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Il Collegio Urbano vince la Clericus Cup 2019

Vittoria in finale per 3-0 contro il Sedes Sapientiae. Terzo posto per San Guanella e amici

di Lorenzo Maria Alvaro

La 13esima edizione della Clericus Cup va al Pontificio Collegio Urbano, che batte per 3-0 il Sedes Sapientiae, per la prima volta in finale, fa bottino degli altri premi. L’Urbano è la prima squadra che vince per quattro volte la Coppa col saturno grazie a una doppietta del senegalese Joachin Balji e al gol del capitano sudafricano Sifiso Ndlovu, nella partita di sabato 1 giugno. Terzi San Guanella e Amici che batte per 2-1 i North American Martyrs. Un’importante vittoria: gli americani hanno vinto tre volte, l’ultima lo scorso anno. Per l’allenatore, il reverendo Drew Olson, «è l’ultima partita prima di tornare nella mia diocesi di Madison, nel Winsconsin, sarò vicario in una parrocchia». Riguardo al calcio: «Mi ha dato tanto, ha coinvolto tutto il Collegio. Grazie alla risonanza sui media è stato un altro modo per essere in contatto con le famiglie. Il gioco insegna virtù, più disciplina, a lavorare con gli altri».

Terzo posto per San Guanella e amici
Bonaventure Onwukwe, nigeriano: «Mi occupo dell’organizzazione della squadra, è la quinta Clericus. Ho imparato che si può arrivare all’unità nella diversità. Per la prima volta siamo arrivati terzi. Il 3 agosto sarò ordinato sacerdote in Nigeria». L’azione più bella? «Aver messo la fascia di capitano a Papa Francesco mercoledì scorso». Tutti i capitani, e qualche calciatore, giocano con la maglia autografata dal Papa «Con pennarello indelebile», sottolineano.

Il tifo è intenso
Le squadre vanno sotto gli spalti a ringraziare tra tamburi, cori, bandiere e striscioni. Il rettore dell’Urbano, monsignor Vincenzo Viva, indossa la sciarpa della squadra. Don Javier Canosa, rettore del Sedes Sapientiae, segue dalla panchina: «È un’occasione per crescere nella gioia. Come ha detto il Papa “alcuni giocano in squadre diverse ma sono dello stesso Paese”. Lo sport aiuta la formazione, i valori combaciano, come rialzarsi dopo la sconfitta». Don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico del Csi: «Questa è l’occasione per sacerdoti e seminaristi di fare esperienza di sport, un’opportunità del ministero. Dovranno sempre mettere insieme persone diverse, creare ponti, come dice il Papa».

Tornando alla finale, la cronaca vede nel primo tempo le squadre abbastanza alla pari. Poco dopo l’inizio si profila il primo gol dell’Urbano fermato dalla difesa in calcio d’angolo dei rossocrociati. Arriva un calcio di punizione del camerunense Evina Avidi contro il Sedes che chiude grazie al calcio d’angolo del brasiliano Joao Funari.

Nella ripresa un calcio di rigore al 5’per un intervento di braccio del messicano del Sedes Ceferino Carmona. Calcia il numero 10 Badji. Gol. Il Sedes Sapientie attacca con il messicano Tito Hernandez, che gioca con il 3: la sua numero 9, autografata dal Papa, verrà incorniciata dal rettore. Il Sedes contiene gli attacchi con una difesa forte. Al 18’ l’uscita del portiere crociato ghanese Patrick Anasenchor sull’ugandese Robert Kayiwa, viene ammonito per protesta Hernandez: arriva il secondo rigore. La panchina del Sedes è incredula. Badji segna ancora. Vari cambi per le squadre. Duri scontri. Alla fine tre cartellini gialli. Al 29’ il gol del capitano Ndlovu.

Il capitano del Sedes, Carmona, con il sombrero: «Felice del risultato, è la prima volta che abbiamo giocato la finale. I due rigori non c’erano ma non si può contestare l’arbitro. Va bene così». Vincono i premi per il miglior portiere, Anasenchor; il miglior bomber, Nyamwihula con 6 reti, e il miglior tecnico, il messicano don José Huerta. Il terzo tempo prevede la preghiera comune. Una Salve Regina sullo sfondo del Cupolone e lo scambio di complimenti tra i rettori.

Le premiazioni sono effettuate da don Alessio Albertini, Santiago Perez de Camino, responsabile Ufficio Chiesa e Sport del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, Alessandro Pellas, consigliere Csi Roma, e un rappresentante dell’AWS, che regala ai vincitori i biglietti per assistere allo spettacolo “Giudizio Universale”.


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