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Il ballottaggio a Valdagno, laboratorio di democrazia partecipativa

Nel paese, storica sede del colosso mondiale tessile “Marzotto”, dove i contribuenti destinano in massa il loro 5 per mille al Comune per il miglioramento dei loro servizi sociali, asili, residenze per anziani, servizi per disabili e immigrati

di Cristiano Morsolin

Chi l’ha detto che nei confronti delle amministrazioni pubbliche gli italiani nutrano solo diffidenza? A Valdagno (provincia di Vicenza), storica sede del colosso mondiale tessile “Marzotto”, i contribuenti destinano in massa il loro 5 per mille, per il miglioramento dei loro servizi sociali, asili, residenze per anziani, servizi per disabili e immigrati.

2.975 valdagnesi (su un totale di 26.000 abitanti, 11% dell’intera popolazione) hanno dirottato il 5 per mille per le attivitá sociali del loro comune di residenza, assegnando sul welfare locale ben 75.000 euro.

Cosí un recente articolo di La Repubblica dipinge questo laboratorio di democrazia participativa; dal 1998 Valdagno é governata dal centrosinistra con i sindaci Bosetti, Neri, Acerbi, un’isola felice in controtendenza, nel veneto leghista.

Gli annali di storia ricordano la data emblematica del 19 aprile 1968: a Valdagno migliaia di operai hanno abbattuto la statua del conte Gaetano Marzotto, innescando una mobilitazione mondiale sulla scia del maggio parigino e rompendo il paternalismo del padre-padrone che aveva costruito una «cittá sociale e dell’armonia», modello culturale di integrazione tra fabbrica e società, tra dimensione famigliare e attività sociali, ricreative e sportive, «forse il più importante complesso di opere assistenziali in Italia», secondo lo scrittore Guido Piovene.

I manganelli del ministro
Lunedi scorso 3 giugno, il Ministro Matteo Salvini é venuto a Valdagno con un forte dispiegamento di forze dell’ordine in tenuta antisommossa perché pochi giorni prima, sconosciuti hanno depositato del letame davanti alla sede della Lega durante un’altro comizio di Salvini a Schio (collegata via tunnel con Valdagno).

Salvini sottolinea che «qui comanda la sinistra da qualche decennio. Quando fai campagna elettorale non proponendo idee ma insultando l’avversario, vuol dire che hai già perso. Se la gente che il 26 maggio ha scelto il cambiamento torna alle urne, la partita è vinta. La sinistra ha smesso di occuparsi degli operai prediligendo le cene con i banchieri. Dico largo ai giovani, come Burtini (candidato leghista), un 33enne che porterà una ventata di energia».

Tra applausi ed incitamenti da stadio, prova a levarsi anche una contestazione. Un gruppo di ragazzi urla «vergogna». Un cordone di polizia li allontana di una decina di metri. Salvini chiede l’applauso «per i comunisti» ed è accontentato: «Faremo un museo per i panda, i pappagalli ed i comunisti». Il gruppetto contestatore ha dichiarato di non essere legato ad alcuna associazione politica: «Siamo sostenitori di Acerbi (sindaco PD uscente, al ballottaggio dopo aver ottenuto 45%). Oggi abbiamo sentito sciocchezze. Più che Salvini, contestiamo Burtini». Durante il loro “respingimento” (cosí definito dal Giornale di Vicenza) è intervenuta l’ex deputata del Pds, Mariangela Gritta Grainer. «Avevo paura che la polizia li caricasse, mi sono messa davanti per difenderli. Per fortuna non è successo alcunché».

I manganelli di Salvini vengono fermati da Mariangela Gritta Grainer, giá membro del comitato parlamentare di inchiesta sulla cooperazione internazionale in Somalia, giá portavoce dell’Associazione Ilaria Alpi (ha appena pubblicato il nuovo libro “La strada di Ilaria” (Milieu edizioni), responsabile nazionale del settore pace per PCI-PDS negli anni 90, una storia di militanza valdagnese che esprime tutto un percorso collettivo di etica e politica.

