Cooperazione & Relazioni internazionali

E se Carola fosse stata un uomo?

La comandante della nave ha portato in salvo 42 persone. E tra le tante offese che riempiono il web e quelle ricevute una volta arrivata a Lampedusa, una è inaccettabile: “devi essere stuprata”. «Sessismo e razzismo», spiega la scrittrice Lea Melandri, «hanno la stessa matrice. Le donne vengono ancora viste come corpo da violare, catturare, sessualità incarnata dell’uomo, lo straniero, soprattutto se di pelle nera»

di Anna Spena

Sabato 29 giugno, dopo 17 giorni di attesa, Carola Rackete entra con la Sea Watch 3, senza autorizzazione, nel porto di Lampedusa. Dopo l'attracco in porto è stata poi arrestata dalla guardia di finanza. Qual è la sua colpa? Aver salvato 42 vite? Sono stati tanti i messaggi di solidarietà per la capitana, ma non sono mancate neanche le offese. Che in questo caso, come spesso succede quando a sfidare i “maschi alfa” del caso c’è una donna vanno ben oltre la manifestazione di dissenso inappropriato.

La Lega di Lampedusa ha pubblicato un video sulla sua propria pagina Facebook in cui è possibile sentire gli insulti sia alla 31enne tedesca sia ai migranti sbarcati. Primo tra tutti, quello che non possimao accettare è “devi essere stuprata, stuprata dai negri che hai salvato".

Perché con così tanta facilità si augura ad una donna di essere stuprata? «Innanzitutto», spiega la femminista, studiosa e scrittrice Lea Melandri, «tutti gli stupri sessisti sono sempre rivolti alle donne. Il sessismo, infatti, è a prima delle violenze. Se Carola Rackete fosse stata un uomo nessuno le avrebbe augurato di essere stuprata».

Ma gli insulti a Carola allo sbarco sul molo di Lampedusa «sono un esempio lampante di ciò che già sapevamo: sessismo e razzismo hanno la stessa matrice», dice Melandri. «Le donne sono corpo da violare, catturare, sessualità incarnata dell’uomo, lo straniero, soprattutto se di pelle nera, è istintualità animale, stupratore, predatore, una minaccia per le “nostre” donne. Uno scenario perfetto di quanto l’odio per il “diverso” –sesso, razza, – e per chi vorrebbe una comunità umana solidale e giusta, sia oggi al centro della demagogia populista, nel nostro come in altri Paesi». Lo stupro inoltre «rientra in quelle logiche di guerra dove – come in questo caso – è in atto una contrasto forte, una sfida politica importante: Carola ha sostenuto e sta sostenendo i diritti umani, difende il fatto che non si può criminalizzare la solidarietà».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA