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Assemblea 2019 e adeguamenti statutari: la Riforma sia occasione di “rifondazione”

«Non bisogna interpretare la Riforma come manutentiva ma bensì rifondativa. Per fare ciò occorre mettere al primo posto il suo spirito innovativo, che deve spingere gli Enti del Terzo Settore ad effettuare una autoanalisi in termini valoriali, tecnici, gestionali, giuridici, contabili, strategici ed organizzativi», dice Speziale. Anffas approva il rafforzamento della Piattaforma Italiana degli Autorappresentanti

di Redazione

Alla luce della recente Riforma del Terzo settore, pur nella consapevolezza delle non poche criticità riscontrate a causa della mancata emanazione di alcuni Decreti attuativi, nonché dalla mancata istituzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, l’Assemblea Nazionale di Anffas ha approvato le modifiche allo statuto ed al regolamento di Anffas Nazionale, nonché l’istituzione di un Consiglio Nazionale composto, di diritto, da tutti i Presidenti e Coordinatori delle Anffas Regionali e dai Presidenti della Fondazione Nazionale “Dopo di noi” Anffas e del Consorzio la Rosa Blu; il rafforzamento della Piattaforma Italiana degli Autorappresentanti (PIAM), fondata dal movimento “Io cittadino” ed aderente, a livello europeo, ad EPSA, attraverso la previsione della costituzione di gruppi locali e regionali e con diritto di partecipazione attiva alla vita associativa ai vari livelli. L'Assemblea nazionale ha visto la presenza di 350 rappresentanti e si è chiusa il 31 maggio.

«Non vi è dubbio che tutte le nostre organizzazioni, in questi mesi, sono state e saranno ancora coinvolte in un impegnativo e per nulla semplice lavoro di trasformazione ed adeguamento a quanto previsto dalla Riforma», afferma Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas. «Una riforma che non bisogna interpretare come manutentiva ma bensì rifondativa. Per fare ciò occorre mettere al primo posto il suo spirito innovativo, che deve spingere gli Enti del Terzo Settore ad effettuare una autoanalisi in termini valoriali, tecnici, gestionali, giuridici, contabili, strategici ed organizzativi». Infatti la Riforma del Terzo Settore dichiara di «riconosce il valore e sostenere l’iniziativa dei cittadini che cooperano, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, a potenziare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l'inclusione e il pieno sviluppo della persona e a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa». Pertanto «il nostro auspicio è che sia proprio questa la vera finalità della Riforma, senza che la stessa si trasformi, come in alcuni casi sembra essere, in un sistema estremante complesso e burocratico. Sistema che rischia di penalizzare il mondo delle associazioni a vantaggio di altri enti o del “mercato”», continua Speziale. «Se lo Stato attraverso la Riforma si prefigge di dare valore e riconoscere la funzione sociale degli enti del Terzo settore e dell'associazionismo quale espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, promuovendone lo sviluppo e favorendone l'apporto originale per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, lo deve fare senza costringere il nostro mondo ad inutili e farraginosi “orpelli” che rischiano, paradossalmente, di mettere “fuori gioco” una miriade di realtà associative sotto il peso di adempimenti, controlli e nuovi oneri, non sempre sostenibili».

«In buona sostanza, conclude Speziale, Anffas ha voluto fortemente interpretare la Riforma come un’opportunità di cambiamento per innovarsi e sviluppare nuove competenze e capacità. Ed è in forza di tale assunto che Anffas continuerà ad operare per essere sempre all’altezza del suo ruolo, grazie allo storico e forte radicamento territoriale ed al suo essere grande associazione di famiglie e persone con disabilità, ma continuerà anche a vigilare affinché la riforma non finisca con lo snaturare gli elementi valoriali che la stessa dichiara di voler perseguire».