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Cooperazione & Relazioni internazionali

Carola Rackete aveva chiesto di approdare a Marsiglia, ma la Francia disse di no

In un'intervista rilasciata al Nouvel Observateur, dure accuse della capitana: «Avevamo contattato il porto di Marsiglia per sapere se potevamo attraccare. La richiesta è stata inoltrata al prefetto, fino al Presidente della Repubblica. Ma nessuno ci ha risposto». Dopo l'Aquarius nel 2018, un nuovo caso che sta suscitando polemiche in Francia: da che parte sta l'Europa?

di Marco Dotti

In mare da 15 giorni, davanti a una situazione di emergenza e di stallo, Carola Rackete aveva chiesto alla Francia la possibilità di attraccare a Marsiglia. Risposta? Il silenzio. Lo rivela la stessa Rackete in un'intervista esclusiva rilasciata a Tomas Statius e pubblicata sul quotidiano Le Nouvel Observateur (qui).

Non c'è solo l'Italia, dunque, sul tavolo degli imputati. Non trovando nessun porto europeo pronto ad accogliere l'imbarcazione, Rackete ha forzato l'ingresso nel porto di Lampedusa nella notte tra il 28 e il 29 giugno, Questo nonostante il divieto imposto dal governo italiano.

«Lo rifarei di nuovo», dichiara Rackete. Il capitano ribadisce di aver chiesto diverse autorizzazioni di attracco: Malta, Germania e Francia. Invano. Silenzio. «Avevamo contattato il porto di Marsiglia per sapere se potevamo attraccare. La richiesta è stata inoltrata al prefetto, fino al Presidente della Repubblica, mi è stato detto. Ma nessuna risposta è mai arrivata». Un silenzio che equivaleva a un no.

Ricordiamo che il 2 luglio scorso, la portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye, intervistata da BFM-TV, aveva affermato che il comportamento del vicepremier e ministro dell'Interno italiano «non è accettabile» e che l’Italia non è stata «all'altezza del compito». La replica di Matteo Salvini non si era fatta attendere.

Dure le considerazioni di Rackets sui governi europei: «hanno smesso di farsi carico delle nostre missioni, ma non basta: criminalizzano anche le ONG . La loro argomentazione è che noi incoraggiamo il traffico di esseri umani. Ma non è vero! Quando le navi di soccorso non ci sono più, non ci sono meno tentativi di attraversamento. Ci sono solo più morti».

Se le persone muoio in mare, spiega, «è per una decisione politica. L'UE non solo non le aiuta, ma sostiene la guardia costiera libica: è una tragedia».

Dei rifugiati presenti sulla Sea-Watch 3 dieci dovrebbero trovare accoglienza proprio in Francia. Ma non è la prima volta che un'imbarcazione umanitaria viene respinta era già successo con l'Acquarius, nel 2018. Marsiglia rispose con un rifiuto. Oggi, basta il silenzio.


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