Non possiamo più tacere, disagio ecclesiale contro Salvini
Dal palco Salvini mostra di nuovo un crocefisso: «Me l’ha regalato una signora quando sono arrivato, e la ringrazio». Immediata é stata la reazione dei preti e delle comunità cristiane del Vicentino: disagio dopo il comizio del ministro Salvini a Valdagno, quando ha baciato il rosario.

A dare forma esplicita alla sofferenza di tanti preti berici è il parroco di Cornedo-Muzzolon-Spagnago (situato al sud di Valdagno), don Claudio Bassotto, con una lettera aperta dove scrive «credo fermamente che la libertà di coscienza e la pluralità di opinioni in campo politico, morale e religioso siano un grande valore, da rispettare e incentivare. Tuttavia vi sono alcune situazioni nelle quali, come cittadini e come cristiani, non possiamo tacere».

«Quando ho visto il rosario ostentato e baciato in un comizio di partito a scopi elettorali – spiega il parroco di Cornedo, 47 anni – ho provato profonda tristezza, amarezza e delusione. Come cristiano sono profondamente indignato perché offende me, la nostra fede cristiana e tantissimi uomini e donne che considerano il rosario un oggetto di pietà e non un feticcio da esibire in piazza; la preghiera è una cosa sacra e non si può usare per fini propagandistici. Come uomo sono sconcertato, vedendo una piazza gremita che non si scandalizza e che fischia quando viene nominato Papa Francesco. Mi spiace vedere come nei comizi, che richiamano intere folle, spesso si perda l’uso del buon senso e della ragionevolezza. La storia a riguardo insegna molto, ma non sempre siamo disposti ad imparare. Come cittadino italiano sono seriamente preoccupato, quando vedo un ministro del mio Paese esibirsi in questo modo, invadendo ambiti che non sono suoi, usando termini ed espressioni che non sono consoni al suo ministero. Faccio mie le parole del cardinal Pietro Parolin: ‘Credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso’ “. Don Claudio Bassotto conclude affermando che “il vangelo ci invita ad esporci e a prendere posizione. Non dobbiamo fare le crociate perché nessuno deve essere considerato un nemico, ma non possiamo restare indifferenti, perchè l’indifferenza è già una scelta, l’indifferenza è la triste premessa alla perdita della fede, della carità, della pace e della giustizia».

Anche Caterina Pozzato, presidente diocesana Azione Cattolica AC Vicenza, denuncia che «il limite sacro è stato oltrepassato». Pozzato ha diffuso un messaggio dove sottolinea che «ora non possiamo più tacere. Dopo che per l’ennesima volta un politico che ricopre una carica istituzionale di primo piano ha strumentalizzato i segni della fede, baciando il rosario e brandendo come arma il Cuore immacolato di Maria in un comizio elettorale, e ha sfidato con toni da stadio papa Francesco, non possiamo stare in silenzio. Io sono sbigottita e offesa. Mi sembrano bestemmie. Ma mi chiedo anche come siamo arrivati a questo punto di spudorato uso della religione a sostegno di un disinvolto disprezzo della compassione. Quand’ero bambina, nei primi anni Sessanta, passavano i poveri a chiedere la carità nelle nostre case spartane, senza veri cancelli e con le porte aperte. Troppi se ne sono scordati. Mia madre, vedova e con la quinta elementare, mi insegnava a dare qualcosa a ciascuno con rispetto, che fossero 20 lire, un po’ di farina o un bicchiere di vino. La povertà non era una colpa. Tra i cinque e i sei anni ho “accudito”, facendogli compagnia per lunghe ore, il nonno novantenne, allettato. Quanti rosari mi ha fatto recitare! Mi ha insegnato a recitarli, non a brandirli! Abbiamo seminato male? Non abbiamo vigilato? Abbiamo dimenticato i padri della fede e della Costituzione? Scendendo un gradino alla volta mi pare che quasi senza accorgercene ci siamo allontanati dall’umanità, dalla fede, dalla carità. Non è mai troppo tardi per riprendere a gettare seme buono e per pregare. Ma insieme occorre anche alzare la voce per dire che la misura è colma, che un limite sacro è stato oltrepassato», conclude la presidente diocesana vicentina dell’Azione Cattolica.

