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Diversità di genere e imprenditorialità migrante di scena al Social Enterprise Open Camp

Il 67% degli italiani percepisce l’immigrazione come principale minaccia al Paese, ma le storie di speakers e imprenditori sociali provenienti da tutto il mondo e accolti dalla tre giorni testimoniano che accogliere vuol dire creare nuove opportunità per tutti

di Redazione

Con la seconda giornata a Salerno si è entrati nel vivo del Social Enterprise Open Camp, l’evento internazionale con focus centrale sull’imprenditoria sociale in cui convergono temi come quello del potenziale femminile, della tecnologia e dell’accesso al capitale per disegnare le imprese sociali del futuro.

Tantissime le testimonianze di speakers e imprenditori sociali provenienti da tutto il mondo, che hanno raccontato la propria storia agli oltre 250 partecipanti composti da imprenditori e imprenditrici di impatto, aspiranti innovatori, giovani talenti, associazioni, operatori della cooperazione internazionale, investitori, rappresentanti di istituzioni, università, accademie.

Chris Richmond, classe ’85 e originario della Costa d’Avorio, ha raccontato di come dopo aver svolto il ruolo di analista strategico d’intelligence presso Frontex ha deciso nel 2017 di fondare Mygrants – di cui oggi è CEO – la prima app per accompagnare l’integrazione dei migranti ed individuarne i talenti. Secondo Richmond, in un momento storico in cui il 16% della popolazione mondiale sarebbe disposta a lasciare il proprio Paese di origine, il dibattito internazionale non dovrebbe focalizzarsi sulla differenza tra rifugiati e immigrati economici, ma essere più fertile: «La sfida oggi è enorme: riconoscere che non è possibile che tra gli immigrati non ci sia del potenziale, del talento. C’è un dato interessante che riguarda ciò che gli immigrati sono in grado di generare, basta guardarsi intorno: il 50% delle imprese sono gestite o create da immigrati», ha affermato.

A chiudere un’intensa giornata di workshop, sessioni plenarie e lavori di gruppo, il panel Talent is eveywhere: gender diversity & migrant entrepreneurship, moderato da Mirco Tricoli, di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

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Marie Therese Mukaminitsindo, partita dal Ruanda nel 1994, mentre il paese era piombato nel caos per la guerra, è arrivata in Italia nel 1996 e ha fondato nel 2001 la cooperativa Karibù, che opera nel settore dell’accoglienza, integrazione, assistenza, e che ha dato lavoro a 159 persone (assistenti sociali, psicologi, mediatori culturali), di cui 147 italiani. “Accogliere vuol dire dare l’opportunità di mettersi in gioco”, ha affermato Marie Therese, e i numeri raggiunti dalla Karibù lo hanno dimostrato.

Hamed Ahmadi con Orient Experience e Delisia Essono, CEO di Blackalicious Afrofood invece, hanno raccontato di come nelle loro imprese il cibo dei luoghi di provenienza non sia stato soltanto un modo per portare nel mondo la cucina e le tradizioni del proprio Paese ma anche una forma di imprenditoria e opportunità di crescita sociale.

«Il cibo può essere un martello che può rompere qualsiasi tipo di muro», ha affermato Hamed Ahmadi.

Il Social Enterprise Open Camp prosegue oggi con il panel Your Blueprint di Vesna Lucca, Founder di Corporate Unplugged; a seguire focus sulla Leadership Femminile moderato da Patrizia Canova di Fondazione Opes-Lcef e Maurizio Macera di Enel con la testimonianza di chi si sta impegnando a rigenerare i territori in Italia. Nel pomeriggio, a seguito dei workshops, si terranno gli Elevator Pitches dei 6 workshop teams introdotti da Patrick Landi di Fondazione Opes-Lcef e Valentina Primo, fondatrice e CEO di Startups Without Borders.

L’evento, promosso da Fondazione Opes-Lcef (un’organizzazione che ha sede a Milano e investe in imprese sociali) e da CGM (Consorzio Gino Mattarelli, la più articolata rete organizzata di cooperative e imprese sociali presente in Italia), si concluderà domani nella splendida chiesa di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli, con una sessione dedicata a narrazioni e testimonianze delle imprese sociali del territorio campano preceduta dalla testimonianza di Gerry Higgins fondatore e CEO di Social Enterprise World Forum CiC.