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Webecome: un alfabeto per crescere

Presentato venerdì 17 maggio, a Milano, presente il ministro Marco Bussetti, il progetto di Intesa Sanpaolo per prevenire e contrastare i fenomeni di disagio sociale dei bambini che propone percorsi tematici realizzati da esperti e ricchi di spunti pedagogici a disposizione di dirigenti scolastici, docenti e genitori grazie a una piattaforma online, gratuita e ricca di contenuti

di Antonietta Nembri

Sette lettere per sette percorsi tematici più uno (una mappa per orientarsi nei disagi formativi) che vanno a comporre l’Alfabeto per crescere di Webecome, la proposta formativa inclusiva ispirata alle più innovative pratiche della scuola attiva. Una piattaforma online gratuita e sempre disponibile che ha l’obiettivo di prevenire e contrastare i fenomeni di disagio sociale dei bambini e potenziarne le competenze trasversali. Webecame è il progetto realizzato da Intesa Sanpaolo e pensato per i bambini dai 6 ai 10 anni.
I sette i temi affrontati sono letti a partire dal positivo, cioè da quella che potrebbe essere la soluzione, la prevenizone: per il bullismo, la relazione, per il cyberbullismo, si proprone il valore della vicinanza e dell’amicizia, la diversità, è rappresentata non come differenza, ma come unicità di ogni individuo con le proprie caratteristiche fisiche, etniche, religiose, la nutrizione, il gusto del cibo e l’interesse nella preparazione, le competenze trasversali come la capacità di imparare, il pensiero critico, la cooperazione, la curiosità, le dipendenze soprattutto digitali e, a scopo preventivo, da alcol e droghe, l’educazione civica, per creare cittadini adulti consapevoli. A ogni argomento corrisponde una specifica parola chiave proposta come “antidoto”. Ed ecco che abbiamo: I come “insieme” (bullismo), U come “unicità” (diversità), G come “gusto” (nutrizione), V come “vicinanza” (cyberbullismo), A come “attitudine” (competenze trasversali), B come “benessere” (dipendenze), R come “relazione” (educazione civica digitale). Illustrati con la M di “Mappe”, le lettere di questi antidoti costituiscono appunto “L’Alfabeto per crescere”.


Il progetto è stato presentato a Milano da Elena Jacobs, la responsabile valorizzazione del sociale e relazioni con le università di Intesa Sanpaolo, alla presenza di Gian Maria Gros-Pietro (nella foto) presidente di Intesa Sanpaolo, e Marco Bussetti, ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

«Nel giugno del 2005 Steve Jobs parlava ai laureandi della Stanford University e con la frase “stay hungry, stay foolish” ha segnato un’epoca. Voler essere accettati e valorizzati rispetto alle proprie specificità rimane un bisogno imprescindibile per adolescenti e i ragazzi», afferma Gian Maria Gros-Pietro, intervenendo al convegno, dopo aver ricordato la scelta di essere una banca di impatto da cui discende la volontà di «influire sul cambiamento della società con attività di finanziamento orientate allo sviluppo».

«I ragazzi vogliono futuro ma di fronte all’eccesso di stimoli, alla necessità di omologazione, cosi come alla mancanza di ruoli parentali equilibrati (si va dalla mancanza di interesse all’iper-protezione) sono spesso confusi e alla ricerca di uno scopo. Ai nostri giorni, cercare il proprio scopo forse non basta. La società cambia velocemente e questa generazione è chiamata a trovare il proprio posto nel mondo partendo dalla creazione di un mondo in cui ognuno senta di avere uno scopo e si senta incluso e valorizzato non solo per quello che è, ma per le sue potenzialità. Per questo la vera urgenza è quella di investire in istruzione e formazione anche attraverso l’educazione al rispetto. Con il Piano di Impresa 2018-2021 abbiamo espresso l’intenzione non solo di voler continuare ad essere leader in Europa dal punto di vista del business, ma anche la prima impact bank al mondo. Un modo per dire che vogliamo essere motore di una crescita significativa, inclusiva e sostenibile», aggiunge il presidente.