Espressione Popolare
Florindo Morsolin, gia vice-segretario generale del Comune di Recoaro Terme, era consigliere comunale agli inizi anni ’80 con la nascente lista civica “Espressione Popolare” (tra le prime in Italia), che dall’opposizione alla Democrazia Cristiana ha costruito le basi etiche del percorso di cambiamento sociale e politico che a Valdagno continua in quest’ultimo ventennio.

Florindo Morsolin é molto preoccupato, spiega che «è venuto per la prima volta a Valdagno, Matteo Salvini, insieme a tutta la giunta regionale del Veneto e una decina di deputati europei. E' stato accolto come fosse il presidente della Repubblica. Tutta la piazza del Municipio era strapiena. C'erano centinaia di poliziotti in divisa di sommossa. Per un'ora gli hanno tributato applausi a non finire per ogni affermazione che faceva, contro gli immigrati, contro i corrotti, contro Acerbi Giancarlo, contro Zingaretti insomma contro gli oppositori, contro tutti, prendendo in giro anche la Chiesa. Non possiamo accettare questo attacco alla nostra fede, ai valori di pace, che ci hanno insegnato i nostri nonni durante la guerra di liberazione. Serve una risposta immediata o….mai più».

L’indignazione di Morsolin Florindo si trasforma in un accalorato appello, insieme a vari esponenti del mondo ecclesiale di Valdagno – tra cui Antoniazzi Umberto, Mauro Dal Lago, Michele Cocco, Gianpiero Pivato, Alessio Bicego, Guido Novella, Sergio Dal Medico, Vincenzo Cordiano, in favore della re-elezione del Sindaco Giancarlo Acerbi.

«La nostra Cittá ha bisogno di un Sindaco capace, competente, onesto e impegnato, ma soprattutto al di fuori delle indicazioni delle segreterie di partito. Siamo noi cittadini valdagnesi che indichiamo e dobbiamo indicare il candidato Sindaco più valido e capace per amministrare bene la nostra bella Città; per continuare la promozione del nostro territorio, le nostre molteplici attività culturali e le variegate offerte scolastiche, la salvaguardia del nostro ambiente, l'aiuto alla Cooperazione Internazionale, il sostegno alle Cooperative Sociali, l'efficacia dei nostri Servizi Sociali e soprattutto la promozione della Sanità di Valle.

A proposito del nostro Ospedale voi certo ricordate che il 25 giugno 2016 con tutta la Valle dell'Agno abbiamo manifestato per difendere l’Ospedale San Lorenzo. La parola d’ordine era: "Valdagno non può restare senza Ospedale perché i primi a rischiare sarebbero i nostri Cittadini che vivono in periferia e nei paesi vicini”.

Grazie a quella determinazione la Regione lo ha inserito nella categoria di “Ospedale di Montagna” che ci dà maggiori garanzie di tutela. Ed è giusto ricordare che in quell'occasione il candidato sindaco della Lega Burtini era assente e sul Giornale di Vicenza dichiarava “… non hanno capito che la battaglia è persa”. Gli atti depositati in Consiglio Comunale stanno a testimoniare le sue parole.

Fra non molto aprirà il nuovo Ospedale di Montecchio e dobbiamo già attrezzarci per evitare che ancora una volta ci spoglino dei Servizi che il nostro Ospedale offre.

Il nostro Sindaco, Giancarlo Acerbi, ha dimostrato in quella occasione volontà, capacità e doti di mediazione utili anche per le sfide future. Abbiamo ancora bisogno di un Sindaco che si prenda a cuore della difesa dell’Ospedale e della salvaguardia del nostro benessere. Noi tutti amiamo la nostra città, centro e periferia: se non cresciamo tutti assieme, il rischio è che si vada incontro a un declino inesorabile in cui non potremo più permetterci certi servizi».

Un cambiamento sociale e politico
Anna Tessaro, rieletta consigliera comunale PD-Scegli Valdagno con ampio successo elettorale, racconta il cammino di cambiamento politico e sociale: «Nel 2012 dopo vent’anni ho scelto di tornare a Valdagno e mi sono sentita di nuovo a casa. La mia città è una comunità aperta, attenta agli altri, solidale, culturalmente vivace, con ottime scuole, ben servita dai mezzi pubblici, con una bellissima pista ciclabile.

