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Perché strumentalizzare il SAD per rilanciare il tema della adozione alle coppie omosessuali?

«Il Sostegno a Distanza non c’entra nulla con le battaglie politiche per presunti diritti degli adulti e men che meno con l’adozione per le coppie omosessuali», afferma Marco Griffini

di Redazione

«Il Sostegno a Distanza non c’entra nulla con le battaglie politiche per presunti diritti degli adulti e men che meno con l’adozione per le coppie omosessuali. Non può essere strumentalizzato in questo modo»: così il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, commenta la campagna #ognicoppiapuò di ActionAid, che utilizza anche le immagini dei due vicepremier del Governo Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, per promuovere il sostegno a distanza. Nel contempo però la campagna vuole riportare l'attenzione sul tema più ampio delle adozioni da parte di coppie di qualsiasi genere. La ong chiede che «tutte le persone abbiano gli stessi diritti. Per questo sentiamo il bisogno di esprimere il nostro sostegno a quelle coppie e quei bambini che non possono ancora diventare una famiglia, secondo le leggi del nostro Paese. Crediamo che ogni persona o coppia di qualsiasi genere possa dare amore a un bambino e che ogni bambino meriti di riceverlo», afferma Raffaella Lebano, Vice Segretaria di ActionAid.

«Riteniamo che non sia etico – ha dichiarato il presidente di Ai.Bi. – strumentalizzare una forma di accoglienza pura e bellissima, come il Sostegno a Distanza, per altre finalità, come quella di rilanciare il tema della adozione alle coppie omosessuali. Il SAD non ha nulla a che fare con l'adozione, nazionale o internazionale. E comunque chi ha competenza nella materia delle misure di protezione dell’infanzia sa che il vero diritto di questi minori è di vivere non con una ‘coppia qualsiasi’, quello semmai è un capriccio degli adulti, ma con una mamma e papà, potendo così sviluppare relazioni positive tanto con la figura femminile quanto con quella maschile. Figure entrambe necessarie e complementari nello sviluppo armonico di un bambino che quasi sempre si porta dietro i traumi dell'abbandono materno e paterno. Siamo francamente rammaricati – ha aggiunto Griffini – di come le multinazionali della solidarietà utilizzino il SAD: da quando sono intervenute in Italia, che, ricordiamolo, è il paese che 50 anni fa ha inventato questa forma di solidarietà, hanno trasformato quello che era (e deve rimanere) una relazione di accoglienza fra un sostenitore e un ‘bambino lontano’ o una comunità in una mera raccolta fondi».