La banca ha rivolto un’attenzione particolare ai ragazzi, veri protagonisti del futuro, investendo sul loro benessere psicofisico, sull’accesso per tutti all’istruzione fino ad arrivare al loro inserimento lavorativo. Webecome è uno di questi progetti. Con il quale, ricorda ancora Gros-Pietro «Intesa Sanpaolo sostiene la prevenzione e il contrasto di questi gravi fenomeni che minano il lineare percorso di sviluppo dei bambini fin dai primi anni di scuola. Le fasi formative iniziali sono fondamentali per un proseguimento positivo dei successivi cicli educativi, per queste ragioni è importante che si svolgano serenamente».

Elena Jacobs ha illustrato l’innovativo approccio del progetto che si rivolge a tutta la comunità educante «è una proposta per genitori e insegnanti che insieme possono contrastare il disago sociale», un lavoro da fare insieme perché quella attuale è una società complessa. A disposizione 1.300 ore di formazione secondo tre percorsi paralleli, uno destinato agli insegnanti, uno ai dirigenti scolastici e uno ai genitori, oltre 150 materiali di approfondimento. Un progetto in evoluzione che nella fase propedeutica fase propedeutica ha coinvolto 100 scuole e dirigenti scolastici, 120 insegnanti, 50 genitori e oltre 2500 bambini, in sei regioni italiane – Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e Veneto -, permettendo così di cogliere, comporre ed elaborare le diverse prospettive. Ad oggi sono 60mila i contenuti consultati in 15mila sessioni di navigazione con 7mila visitatori unici.

Nel suo intervento Livia Pomodoro, titolare della cattedra Unesco “Food: access and law” ha elogiato il progetto soprattutto per il suo essere frutto di «una comunità che si interroga» e per l’approccio positivo «vedo tanti giovani e da loro arriva una richiesta precisa che non è solo di conoscenza, ma di un messaggio di senso e di speranza di futuro. La negatività non serve ai giovani», ha concluso.

Dopo la tavola rotonda, moderata da Renato Dorrucci, responsabile Politiche di sviluppo ee Learning Academy Intesa Sanpaolo, cui hanno preso parte con l’assessore all’educazione e istruzione del comune di Milano, Laura Galimberti che ha ricordato l’esperienza milanese delle Scuole Aperte, Domenico Barrillà e Rachele Furfaro, esperti e consulenti del progetto; Maria Cristina Dressino (dirigente scolastico) e Rosita Renna (insegnanti) che hanno partecipato alla fase propedeutica di Webecome, ha preso la parola il ministro dell’istruzione Marco Bussetti (nella foto).
Dopo essersi congratulato con Intesa Sanpaolo per «aver realizzato un’idea che coincide pienamente con la mia visione dell’istruzione e che, inoltre, sposa in pieno un altro concetto base del mio mandato, quello dell’alleanza virtuosa tra scuola e nuove tecnologie», Bussetti ha aggiunto: «Combattere il disagio giovanile è uno dei compiti della scuola, soprattutto in tempi come i nostri, in cui, paradossalmente, siamo tutti costantemente collegati in rete ed è tanto più facile sentirsi soli e disorientati, soprattutto se si è ragazzi o bambini. Adempiere a questo compito è una delle mie priorità, fin dal mio primo giorno come ministro. Per questo, considero molto utili e apprezzabili progetti come la piattaforma “Webecome”. Un’iniziativa per la Scuola primaria che punta a mettere in connessione studenti, docenti, genitori, dirigenti scolastici, esperti in campo pedagogico, clinico e comportamentale, per potenziare e diffondere le migliori pratiche di prevenzione e contrasto del disagio, fin dall’infanzia». Bussetti ha poi concluso ricordando come la scuola debba sempre mettere al centro i ragazzi, «troppo spesso ci si dimentica dei bisogni degli studenti, occorre tornare a guardare la scuola e fare pedagogia. Perché l’obiettivo è uno render libere le persone, formare cittadini liberi».


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