Comitato editoriale

“Insieme” è la parola d’ordine di Ail Bologna

Apre martedì 4 giugno nel capoluogo emiliano la mostra “Ail – Ieri, Oggi, Domani" celebrativa dei 50 anni di Ail. La sezione bolognese presenta i risultati della sua attività per il 2018 con il bilancio di missione che comprende la Vis – la valutazione di impatto sociale - di una realtà che conta oltre 500 volontari e che dalla sua nascita nel 1992 ha investito oltre 22 milioni di euro in servizi e ricerca

di Antonietta Nembri

A Bologna la mostra che celebra i 50 anni di Ail – l’Associazione Italiana contro le Leucemie – linfomi e mieloma onlus – ha trovato una location che dice molto del rapporto che la sezione Ail Bologna ha con la città e il territorio: la Sala Ercole di Palazzo Accursio, la storica sede del Comune in piazza Maggiore. Il capoluogo emiliano è la seconda tappa dopo Roma di “Ail – Ieri, oggi, domani” l’esposizione che permette di ripercorrere cronologicamente momenti, episodi e personaggi che hanno contribuito alla nascita e alla crescita dell’associazione che, in mezzo secolo di attività ha saputo attrarre quasi 20mila volontari sul territorio nazionale che operano attraverso 81 Sezioni provinciali, tra cui appuntao la sezione di Bologna, contribuendo a scrivere in pochi decenni alcune fondamentali pagine dell’Ematologia italiana.

L’apertura ufficiale della mostra, martedì 4 giugno (ore 18) sarà anche l’occasione per presentare pubblicamente il Bilancio di missione della sezione bolognese di Ail che, come spiega Alessandra La Palombara responsabile Fundraising di Ail Bologna, «quest’anno ha come parola guida “Insieme”: insieme ai pazienti che sono il centro delle nostre attività, ma anche insieme ai giovani ricercatori – 35 quelli che abbiamo sostenuto – insieme ai nostri sostenitori e soprattutto insieme agli oltre 570 volontari». In occasione della presentazione a Palazzo Accursio della mostra, l’assessore comunale alle Politiche per il Terzo settore, Marco Lombardo, ha osservato che «Ail ci aiuta a costruire una visione solidale del territorio» e che la mostra è «ospitata nella casa dei cittadini di Bologna», un segno del far parte di un insieme. «Senza Ail non saremmo un istituto di ematologia, ma un ospedale ematologico» ha detto Gianantonio Rosti: ematologo “Istituto L. e A. Seràgnoli” sottolineando l’importanza del «gioco di squadra: stare insieme ai pazienti, ai volontari, partecipare perché l’ematologia del Seragnoli va di pari passo con la ricerca».


da sinistra: Emanuela Zocaro, responsabile Ufficio Stampa AIl Nazionale; Gianantonio Rosti, ematologo Istituto L. e A. Seràgnoli, Alessandra La Palombara, responsabile fundraising Ail Bologna; Silvia Zini, Dg Ail Bologna; Marco Lombardo, assessore alle Politiche per il Terzo settore; Achille Contedini, vice presidente Ail Bologna; Alberto Romani, tesoriere Ail Bologna

Fondata nel 1969 a Roma oggi Ail è una realtà forte e radicata in tutto il Paese, presente più che mai nel cuore della gente. A Bologna Ail è nata nel 1992 e nella mostra un grande pannello racconta la storia nazionale con alcuni riquadri in cui si narrano le tappe bolognesi, come in un grande flusso.
«Questo è un anno indimenticabile per me e per tutti coloro che hanno visto crescere, a partire dai primi anni ’70, l’Ematologia nel nostro Paese, grazie anche all’entusiasmo e all’impegno dei volontari Ail», dichiara Sante Tura, uno dei padri fondatori dell’Ematologia e presidente Ail Bologna, noto a livello internazionale per l’alto profilo professionale e la grande umanità. «La missione della sezione bolognese di Ail, quella di curare la malattia e prendersi cura della persona, è sempre la stessa, in passato, ora e in futuro».

