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Adunata 2019: Don Gnocchi riabbraccia i suoi Alpini

A Milano sono attesi 500mila Alpini per l'Adunata del centenario dell'Associazione. Molti gli appuntamenti per rendere omaggio a don Carlo Gnocchi, che fu cappellano degli Alpini nella drammatica Campagna di Russia

di Redazione

«Dopo ogni battaglia, don Carlo voleva tornare sul campo per dare una benedizione ai morti. Lui ginocchioni nella neve diceva “Dio mio, dimmi perché questo?”»: così Ugo Balzari, classe 1922, milanese, uno degli ultimi reduci della tragica campagna di Russia, ricorda il cappellano don Carlo Gnocchi, tenente della divisione Tridentina. La testimonianza è stata raccolta al termine di una delle repliche di "Ritorneranno", la rievocazione teatrale di quei giorni del drammatico inverno 1942/43 realizzata a partire dai testi del beato don Gnocchi. «Quando don Carlo si è accorto che noi allineavamo per la benedizione solo gli Alpini, ci ha detto con la sua voce dolce, che era come olio sulle bruciature, “Ragazzi per favore allineate tutti, russi, siberiani, tedeschi, ungheresi, perché qui ci sono solo creature di Dio”».

Don Carlo ci diceva: “Ragazzi per favore allineate tutti, russi, siberiani, tedeschi, ungheresi, perché qui ci sono solo creature di Dio"

Ugo Balzari, reduce della campagna di Russia

Lo spettacolo teatrale "Ritorneranno" (con Andrea Carabelli e Matteo Bonanni, regia dello stesso Carabelli, realizzato con il patrocinio dell'ANA e della Fondazione Don Gnocchi) in occasione della 92esima Adunata Nazionale, che si terrà a Milano dal 10 al 12 maggio, nel centenario di fondazione dell’Ana, verrà per la prima volta proposto accanto all'urna con le spoglie del beato cappellano don Carlo Gnocchi: l’appuntamento è per sabato 11 maggio, alle ore 21, al santuario via Cepecelatro 66, con ingresso libero. Parteciperà nell'occasione anche il coro alpino "L'è ben ver". In Russia, in quell’inverno, c’erano 250.000 soldati italiani, messi a disposizione da Mussolini. In quella tragica e terribile ritirata russa, morirono migliaia di innocenti.

L’adunata nazionale porterà a Milano 500mila Alpini. Due in particolare i momenti ufficiali dedicati al beato don Carlo Gnocchi e alla Fondazione, nel programma dell’Adunata. Il primo, giovedì 9 maggio, alle 15, al santuario del beato don Gnocchi di via Capecelatro 66 (quartiere San Siro), dove sono custodite le spoglie mortali del cappellano, con l’omaggio dei vertici nazionali dell’Ana. Il secondo, durante lo sfilamento di domenica 12 maggio, che passerà proprio sotto la statua di don Carlo, tra le guglie del Duomo, evidenziata dalla presenza di un gagliardetto gigante: l’“attenti” degli alpini in via dell’Arcivescovado sarà proprio in onore del loro amato cappellano.

Molti i ricordi che gli alpini hanno di don Carlo. In tutti, l'identica certezza: «In quell'inferno incontrammo un santo!». «Per noi “veci” della Tridentina tu sei solamente don Carlo, lo Gnocchi era in più. Chissà quante volte, don Carlo, in quelle notti o in quei giorni ci siamo sfiorati. Noi del 6° eravamo davanti a fare punta di rottura e dopo ogni battaglia si doveva riprendere il cammino per non permettere all’avversario di richiudere la porta appena aperta e così far proseguire nel varco la lunga colonna. Tu, don Carlo, poiché non c’era il tempo né era possibile seppellire le spoglie dei nostri compagni, raccoglievi i piastrini di riconoscimento. E benedivi e assolvevi "in articulo mortis" noi che andavamo avanti…», ha scritto Mario Rigoni Stern (1922-2008). «Ciao, don Carlo. Mi sembra di rivederti su un dosso della steppa, solo, staccato, affaticato, incrostato di neve e con una coperta sulle spalle tracciare con fatica un segno di croce su una larga fila di alpini in cammino e poi anche tu riprendere la strada. Dopo tanti anni quella tua benedizione ancora me la porto addosso e spero mi giovi nell’ultima ora per farmi da lasciapassare verso l’ultimo presidio».

Per noi “veci” della Tridentina tu sei solamente don Carlo, lo Gnocchi era in più.

Mario Rigoni Stern, scrittore

Un altro momento particolare sarà la Messa a suffragio di tutti i caduti, che verrà celebrata in Duomo sabato 11 maggio, alle ore 16: con l’arcivescovo l’ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò e i cappellani militari, concelebreranno anche il presidente della Fondazione Don Gnocchi, don Vincenzo Barbante, e il presidente onorario, monsignor Angelo Bazzari.

A seguire, sempre sabato 11 maggio, alle ore 18, all’auditorium di Assolombarda (via Pantano) ci saranno due momenti dedicati alla Fondazione Don Gnocchi, con la consegna di una borsa di studio da 24mila euro che l’Ana consegnerà alla Fondazione Don Gnocchi «per onorare e proiettare nel futuro la memoria del beato cappellano alpino, don Carlo Gnocchi e per sostenere l'opera di ricerca scientifica della sua Fondazione». La borsa di studio è stata istituita nel 2011. Nella stessa occasione verrà presentato il libro “Alpini di Dio” (Mursia), che racconta la vita straordinaria di quattro beati con la penna nera: don Carlo Gnocchi (di Emanuele Brambilla), fratel Luigi Bordino (di fratel Roberto Colico), Teresio Olivelli (di Luisa Bove) e don Secondo Pollo (di mons. Giuseppe Cavallone). Il libro, curato da monsignor Angelo Bazzari, presidente onorario della Fondazione Don Gnocchi, è introdotto da due riflessioni di Sebastiano Favero, presidente nazionale Ana, e di monsignor Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia.

Un’edizione speciale della rivista della Fondazione “Missione Uomo”, interamente dedicata al rapporto tra don Carlo e le penne nere) è scaricabile su www.dongnocchi.it.