul mare) con un’ala in cui i bambini possono realizzare le loro opere d’arte in maniera autonoma e poi decidere eventualmente di lasciare l’opera esposta». E naturalmente il Museo delle navi vichinghe a Roskilde, dove ci si traveste da vichinghi per davvero e si intaglia nel legno la propria nave, oppure l’antico villaggio di Ribe.

Per la nostra famiglia viaggiare è parte integrante del progetto educativo. Certo, dal punto di vista pratico richiede tanta organizzazione, i bambini vanno preparati e accompagnati alle esperienze… ma questo è il modo in cui io sono genitore, lo faccio a casa e lo faccio in vacanza, è lo stesso stile.

Silvana Santo

«Come si fa a viaggiare con bambini piccoli? Sì le obiezioni sono tante, si stancano, per loro non è una vacanza, siete egoisti… per noi è una scelta di vita. Al di là del mio piacere personale del viaggiare, credo che faccia parte del mio ruolo di educatore quello di insegnare cose, scoprire la diversità, la storia, le diverse culture ed esperienze… sul campo. Per la nostra famiglia viaggiare è parte integrante del progetto educativo di famiglia. Certo, dal punto di vista pratico richiede tanta organizzazione, i bambini vanno preparati e accompagnati alle esperienze… ma questo è il modo in cui io sono genitore, lo faccio a casa e lo faccio in vacanza, è lo stesso stile. Quanto al costo… Il fai da te è la nostra strategia, organizziamo tutto noi, con largo anticipo, andando in appartamento o in camping attrezzati, costa meno che 15 giorni in un villaggio al mare».


Iglesias (Cagliari)
I segreti della miniera
Consigliato da Alessia Gilardo, www.mammaincitta.it

Se siete in Sardegna, non perdetevi le miniere del Sulcis inglesiente. «Noi ne abbiamo visitate due, la miniera di Porto Flavia, a Masua e quella di San Giovanni», racconta Alessia Gilardo, autrice di www.mammaincitta.it e mamma di Davide. La miniera di Porto Flavia è molto particolare perché ha una serie di gallerie a strapiombo sul mare che permettevano di caricare il materiale direttamente sulle barche. «È adatta ai bambini dai 3 anni in su, adoreranno indossare il caschetto». Le miniere di San Giovanni invece nascondono due sorprese aggiuntive: «la Grotta di Santa Barbara, una grotta naturale, molto ampia, ben conservata e il trenino elettrico». L’esperienza in più? «Appoggiarsi per la cena o per la notte alla Locanda dei buoni e dei cattivi, a Cagliari, gestita dalla Fondazione Domus de Luna, nata per l’inserimento di ragazzi che escono dalle comunità o dal penale o con leggere disabilità ma anche di mamme con un passato difficile. La parola chiave è “riscatto”».

E poi non è vero che “tanto non si ricordano…”. Mio figlio – che ha 4 anni – si ricorda ciò che lo ha colpito di più di viaggi fatti quando aveva 2 anni.

Alessia Gilardo

«Viaggiare con bambini è diverso da viaggiare da soli, ma tutto sta nell’organizzazione e nel dare il giusto equilibrio fra le esigenze dei bambini e la curiosità per lo scoprire cose nuove. La gioia di vedere cose nuove è arricchente sia per il bambino sia per il genitore. E poi non è vero che “tanto non si ricordano…”, io posso testimoniare che mio figlio – che ha 4 anni – si ricorda ciò che lo ha colpito di più di viaggi fatti quando aveva 2 anni. Avere un oggetto fisico che rimane, aiuta la memoria. E poi leggiamo molti libri con le mappe, per vedere dove sono i posti in cui andremo o siamo andati. Oltre che cercare quell’esperienza particolare che dà valore in più per loro al viaggio».


Santiago de Compostela (Spagna)
Il cammino del Nord, per adolescenti “tutto-e-subito”
Consigliato da Carlotta Jesi, www.radiomamma.it

Fare fatica, conquistare una meta, non avere tutto e subito. Si parte in due o tre famiglie con figli adolescenti, lasciandoli liberi di fare gruppetto… È il trend dell’estate 2019 consigliato da Carlotta Jesi, giornalista e fondatrice di Radiomamma. «Lo stanno facendo in tanti. È una prospettiva interessante, direi dai 10 anni, partendo insieme, famiglie con figli della stessa età ma senza la pretesa di fare il cammino fianco a fianco con il figlio teenager… È l’esperienza di un altro ritmo, che spezza». La via migliore? «Il cammino del nord, più breve e meno frequentato, si può arrivare a Santiago in una settimana».


Napoli
Fischia il treno… della prima ferrovia d’Italia
Consigliato da Francesco Uccello, www.motelospiegoapapa.it

La storia delle ferrovie italiane è nata dai 7 km della Napoli-Portici.
La pensilina storica di Pietrarsa c’è ancora e in alcune date particolari il Museo Nazionale Ferroviario può essere raggiunto proprio a bordo di un treno storico.
Comunque ci si arrivi, «il Museo con le sue imponenti locomotive e le eleganti carrozze conquista qualsiasi bambino, almeno fino a 12 anni», scommette Francesco Uccello, papà di due maschietti, educatore di strada e blogger.
Il plus? La passeggiata ciclopedonale costiera, l’animazione in realtà aumentata che spiega “come funziona” una locomotiva e le cacce al tesoro nei weekend.




Isole Eolie (Messina)
Emozioni indimenticabili nella fucina di Efesto
Consigliato da Milena Marchioni, www.bimbieviaggi.it

Milena Marchioni è una mamma travel blogger: il suo www.bimbieviaggi.it è il family travel blog italiano più seguito dai genitori convinti che viaggiare insieme ai pargoli sia non solo possibile, ma doveroso. Tant’è che insieme a Amy, sua figlia, hanno già fatto 109 voli e visitato 4 continenti. «Superlativa è Stromboli», spiega Milena, «incantevole di sera e di giorno, indimenticabile al tramonto». L’escursione dal mare permette anche ai bambini piccoli di vedere “la sciara” di fuoco che scende, mentre l’escursione sul vulcano (guida obbligatoria) richiede 5-6 ore. «La consiglio dagli 8-10 anni, arrivi a 900 m di altezza e hai i crateri sotto di te, con cinque bocche eruttive, uno spettacolo fantastico». Se si sale al tramonto, non dimenticare la torcia per il rientro. «Se noi genitori amiamo viaggiare, non è giusto privarcene solo perché ci sono bambini: ovviamente bisogna adeguare i ritmi ai loro bisogni e pianificare un po’ di più… ma si riescono a fare anche più cose avventurose di prima…», afferma Milena.

Al parco giochi, mia figlia mi ha indicato un bimbo dicendo “il bambino con la maglia rossa”. Aveva la pelle nera, qualunque adulto per qualificarlo avrebbe indicato il colore della pelle, lei no. Mi piace pensare che questo suo sguardo sia frutto anche dei suoi tanti viaggi

Milena Marchioni

Soprattutto, viaggiare è una forma di educazione: «aiuta sia noi che loro a tenere la mente aperta, a vedere che mondo non finisce nel cortile di casa, ad essere più tolleranti rispetto alla diversità». Milena racconta un piccolo ma significativo aneddoto: «al parco giochi, fra bambini con la pelle di un altro colore, mia figlia mi ha indicato un bimbo dicendo “il bambino con la maglia rossa”. Aveva la pelle nera, qualunque adulto per qualificarlo avrebbe indicato il colore della pelle, lei no, quello che lo distingueva dagli altri bambini per lei era il colore della maglia: mi piace pensare che questo suo sguardo sia frutto anche dei suoi tanti viaggi».


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