Comitato editoriale

Educazione civica, una speranza in parte disattesa

Sebbene l’approvazione quasi unanime alla Camera di un Testo di Legge Unificato sull’educazione civica denoti la volontà di tutte le forze politiche di ridare dignità a questo insegnamento, nei fatti ben poco cambierà per il futuro di questa materia nella scuola italiana

di Redazione

Condividiamo la parte relativa all’enunciazione dei principi e dei contenuti riguardanti “Costituzione e cittadinanza” e sottolineiamo l’importanza del ruolo attribuito al Terzo Settore nelle esperienze extra-scolastiche, con l’auspicio che, nel passaggio al Senato, lo stesso ruolo venga riconosciuto anche nella definizione delle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica.

Permangono tuttavia grosse perplessità su importanti aspetti del testo.

Anziché assumersi la responsabilità e l’impegno di rivedere i programmi ministeriali attuali, il monte ore delle diverse discipline e le previsioni dell’organico necessario alle 33 ore in più all’anno, si è preferito scegliere la via meno innovativa e più economica.

Il fatto di aver previsto un monte ore annuo non aggiuntivo ma da ricavare all’interno degli orari attualmente vigenti; la contestuale previsione dell’educazione civica come materia trasversale ma allo stesso tempo specifica; la numerosità degli ambiti da affiancare ai saperi costituzionali e istituzionali; l’affidamento della materia ai “docenti delle discipline giuridiche ed economiche ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia” in “contitolarità ai docenti della classe”, sotto il coordinamento di un terzo docente, renderà il nuovo assetto farraginoso, di difficile applicazione e per nulla innovativo, lasciando l’educazione civica una materia non materia.

Anche la previsione di un Albo per valorizzare le migliori pratiche ma senza la predisposizione di apposite modalità e strumenti di raccolta e catalogazione, rischia di disperdere, così come avvenuto nel biennio di sperimentazione di “Cittadinanza e Costituzione", un patrimonio prezioso senza poter valutare l’impatto effettivo sugli studenti, destinatari del percorso”.