Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Comitato editoriale

Minori, stranieri, non accompagnati. Perché l’Italia deve ripartire dall’affido

In Italia, al 31 marzo 2019, sono 8.342 i minori non accompagnati. Ma solo il 3% ha potuto beneficiare dell’affido familiare. «Eppure», dice Ivano Abbruzzi, presidente di Fondazione l'Albero della Vita, «l’affido è uno strumento di progresso del nostro sistema sociale. Segnale importante di una società avanzata»

di Redazione

Al 31 marzo 2019, il numero di minori stranieri non accompagni arrivati in Italia è di 8.342. I dati sono stati raccolti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Ma solo il 3% ha potuto beneficiare dell’affido familiare. La maggioranza, invece, è stata indirizzata in strutture d’accoglienza.

Perché? «Lo strumento dell’affido in Italia ha bisogni di decollare», ha spiegato il presidente della Fondazione L’Albero della Vita, Ivano Abbruzzi, all’apertura del convegno “Minori stranieri non accompagnati: la sfida dell’accoglienza. Politiche e standard per promuovere l’affido familiare”, organizzato dalla stessa fondazione. «Il progetto di cui parliamo oggi», continua Abbruzzi, «è di messa a sistema, studio, riflessione qualitativa sugli strumenti e sull’approccio di lavoro. Sogno un mondo dove tutte le istituzioni inizino a considerare l’affido come strumento di progresso del nostro sistema sociale. Strumento di solidarietà e prossimità. Segnale importante di una società avanzata».

L’evento nasce nell’ambito del progetto europeo FORUM FOR Unaccompanied Minors: transfer of knowledge for professionals to increase foster care un progetto co-finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea, coordinato da Fondazione L’Albero della Vita, in partnership con organizzazioni europee in Austria, Spagna, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia, Regno Unito e Belgio. Nel suo primo anno di svolgimento. Il progetto FORUM ha lavorato a favorire lo scambio di conoscenze e buone prassi tra organizzazioni di paesi con una consolidata esperienza di affido per MSNA e associazioni attive in paesi con minore esperienza, a diffondere e sensibilizzare il Parlamento Europeo sulla tematica e a rafforzare le competenze dei professionisti del settore attraverso percorsi formativi.

Ecco i punti del Minimum Standard per l’Affido familiare di minori stranieri non accompagnati

Sviluppo emotivo, sociale ed educativo dei minori
Le famiglie affidatarie di minori stranieri dovrebbero aiutarli a vivere appieno una vita familiare, farli sentire membri della famiglia affidataria, ed essere deputate a prendere decisioni di gestione ordinaria così come farebbero con un proprio figlio.

Reclutamento, valutazione e formazione
Un servizio di affido dovrebbe reclutare, valutare e sostenere un gruppo diversificato di affidatari in grado di rispondere in modo appropriato alle molteplici esigenze dei minori stranieri non accompagnati a cui forniscono assistenza, tenendo conto delle specifiche esigenze etniche, culturali, religiose e linguistiche. Il servizio di affido dovrebbe anche sviluppare criteri chiari e precisi per orientare una selezione del minore per una determinata famiglia, tenendo in forte considerazione il loro background, bisogni specifici e qualsiasi altro aspetto rilevante che possa influenzare il rapporto con la famiglia affidataria.

Collocamenti
Prima del collocamento di ogni minore, l'affidatario dovrebbe ricevere tutte le informazioni in possesso del servizio di accoglienza di cui ha bisogno per svolgere efficacemente il proprio ruolo. Le informazioni devono venir fornite in una forma scritta, chiara e completa, indicando anche che tipo di supporto e sostegno sarà disponibile per l'affidatario. È molto importante riconoscere la sensibilità di alcune delle informazioni e la necessità di garantire la protezione dei dati, nonché la riservatezza. Deve essere regolamentata con attenzione e non utilizzata per bloccare il passaggio di informazioni rilevanti alla famiglia. La collocazione dovrebbe essere discussa con il minore e gli devono essere fornite informazioni sul servizio affido e sui diritti di cui è titolare.

Formazione, sviluppo e supporto continuo
Le famiglie affidatarie devono ricevere una formazione adatta a svolgere il loro ruolo e seguite nella fase di questo sviluppo. Dovrebbe essere istituito un quadro chiaro di formazione e sviluppo, che dovrebbe essere utilizzato come base per valutare le prestazioni degli affidatari e identificare le loro esigenze di sviluppo. Le famiglie affidatarie dovrebbero avere a disposizione servizi di supporto adeguati per apprendere competenze e approcci che possano aiutarli a fornire al minore affidatario la migliore assistenza possibile.

Monitoraggio
L'agenzia o autorità competente dovrebbe visitare e condurre un monitoraggio di ogni affido, prevedendo almeno quattro visite durante l'anno, con intervalli di circa tre mesi fino al compimento del 18° anno di età del minore, o, nel caso in cui l'affido continui, fino alla fine dell'affido.

Promuovere l'indipendenza e la transizione verso l'età adulta
Le famiglie affidatarie dovrebbero essere supportate anche nel momento della fine dell’affido, con modalità adeguate alla ragione per cui tale affido termina.

All’evento hanno partecipato Pierfrancesco Majorino, Assessore Politiche Sociali, Salute e Diritti Comune di Milano, Ivano Abbruzzi, Presidente Fondazione L’Albero della Vita Onlus, Maria Carla Gatto, Presidente del Tribunale dei Minori di Milano, Silvana Mordeglia, Rappresentante della Fondazione Nazionale degli Assistenti Sociali e del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS), Stefano Scarpelli, Ufficio dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Sandra Zampa, Promotrice e relatrice della legge 47/2017, consulente giuridico esperto in diritti umani dell’infanzia e dell’adolescenza presso il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU), Maria Elisabetta Cimellaro, della DG dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Insieme a loro, tanti altri referenti istituzionali ed esperti del settore, ma anche testimonianze dirette di ragazzi e genitori che hanno sperimentato l’affido familiare per tracciare un quadro legislativo e sociale di riferimento sui Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia, comprendere quali sono le esperienze e le buone pratiche di affido familiare in Europa e ascoltare la voce di famiglie affidatarie e minori stranieri non accompagnati.