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Diritto al cibo. Ancora 821 mln nel morso della fame

Presentato il secondo Rapporto Gcap - Coalizione italiana lotta contro la povertà sull'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Nei suoi sei capitoli pone l’attenzione sulla necessità della coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile a partire dagli stessi sistemi alimentari

di Antonietta Nembri

Presentato a Roma il 2° Rapporto di Gcap – Global Call to Action Against Poverty, la Coalizione italiana lotta contro la povertà, “Diritto al cibo. Lo sviluppo sostenibile a partire dai sistemi alimentari” che, suddiviso in sei capitoli (redatti da diversi rappresentanti della stessa Gcap Italia, preceduti dalla sintesi e dalle raccomandazioni di Andrea Stocchiero, Engim Internazionale e Focsiv) pone l'attenzione sul tema della coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile.

Sono 821 milioni le persone, secondo il Rapporto Fao Sofi 2018, strette nella morsa della fame, senza un sufficiente accesso economico e fisico a un’alimentazione adeguata, la maggior parte dei quali vive in ambito rurale, dove il legame tra insicurezza alimentare e povertà rivela il suo nesso più profondo.
Un dato in continua crescita dal 2014 che ci riporta indietro di dieci anni, a fronte del quale si assiste ad un nuovo paradosso: aumenta il numero degli obesi e delle persone in sovrappeso, anche negli stessi Paesi dove sono alti i tassi di insicurezza alimentare – Africa, Asia, America Latina – oltre che in Europa e Nord America. Per rispondere a questa vera e propria emergenza la chiave di lettura che deve essere adottata è quella dei diritti.

«È necessario un approccio non fondato esclusivamente sullo sradicamento della povertà, ma focalizzato anche sulla lotta contro le disuguaglianze e ogni forma di discriminazione, partendo dal presupposto che in quanto esseri umani siamo depositari di diritti universali e inalienabili», ha sottolineato Stefania Burbo, co-portavoce di Gcap Italia,

Il dramma della fame, secondo il Rapporto Gcap, si interseca con diverse questioni sociali, economiche, politiche e ambientali: la povertà e le disuguaglianze, modelli produttivi e di consumo iniqui che minacciano la salute, politiche a danno dei contadini e delle persone più svantaggiate e vulnerabili. La fame non è un accidente casuale, ma un prodotto di un sistema che non funziona.

«Si possono costruire politiche coerenti e sostenibili solo se si sviluppa un dialogo profondo tra decisori e attori sociali proprio nel momento in cui le politiche sono pensate e impostate. Ed è necessario che in tale dialogo trovi un posto centrale la tutela dei diritti, in particolare delle persone più vulnerabili, la cui voce fatica ad essere ascoltata nelle sempre più popolari consultazioni “multistakeholders”», ha dichiarato Massimo Pallottino, co-portavoce di Gcap Italia.

L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un'occasione per imprimere un vero cambiamento anche nel garantire il diritto al cibo, ma è necessario andare oltre i vincoli imposti dai singoli obiettivi e superare la divisione tra dimensione interna ed esterna delle politiche. L'Agenda 2030 è efficace se rimane un'agenda universale e pienamente integrata.

Gcap saluta con favore la costituzione della cabina di regia “Benessere Italia” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la creazione del Forum per lo Sviluppo Sostenibile; chiede però che si costruiscano luoghi di dialogo efficace con i decisori, fondati sul principio del rispetto dei diritti umani e dell'ecosistema, dove va garantito riconoscimento e sostegno della voce degli attori sociali più deboli e marginali.

Questi i titoli dei sei capitoli del rapporto:

  1. Il diritto al cibo: un diritto in evoluzione che continua ad essere il più violato nel mondo
  2. Il diritto al cibo e alla salute: interconnessioni, criticità e opportunità per superare le disuguaglianze
  3. Commercio e agricoltura:priorità da ristabilire
  4. Finanza e cibo: cambiare rotta
  5. Sistemi alimentari e migrazioni: per uno sviluppo rurale equo e sostenibile dall'Africa all'Europa
  6. La questione della governance/democrazia dei sistemi alimentari per una coerenza delle politiche: una prospettiva locale e globale.

In particolare, il quinto capitolo – dedicato al rapporto tra sistemi alimentari e migrazioni – sottolinea come: “Commercio, finanza e investimenti fini a sé stessi provocano migrazioni forzate e sfruttano il lavoro dei migranti. Il fenomeno dell’accaparramento delle terre e il commercio sleale creano condizioni di insicurezza umana e di espulsione che spingono contadini e popolazioni indigene a lasciare le proprie terre. I giovani migrano verso la nostra agricoltura, dove trovano nuovo sfruttamento” e pone l’accento “su anelli della catena del valore e delle migrazioni che per essere veramente sostenibili devono essere profondamente trasformati con nuove regolazioni e dando maggior potere a contadini, comunità indigene e migranti”.

Il Rapporto è realizzato nell'ambito del progetto “Make Europe Sustainable for all” cofinanziato dall'Unione Europea e nell'ambito del progetto “Narrazioni positive della Cooperazione” cofinanziato da Aics – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

In apertura foto di Simon Steinberger da Pixabay


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