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Decreto sicurezza bis: «Habemus decretum. Habemus umanità?»

Così il CIAI esprime la sua preoccupazione per l'approvazione del decreto sicurezza bis: restano «norme che mirano a scoraggiare il soccorso e si pongono in contrasto con l’obbligo di condurre le persone salvate nel porto sicuro più vicino

di Redazione

«Habemus decretum. Habemus umanità?»: così CIAI commenta l’approvazione del “decreto sicurezza bis”. «Per chi come noi di CIAI da più di 50 anni lavora per diffondere una cultura dell’accoglienza, per chi vede ogni bambino come un figlio e sapendolo solo in mare riempirebbe il Mediterraneo di navi, il messaggio che accompagna il decreto, questa continua criminalizzazione della solidarietà è preoccupante», dice Paola Crestani, Presidente CIAI.

CIAI riconosce che «dopo la lettera dell’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani, che aveva espresso grave preoccupazione sulla prima bozza del decreto, e certo grazie al Presidente Mattarella che si riconferma sempre come il massimo garante della Costituzione, anche il Governo ha votato una versione alleggerita del decreto». Restano però «norme che mirano a scoraggiare il soccorso e si pongono in contrasto con l’obbligo di condurre le persone salvate nel porto sicuro più vicino. Ora il Ministero dell’Interno avrà la competenza, pur non esclusiva, per potere considerare ogni nave non militare, che ha salvato vite umane, come “non inoffensiva”, e impedirle l’ingresso in acque territoriali». Leggi qui la presa di posizione dell'Unhcr.

Per questo CIAI, come molte altre organizzazioni, «lavora e continuerà a lavorare con maggiore energia in favore della diffusione della cultura dell’accoglienza e per la valorizzazione delle differenze che arricchiscono il nostro Paese».