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L’Europa va ripensata? Certo, ma per farlo bisogna restare dentro

L'analisi di Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori , secondo cui «serve uno sforzo da parte di tutto il centro moderato per ispirare una trasformazione del centro destra in senso riformista. E in questa direzione il Ppe rimane la soluzione più affidabile»

di Carlo Costalli

L’Europa va ripensata, e su questo non ci piove. Ma per farlo occorre starci dentro, avere il coraggio di partecipare e accettare la sfida di ricostruire intorno all’idea di un’Europa unita un consenso sociale un tempo granitico (pensiamo alla generazione Erasmus) che via via si è andato sfilacciando, finendo con l’allontanare sempre più i cittadini dall’ideale comunitario in nome del primato delle leggi dell’economia.

Alla base vi è una visione assolutamente miope, che fa sì che ci si preoccupi tanto per lo spread mentre si considera la rabbia sociale come un fatto puramente marginale, senza cogliere quello che è l’aspetto fondamentale del problema: la società deve tenere nel medesimo conto le leggi economiche e le dinamiche sociali da esse provocate.

Sono questioni che segnalano un vuoto importante: infatti non sembra esserci un’opinione pubblica europeista, né vediamo emergere interessi forti verso la federazione né tantomeno valori egemoni come punti di riferimento. Incalzano invece i nazional populismi, i muri, i protezionismi, le guerre valutarie. Una situazione di fatto molto pericolosa, tanto più a ridosso di importanti elezioni europee, di fronte alla quale il mondo cattolico deve dire la sua, farsi portatore di valori e radici comuni su cui tessere il futuro del progetto comunitario.

È questo il senso del manifesto “Sì all’Europa per farla”, sottoscritto dal Mcl e da “Esserci” di Giancarlo Cesana, e che abbiamo presentato a Bruxelles, dove il Mcl ha organizzato in piena campagna elettorale europea una due giorni di dibattito fra i rappresentanti delle organizzazioni europee del mondo del lavoro, della politica, del sindacato, provenienti da tutta Europa (era presente anche una delegazione di Solidarnosc): in sostanza un appello a ripartire da “una concezione della cosa pubblica sussidiaria”. L’obiettivo è quello di rivitalizzare nell’ambito del centro moderato una significativa presenza del mondo cattolico, che rappresenti un richiamo ai valori della nostra migliore tradizione europea e, al tempo stesso, costituisca un argine alle improbabili e pericolose alleanze che Lega e M5S stanno tentando di tessere in Europa, per evitare la condanna all’irrilevanza politica in campo internazionale.

Ecco perché serve uno sforzo da parte di tutto il centro moderato per ispirare una trasformazione del centro destra in senso riformista. E in questa direzione il Ppe rimane la soluzione più affidabile.


*Carlo Costalli è presidente del Movimento Cristiano Lavoratori


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