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Cooperazione & Relazioni internazionali

«Le scelte della Sea Watch 3? Le uniche ragionevoli e coerenti»

A parlare è il deputato radicale di +Europa, Riccardo Magi che da ieri pomeriggio alle 16 è a bordo della nave ong a largo di Lampedusa. «Non si poteva andare in Olanda, a Malta o a Tunisi, come afferma qualcuno, le persone a bordo stanno male e l'onere della soluzione è dell'Italia e dell'Europa»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Sono appena arrivato a Lampedusa per seguire da vicino, come parlamentare, l'evolversi della situazione e testimoniare vicinanza alle vittime di quella che è ormai una farsa di Stato disumana e sadica». Così Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa ha annunciato il suo imbarco sulla Sea Watch 3 appena la nave è entrata in acque territoriali italiane. «La scelta del capitano Carola Racketeè l'unico esito coerente con il senso di umanità e con le norme internazionali e nazionali sul salvataggio della vita in mare. Con il tempo ciò emergerà con chiarezza». L'intervista


Qual è la situazione a bordo?
È una situazione già vista e conosciuta in altre situazioni. Qui però siamo d'estate con temperature elevatissime e con il sole a picco. I migranti sono sul ponte protetti delle tendine. Sono disperati. Abbiamo ascoltato storie di persone che hanno attraversato mezza Africa vedendo amici e parenti morire nel deserto o a causa del conflitto Libico di cui non sapevano nulla. Questa situazione è un colpo di grazia anche psicologico e morale, perché a poche miglia dalla salvezza vengono rifiutati.

E invece dal punto di vista sanitario?
Stanotte è stata fatta l'evacuazione medica di un ragazzo per forti dolori addominali, sospetta ernia o peritonite. È andato via con lui anche il fratellino di 11 anni. Ci sono anche minori in questa situazione. Se non si sbloccano le cose assisteremo a continue evacuazioni di questo tipo

La vicenda ha spaccato l'opinione pubblica. Chi sostiene l'azione del Governo italiano pone alcune obiezioni. La prima è: perché questi 14 giorni di mare la comandante non li ha spesi per raggiungere l'Olanda di cui la nave batte bandiera?
In realtà il comandante si assume la responsabilità di prendere decisioni che ragionevolmente consentano in tempi più rapidi possibili di concludere le operazioni di salvataggio. Queste operazioni si concludono con uno sbarco in un porto sicuro. Cioè un posto dove queste persone non debbano temere per i propri diritti umani fondamentali.

Perché non ha pensato di andare verso Malta o Tunisi?
Tunisi è stata scartata perché non è, stando alla legge italiana e al diritto internazionale, considerabile porto sicuro, lì gli immigrati non possono chiedere protezione internazionale. Malta, che accoglie già assai più migranti dell'Italia in proporzione alla popolazione, perché Lampedusa era più vicina. Sono scelte che attengono alle condizioni del mare e del meteo. Ma c'è un altro fattore che va considerato…

Quale?
In mancanza di coordinamento Sar, e cioè che il salvataggio non avvenga su richiesta delle autorità, a dover decidere sono il capitano della nave in coordinamento con il Paese di bandiera, cioè l'Olanda e il Paese più vicino, cioè all'Italia. Come è già capitato sono i Paesi a non dare soluzione al problema.

Uno stallo che dice molto dell'immobilità Europea…
Non c'è dubbio. E da parte italiana si mette in mostra una condotto del Governo farsesca. Se consideriamo che in questi stessi giorni sono sbarcate a Lampedusa oltre 200 persone che sono arrivati o salvati dalla guardia costiera o con barchini di fortuna. Il problema è evidentemente il fatto che l'operazione di salvataggio l'ha fatta una ong e il Ministro dell'Interno sta portando avanti una crociata contro le ong. Sicuramente è vero che l'Europa sta naufragando, intesa come entità politica in grado di prendere decisioni sui grandi temi.

Alcuni Paesi europei però si sono detti pronti a spartirsi queste 40 persone…
È una disponibilità informale. Salvini pretende che sia formale, scritta e firmata. Perché vuole creare un precedente. I Paesi europei non voglio cedere al ricatto.

Perché Salvini vuole combattere questa battaglia sui questi migranti e non su altri che arrivano in altro modo?
Come dicevo perché sono a bordo di una nave gestita da una ong.

Certo ma le navi delle ong sono solamente due, hanno operato quattro sbarchi in tutto l'anno…
Assolutamente, il Mediterraneo è stato debellato della presenza delle organizzazioni. Senza contare che si è così dimostrato che le ong non era affatto un pool factor, un fattore attrattivo per i migranti. Credo che il punto sia concentrare l'attenzione su queste 40 persone per coprire l'arrivo massiccio di migranti con mezzi di fortuna o attraverso la rotta balcanica che si è riaperta in modo consistente.

La scelta della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per molti ha significato che non c'erano i rischi che afferma il capitano della nave. Lei cosa ne pensa?
È stata certamente una scelta pilatesca, nel senso che la Corte da un lato ha deciso di non intervenire imponendo all'Italia delle scelte ma comunque auspicando che il Governo italiano si prodighi per aiutare le persone a bordo. In ogni caso la scelta della corte si motiva con il fatto che non è stato ravvisato come non sussistessero «casi eccezionali in cui i richiedenti sarebbero esposti a un vero e proprio rischio di danni irreparabili». Per danni irreparabili si intende rischio della vita. Non rischiare la vita però non è sinonimo di benessere.

Questa è la prima attuazione del Decreto Sicurezza Bis. Cosa dimostra questo caso?
Quanto quella norma non funzioni e non abbia senso. Una legge che dà la prerogativa al Ministro degli Interni di vietare l'ingresso delle navi nelle acque territoriali “al concretizzarsi del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina”. Ma i reati in Italia li ipotizza e accerta la magistratura non un Ministro. Nel momento in cui il comandante disobbedisce alla diffida dell'Italia ed entra nelle acque territoriale dovrebbero fargli una multa ma fare sbarcare le persone. Perché il decreto sicurezza bis agisce a livello amministrativo ma non modifica il diritto internazionale.


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