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Cooperazione & Relazioni internazionali

Naufragio nel Mediterraneo: dispersi oltre 100 migranti

Le prime informazioni indicano che oltre 100 persone, forse 150, potrebbero aver perso la vita mentre altre 140 sono state salvate e stanno ricevendo assistenza medica e umanitaria dai partner dell'Unhcr. Per il pastore Luca Maria Negro, presidente della #FCEI, quanto accaduto nel #Mediterraneo, con la denuncia di un altro drammatico naufragio, è “il prezzo della guerra alle #Ong e della latitanza europea”

di Redazione

«Tragiche notizie di un naufragio davanti alle coste di Al Khoms. Le prime informazioni indicano che oltre 100 persone potrebbero aver perso la vita mentre altre 140 sono state salvate e stanno ricevendo assistenza medica e umanitaria dai partner dell'Unhcr». Così il profilo twitter dell'Unhcr Libia informa di un naufragio avvenuto questa mattina. Poco dopo l'Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, aggiorna dal suo profilo twitter il bilancio delle vittime: «Un tragico naufragio è avvenuto nel Mediterraneo. Oltre 100 migranti risultano dispersi mentre 145 sono stati riportati sulle coste libiche».

"Se le stime fossero confermate, si tratterebbe della peggior tragedia di quest'anno nel Mediterraneo centrale – ha scritto su Twitter Charlie Yaxley, portavoce dell'Unhcr per il Mediterraneo – Un promemoria, se necessario, che deve esserci un cambiamento nell'approccio alla situazione mediterranea. È urgente la necessità di salvare vite in mare". Anche Filippo Grandi, commissario delle Nazioni unite per i rifugiati, parla di "peggiore tragedia in mare dall'inizio di quest'anno".

Il barcone era partito da Al Khoms, circa 120 chilometri a est di Tripoli. A bordo, secondo i primi racconti dei sopravvissuti, c'erano circa 300 persone, ma non è ancora chiaro se nel naufragio siano rimasti coinvolte due imbarcazioni o una sola. I superstiti sono stati soccorsi da un pescatore e poi restituiti alla guardia costiera.

Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) commenta così la notizia: “Come cristiani e come evangelici non possiamo tacere di fronte a quella che continua ad essere una strage, prevista e denunciata: le Ong, colpite da provvedimenti giudiziari e improvvisate norme giuridiche, hanno serie difficoltà operative; l’Europa non si impegna a varare alcun piano di ricerca e soccorso in mare. E intanto i migranti partono dalla Libia, paese sempre più insicuro e incapace di tutelare i diritti fondamentali dei profughi. In questo quadro – prosegue Negro – sentiamo come nostra vocazione quella di vigilare e di denunciare quello accade; ma anche quella di richiamare il governo italiano e le autorità europee a compiere il loro dovere istituzionale, che comprende il soccorso e la protezione a profughi e richiedenti asilo. Il salvataggio delle vite umane non ha un colore politico ma è un valore etico che non possiamo ignorare senza scoprirci immorali e disumani”.


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