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Media, Arte, Cultura

Napoli, se il teatro diventa diffuso

Oltre 150 eventi, 37 giorni di programmazione, 40 luoghi di spettacolo
, 12 sezioni, 60 prime di spettacoli italiani e stranieri. Particolarmente significativi, in questa dodicesima edizione del “Napoli Teatro festival Italia” sono i temi della pluridentità e dell’apertura ai flussi culturali del mondo contemporaneo

di Redazione

Dal prossimo 8 giugno, fino al 14 luglio, a Napoli il teatro si fa diffuso. Riparte infatti la dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la terza diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata con il sostegno della Regione Campania, e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival.

Oltre 150 eventi, per 37 giorni di programmazione, distribuiti in 40 luoghi tra Napoli e altre città della Campania (Salerno, Benevento, Caserta, Carditello, Baia, Amalfi, Pietrelcina e Mercogliano), dove andranno in scena creazioni mai presentate in Italia — prime nazionali e internazionali —, e coproduzioni che confermano l’attività produttiva del Festival.
Il Napoli Teatro Festival Italia si pone come organismo di crescita culturale e sociale, in tal senso favorirà la partecipazione del pubblico, continuando a proporre un’oculata politica di prezzi, con biglietti popolari (da 8 a 5 euro) e agevolazioni assolute per le fasce sociali più deboli.

L’edizione 2019 presenta 29 eventi internazionali, di cui 19 prime in Italia tra prosa e danza, e 44 prime di spettacoli italiani. Il NTFI amplia anche la sua struttura e diventano 12 le sezioni del festival. Alle 11 già consolidate del progetto artistico di Ruggero Cappuccio (Italiana, Internazionale, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Laboratori, Progetti Speciali) si aggiunge la nuova sezione dedicata al Teatro Ragazzi, che quest’anno propone Puglia Showcase Kids, una vetrina di spettacoli e momenti di approfondimento rivolta alla migliore produzione per ragazzi, promossa dalla Regione Puglia, ideata e realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese.

Nell’edizione 2019 del festival, a Napoli si incroceranno lingue e sonorità diverse, linguaggi innovativi e tradizione della scena, antico e contemporaneo, che caratterizzano una programmazione tesa a favorire una ricongiunzione organica tra le arti. Particolarmente significativi, in questa dodicesima edizione, sono i temi della multiculturalità, della pluridentità e dell’apertura ai flussi culturali del mondo contemporaneo.

La rete creata con altri Festival internazionali (Les Bancs Publics – festival Les Rencontres à l'échelle; Shubbak festival of London; Weimar art festival; Palais des Beaux Arts Bozar; Dancing on the Edge festival; Festival di Ravenna e Festival di Spoleto), gli Istituti di cultura (Institut Français; Goethe-Institut; Istituto Cervantes e il British Council), e le fondazioni culturali (Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea), fonda un nuovo progetto di cooperazione culturale, che coinvolge artisti rifugiati in Italia e in Europa, in collaborazione con le Università del territorio (Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli) e altre istituzioni europee, al fine di dare sostegno e palcoscenico alla creazione artistica post-migratoria e ad un nuovo concetto di Europa basato sull’inclusione e sul dialogo. Un progetto che possa sostenere non soltanto le diversità di provenienza, ma anche differenti visioni artistiche, confermando l’apertura alle creazioni che raccontano la migrazione e il ruolo degli artisti in esilio in Europa, in un’ottica che favorisca il welfare culturale e la cooperazione. In prima nazionale e in prima assoluta, grandi artisti europei o rifugiati in Europa presenteranno a Napoli le loro nuove creazioni.


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