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Lettera a Mattarella per difendere la presenza dell’Educatore Socio Pedagogico nei servizi socio-sanitari

Il comma 517 dell'ultima legge di Bilancio, legittima la presenza dell’Educatore Professionale Socio Pedagogico nei Servizi Socio Sanitari e della Salute. Ma una pioggia di ricorsi ora sembra metterlo a rischio. La Lettera degli Educatori al Presidente Mattarella

di Redazione

Le Associazioni Professionali di Categoria di pedagogisti ed eduacatori – APP, CONPED, UNIPED e del Gruppo Promotore dei M.I.L.L.E. – hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica in difesa del comma 517 della legge 145/2018, quello che legittima la presenza dell’ Educatore Professionale Socio Pedagogico nei Servizi Socio Sanitari e della Salute. Quel comma, dicono le Associazioni firmatarie, è messo in pericolo «da una grandinata di ricorsi al TAR».

«Chiediamo al Presidente della Repubblica Mattarella e al Presidente del Consiglio dei Ministri Conte la piena applicazione della Legge dello Stato affinché iniziative ordinistiche e di natura privata non prevalgano sulla tutela di interessi pubblici, in tema di salute ed educazione, i cui valori sono e restano di rilievo costituzionale», scrivono le Associazioni. «Migliaia di lavoratori che operano da anni nei Servizi Socio Sanitari e della Salute attendono una risposta decisa da parte delle Istituzioni affinché il loro operato venga salvaguardato senza deroga né ulteriori indugi e disagi per le famiglie e l’utenza». «Gli educatori tutti, provenienti dai differenti percorsi accademici nel loro operare nei Servizi Socio Sanitari e della Salute svolgono la professione fianco a fianco chiamandosi per nome e non si riconoscono in un acronimo».

In allegato la lettera inviata al Presidente Sergio Mattarella.

Foto Unsplash


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