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Riforma dello Sport, Csi: «Ci vorrebbero meno comunicati stampa e più azioni»

«La riforma dello Sport che stiamo portando avanti ha l’obiettivo di restituire centralità alla pratica dell’attività sportiva nelle scuole». Così recita la nota deputato del MoVimento 5 Stelle Luigi Gallo, Capogruppo della Commissione Cultura alla Camera, dove giovedì prossimo approderà il testo. Ma il presidente del Centro Sportivo Italiano replica: «sarebbe bello se andasse in porto»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Francamente non ho letto nulla a riguardo. Stiamo andando avanti a colpi di comunicati stampa. Se andassimo avanti a colpi di azioni concrete sarebbe molto meglio».

Così Vittorio Bosio, presidente del Centro Sportivo Italiano, accoglie la notizia della nota con cui il deputato del MoVimento 5 Stelle, Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura alla Camera, ha annunciato che «con l’articolo 2 della legge delega sulle disposizioni in materia di ordinamento sportivo prevediamo che ogni istituzione scolastica possa costituire centri sportivi scolastici, senza fine di lucro a cui possono far parte il dirigente scolastico, i docenti, il personale amministrativo, nonché gli studenti che frequentano la scuola».

«Sia chiaro», continua Bosio, «condivido completamente l'idea del gruppo sportivo scolastico che è una cosa che ho proposto venti anni fa. Poi però ci sono problemi legati alle risorse e all'applicazione».

Bosio sa quanto sarebbe importante un provvedimento del genere. «Mi è capitato spessissimo di non riuscire ad organizzare il torneo di calcio scolastico perché le professoresse di educazione fisica chiariva che sarebbe venuta a fare l'assistente nel momento in cui le fossero stati pagati gli straordinari. Siccome l'assistente serve perché la scuola non fa uscire i ragazzi senza insegnanti, sistematicamente saltava tutto. In quelle scuole private con cui collaboriamo che hanno il gruppo sposrtivo scolastico facciamo cose bellissime. Quindi è ovvio che auspichiamo che anche la scuola pubblica abbia questa possibilità».

Il problema però rimane un altro: «Con chi si stanno rapportando? Non con noi, che non abbiamo mai avuto rapporti con nessuno. E dubito che li abbiano avuti con altri. Ci troviamo a parlare sempre più spesso di boutade. Progetti e proposte di cui non si conoscono i confini e i particolari e non si sa se vedranno mai la luce».


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