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Italia, sveglia! È allarme salute e occupazione sul bando per le mense romane

ActionAid, Cittadinanzattiva e Slow Food intervengono sul nuovo bando per le mense scolastiche della Capitale: “Al Campidoglio chiediamo di rivederlo per garantire una mensa giusta ai nostri bambini”

di Redazione

“Il nuovo bando per la refezione scolastica nelle mense delle scuole di Roma solleva una più che giustificata preoccupazione da parte di Sindacati, famiglie dei piccoli utenti, organizzazioni civiche come le nostre”, così commentano Cittadinanzattiva, ActionAid e Slow Food che sotto l’alleanza “Italia, Sveglia” si occupano da anni di qualità, accessibilità e sostenibilità del servizio di ristorazione scolastica.

Fino ad oggi le mense scolastiche romane hanno rappresentato un buon servizio per la città sia per la qualità dei cibi e la varietà dei menù proposti, sia per i costi calmierati per l’utenza così come per la compresenza di due sistemi di gestione, centralizzata e in autogestione, elemento peculiare del sistema di refezione scolastico romano.

Il nuovo bando, atteso da mesi dopo tanti rinvii, si applica, contrariamente al precedente, anche agli asili nido, per un totale di circa 200mila utenti, e prevede costi sempre più ridotti per l’amministrazione comunale, inevitabile abbassamento della qualità dei prodotti e dei pasti e pone a rischio molti posti di lavoratori del settore. Inoltre, non avrebbe la consueta validità triennale ma varrebbe solo per il prossimo anno scolastico, con innegabili conseguenze sul livello di investimento che le aziende potrebbero dedicarvi visto il tempo ridotto di validità. Il costo del pasto, sostenuto dal Comune, per ogni singolo bambino degli asili nido passerà dagli attuali 7 euro a circa 4 euro, mentre per le scuole elementaripasserà dai 4.50 euro ciascuno a 4 euro. Si prospetta, inoltre, un serio rischio licenziamento per circa 330 lavoratori e lavoratrici delle mense autogestite, poiché 40 di queste sarebbero assorbite nella gestione centralizzata.

“Chiediamo all'Amministrazione Comunale – concludono le tre associazioni – di riconsiderare le gravi conseguenze che si andrebbero a creare con il nuovo bando ed in particolare di: mantenere la distinzione tra ristorazione rivolta ai nidi e quella destinata alle scuole primaria e secondaria proprio per la particolarità, in termini di qualità e quantità, dei pasti erogati ai più piccoli; e di garantire la compresenza delle mense autogestite con quelle centralizzate.

All’Anac viene inoltre chiesto di pronunciarsi prima dell’aggiudicazione sulle criticità presenti nel bando, riguardanti il costo dei pasti e l’esclusione di un numero cospicuo di lavoratori dipendenti delle mense autogestite.