E’ abitata da persone consapevoli, organizzate, competenti, che si informano, si impegnano in parrocchia, nello sport, nel volontariato, in associazioni civiche.

Contagiata dal loro entusiasmo nel 2014 mi sono candidata per Giancarlo e sono stata eletta consigliere comunale con delega alla Partecipazione. In questi anni ho cercato soprattutto di stare in mezzo alla gente, di ascoltare, di tessere reti di dialogo tra l’amministrazione e le persone. Ho contribuito alla creazione di Oltreconfine che da tre anni propone una rassegna per riflettere su tematiche culturali e sociali, legate al rispetto dei Diritti Fondamentali nel mondo. Ho avviato un percorso di progettazione partecipata del nuovo Parco comunale di Piana con i bambini della scuola elementare, che verrà realizzato con le loro proposte. Tra le tante cose che sogno per il futuro della nostra città, quella che mi sta più a cuore riguarda la scuola, la prima e più importante agenzia educativa di una società. Sogno a Valdagno scuole con spazi nuovi e aperti, che siano punti di riferimento per tutta la città, in connessione con il mondo civico, del sociale e delle imprese.

Luoghi di formazione ma anche centri di aggregazione culturali ed educativi, in cui tutti i cittadini si impegnino per costruire una nuova comunità di domani», conclude Tessaro.

Il 22 maggio 2019, Harvey Milk Day a Vicenza ha conferito il primo premio 'VI.P. per l’impegno sociale e civile' alla rassegna Oltreconfine (Valdagno), promosso da Anna Tessaro.

Anna Tessaro ha spiegato questo impegno contro il razzismo e in favore dell’inclusione affermando che «questo é un premio per tutta la città, per una comunità che ha scelto di impegnarsi per la difesa dei diritti fondamentali di ogni uomo e donna nel mondo, per il rispetto della libertà, per la promozione della pace, per la diffusione della cultura della solidarietà e dell'accoglienza, per favorire una partecipazione attiva, per uno sviluppo sostenibile, per un mercato equo e solidale, per la cooperazione internazionale.

D'ora in poi continueremo a camminare insieme perché le differenze legate al genere, all'etnia, alla condizione sociale, alla religione, all'orientamento sessuale, alla nazione di provenienza, alla salute, non possano mai essere motivo per discriminare ed emarginare una persona!».

Anche il sindaco Giancarlo Acerbi, 60 anni, proviene dai gruppi giovanili dell’Oratorio Don Bosco di Valdagno, dove il legame fede e politica é cresciuto anche attraverso l’accompagnamento pastorale di sacerdoti come Don Gianantonio Allegri (rapito da Boko Haram in Camerum, tra i fondatori del movimento ecclesiale “Beati i costruttori di pace”, morto prematuramente nell’agosto 2018 – come documentato da Vita), Don Pino Arcaro (giá responsabile internazionale del Prado a Lione), Mons. Egidio Bisol (asistente dell’Agesci e ora vescovo in Brasile sulle orme di Dom Helder Camara, simbolo della Chiesa dei Poveri e della teologia della liberazione), Mons. Pierantonio Pavanello, attuale vescovo di Rovigo.

Giancarlo Acerbi dopo aver pareggiato 15 giorni fa, con il 45% dei voti del primo turno, ha dichiarato: «Grazie a tutti i 6.536 valdagnesi che ci hanno votato. Sono davvero orgoglioso di tutti voi, grazie della fiducia e della vostra stima! Il nostro messaggio è sempre più forte: ora più che mai a Valdagno contano solo le persone. Il 9 giugno è importantissimo tornare a votare, per la nostra Valdagno. Il momento è decisivo. Porteremo in Comune tanti amministratori nuovi, giovani e preparati. Perché insieme possiamo migliorare la nostra città, abbiamo le capacità e i progetti per farlo. Contano le persone, contate voi!», conclude Acerbi.


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