I gesuiti: «I cattolici? Più che votare Salvini si astengono. Occorre una scuola di formazione»
di
Francesco Occhetta
14GiugnoGiu2019151714 giugno 2019
Pubblichiamo il passaggio finale dell'intervento di Francesco Occhetta in uscita sull'ultimo numero de La Civiltà Cattolica: «Alla Lega è andato il 34,3% delle preferenze cattoliche, ma il 46% non è andato a votare. In questo nuovo scenario, alla Chiesa spetta un compito urgente: investire in formazione e partecipazione, aiutare a ritrovare le radici culturali del sogno europeo degasperiano, sostenere chi si impegna, ricostruire un’area culturale moderata»
...
...
Pubblichiamo il passaggio finale dell'intervento di Francesco Occhetta in uscita sull'ultimo numero de La Civiltà Cattolica: «Alla Lega è andato il 34,3% delle preferenze cattoliche, ma il 46% non è andato a votare. In questo nuovo scenario, alla Chiesa spetta un compito urgente: investire in formazione e partecipazione, aiutare a ritrovare le radici culturali del sogno europeo degasperiano, sostenere chi si impegna, ricostruire un’area culturale moderata»
Terminata la campagna elettorale, dobbiamo guardare tutti verso l’unica meta: restituire alle parole e ai gesti il loro significato democratico, ridare all’Italia il prestigio internazionale che ha perso.
Anche il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, il 29 maggio scorso ha affermato che «a usare i simboli religiosi per manifestazioni di parte, come sono i partiti, c’è il rischio di abusare di questi simboli». Ha poi ricordato la necessità, da parte di tutti, di ritornare a dialogare: «Si deve dialogare anche con Matteo Salvini, dialoghiamo con tutti». Un ethos di popolo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha perso occasione di sottolineare: «I valori della Costituzione sono quelli che tengono insieme il nostro Paese, ciò che lo tiene unito».
C’è infine un dato da non sottovalutare: gli elettori cattolici che si sono recati alle urne e hanno dichiarato di partecipare alla Messa domenicale e frequentano funzioni religiose hanno votato Lega (34,3%), Pd (22,7%), M5S (17,1%), FI (8,8%), FdI (6,5%), altri partiti (10,6%)[1]. I cattolici che invece non sono andati a votare sono il 46% dei praticanti, un dato che più di ogni altro esprime disaffezione e disorientamento verso la politica[2].
In questo nuovo scenario, alla Chiesa spetta un compito urgente: investire in formazione e partecipazione, aiutare a ritrovare le radici culturali del sogno europeo degasperiano, sostenere chi si impegna, ricostruire un’area culturale moderata, favorire cabine di regia per europeizzare i temi politici nazionali, perché siano ispirati alla dottrina sociale della Chiesa.
Solo ritrovando le radici culturali dello stare insieme, le differenze diventano un valore e non un pericolo. Lo aveva detto Karl Adenauer alla nascita dell’Europa: «L’unità dell’Europa era un sogno di pochi. È stata una speranza per molti. Oggi è una necessità per tutti».