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Squillaci (Fict): «Dipendenze, per troppo tempo un pezzo di sanità dimenticata»

L’intervento del presidente Fict in occasione del convegno “Il futuro del sistema dei servizi a 30 anni dal Dpr 309/90” che si è tenuto alla Camera per la XXII giornata mondiale di lotta alla droga, in cui ha ribadito la necessità di «un’azione urgente e unitaria nel settore delle dipendenze da sostanze e da alcol perché, purtroppo, i “boschetti della droga” sono dietro l'angolo e in ogni città»

di Redazione

Luciano Squillaci, presidente Fict, in occasione del Convegno “Il futuro del sistema dei servizi a 30 anni dal Dpr 309/90”, svoltosi giovedì 20 giugno la Camera dei deputati, afferma: «Nel ringraziare l’onorevole Maria Teresa Bellucci e Fratelli d’Italia per aver organizzato questo momento di confronto con i rappresentanti delle Comunità e dei SerD su una normativa ferma a 30 anni fa e sulla situazione di sofferenza che i servizi per le dipendenze patologiche vivono, intendiamo ribadire come sia necessaria un’azione urgente e unitaria nel settore delle dipendenze da sostanze e da alcol perché, purtroppo, i “boschetti della droga” sono dietro l'angolo e in ogni città. Un fenomeno che purtroppo riguarda sempre più persone e sempre più giovani».

«È da tempo – dice Squillaci – che chiediamo attenzione e un piano educativo integrato, continuativo e con finanziamenti stabili che coinvolga tutte le agenzie del territorio. Ed invece, i progetti e le azioni di sostegno e di carattere educativo nelle scuole a favore dei giovani diminuiscono. Dall’Osservatorio dei Centri Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche) che conta bel oltre 600 servizi dislocati su tutto il territorio – continua – nell’ultimo anno abbiamo avuto un calo del 26% di interventi territoriali tesi all’educazione e alla prevenzione di comportamenti devianti, soprattutto, a causa di un progressivo disinvestimento in progetti nelle scuole. Nel frattempo, rileviamo un abbassamento della percezione dell’uso di sostanze come comportamento a rischio».

Il presidente Fict continua: «Negli interventi educativi e di prevenzione gli operatori delle Comunità sembrano essere pionieri alla ricerca dell'oro, ovvero di risorse, quando ce ne sono. In Italia, nella prevenzione c'è una situazione a macchia di leopardo come nel sistema di cura e di trattamento mentre dovremmo avere interventi diffusi a macchia d’olio. In sintesi, la penuria di progettualità politica, di investimenti sulla prevenzione e sulla cura sta rischiando di farci diventare inefficaci nel sistema educativo dei giovani. Una società che non si prende cura dei propri figli, è destinata a spegnersi».

Sul sistema dei servizi e sull'utenza in trattamento, il presidente Fict dice: «In Italia, 460mila persone hanno bisogno di trattamento terapeutico per una dipendenza, ma solo 140mila vengono intercettati dai servizi, ovvero una persona su 3. E di questi 120mila usano eroina come sostanza primaria. Parliamo di servizi in generale, perché poi in particolare agli enti del privato sociale, almeno per le vie canoniche, arriva solo il 10% dell’utenza. Il sistema ufficiale, oggi, riesce a rispondere solo alle dipendenze classiche, accogliendo una parte minoritaria del fenomeno, mentre gli ultimi dati riportati dalla relazione europea sulle droghe 2019 (Emcdda) ci dicono che tra i giovani oltre al ritorno dell'eroina ci sono le cosiddette nuove droghe (Nps) e un aumento, in Italia, dell’uso di crack e di cocaina. Per la cura delle persone non può valere la logica del massimo risparmio: è indispensabile superare le attuali differenziazioni regionali in termini di risorse di budget per non creare squilibri, trattamenti diversi e ingiustizie».

«Droga, alcol, azzardopatia, le nuove droghe, il cyber bullismo e le nuove cosiddette “solitudini virtuali” sono al centro del nostro agire. Per questo è fondamentale –continua il presidente Fict – avere un sistema di cura e riabilitazione, garantito su tutto il territorio nazionale, centrato sulla persona e non sulla sostanza, capace di rispondere ai bisogni mutevoli del fenomeno, fondato sul diritto di scelta del cittadino-utente e sulla pari dignità tra il pubblico ed il privato sociale».

«Chiediamo, quindi di rivedere la normativa sulle dipendenze patologiche che andava bene nel 1990. I servizi rischiano di perdere i pezzi e di “non avere un futuro” senza risorse adeguate per la prevenzione, la sperimentazione e la ricerca e le politiche per il reinserimento lavorativo.
La re-istituzione del Fondo Nazionale per la lotta alla droga, introdotto dalla 45/99 e poi confluito, o meglio sparito, nel fondo indistinto per le politiche sociali, – aggiunge Squillaci – è ormai divenuto elemento imprescindibile per garantire percorsi educativi strutturati e non interventi spot. Su questo punto insieme alle altre Reti nazionali proponiamo, ad esempio, per finanziare il fondo, l’utilizzo del 30% delle risorse che ogni anno vengono confiscate alla criminalità organizzata. Il ministro Fontana, in questi giorni, ha annunciato i bandi dedicati al finanziamento di progetti per il recupero, il reinserimento sociale e lavorativo delle persone tossicodipendenti, accogliamo positivamente questo segnale ma ancora non è sufficiente»

Il presidente Fict ha concluso: «A maggio di quest’anno i ministri Salvini e Fontana, durante un incontro con le Comunità Terapeutiche, hanno espresso la volontà di riavviare il percorso verso la Conferenza Nazionale sulle droghe, attesa da oltre 10 anni. Soprattutto, avevano esplicitato il proposito di rinnovare l’incontro con le Comunità nel mese di giugno. Bene, siamo in attesa di questa seconda convocazione»

In apertura immagine da Pixabay


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