I successi e i risultati ottenuti nell’arco di oltre 25 anni da Ail Bologna si possono ripercorrere nell’itinerario della mostra. La sezione bolognese, nello spirito di Ail nazionale, aderisce all’onda di cambiamento suggerita dalla riforma del Terzo settore che presenta l’avvio di un importante studio di Valutazione dell’Impatto Sociale (Vis), che avrà come obiettivo la misurazione del ritorno sociale degli investimenti. Tema caro ad Ail nazionale.
«Cerchiamo di portare avanti una valutazione qualitativa e quantitativa di ogni servizio» spiega La Palombara. «per esempio l’assistenza domiciliare ha un costo pari a un terzo dell’assistenza ospedaliera, mentre se prendiamo il servizio navetta occorre valutare anche le ore che risparmiano i familiari che dovrebbero chiedere permessi, sono tutte azioni che vanno ad alleggerire la spesa sociale. La valutazione considera anche la ricaduta sul welfare territoriale, sul costo che sarebbe a carico della pubblica amministrazione».

La mostra è un viaggio cronologico che affianca ai classici pannelli esplicativi, video e foto per raccontare mezzo secolo di storia a partire dalla nascita dell’associazione con le tappe principali e le attività portate avanti fino ad oggi. I visitatori potranno lasciare una loro emozione, un loro pensiero in un corner ideato per raccogliere le loro impressioni sulla mostra e su ciò che l’esposizione gli ha trasmesso e potranno anche ricevere una foto con il frame della da condividere sui Social con gli hashtag #50anniconAil e #AilIeriOggiDomani.

Ail Bologna, i numeri dal 1992 a oggi
Oltre 10,5 milioni di euro sono stati destinati alla ricerca scientifica sulle malattie onco-ematologiche, svolta all’Istituto di Ematologia e Oncologia Medica “L. e A. Seràgnoli” del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna, finanziando il lavoro di circa 35 giovani ricercatori ogni anno. Oltre 150 l’anno le pubblicazioni scientifiche frutto del lavoro dei ricercatori dell’Istituto “L. e A. Seràgnoli”, ovvero 2 pubblicazioni a settimana. I risultati di questi studi di alto livello sono stati pubblicati sulle maggiori riviste scientifiche, nazionali e internazionali.

Oltre 8 milioni di euro sono stati dedicati al finanziamento dei Servizi di Assistenza Sanitaria e Sociale offerti gratuitamente ai pazienti onco-ematologici e alle loro famiglie; tra questi: il Servizio di assistenza domiciliare ematologica, offerto gratuitamente ogni anno a circa 190 pazienti di Bologna e provincia, per una durata media di un anno per ciascun paziente; la Casa AIL, che accoglie i pazienti dell’Istituto “L. e A. Seràgnoli” non residenti a Bologna e un loro accompagnatore ed ospita ogni anno oltre 180 nuclei familiari per tutto il tempo necessario alle terapie; l’estensione dell’orario di Day Hospital onco-ematologico dell’Istituto “L. e A. Seràgnoli” al pomeriggio e al sabato mattina; il Servizio di assistenza psicologica specialistica, offerto gratuitamente ai pazienti in cura e ai loro familiari con 150 persone seguite in media ogni anno; il Servizio navetta offerto gratuitamente ai pazienti onco-ematologici in cura presso l’Istituto “L. e A. Seràgnoli” , accompagnati dai meravigliosi volontari Ail Bologna da casa al Day Hospital e viceversa.
Oltre 500 i volontari, donne e uomini che ogni giorno donano tempo, energie, competenze, ottimismo, sostegno e la loro personale rete di relazioni ad Ail Bologna per un unico fine condiviso: quello di curare sempre meglio i pazienti, di rendere i tumori del sangue un giorno guaribili e di aiutare in modo concreto coloro che affrontano queste malattie.

L’invito conclusivo di La Palombara è a «mettete in agenda 3 ore l’anno di volontariato, cambierete la vita di qualcuno in meglio e anche la vostra». In tre ore si può fare un turno in un banchetto, ma non solo «si può prendere un the con un paziente di Casa Ail, guidare la navetta o dedicare il tuo prossimo complaeanno all’Ail».

Martedì 4 giugno l’inaugurazione della mosta sui 50 anni di Ail vedrà la partecipazione di: Sante Tura, professore onorario di Ematologia e presidente Ail Bologna e, tra gli altri, Stefano Zamagni, economista all’Università di Bologna, Michele Cavo, Direttore di Ematologia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna e Alberto Romani, tesoriere e segretario Ail Bologna.


Nell'immagine in apertura uno dei pannelli della mostra dedicato ai volontari