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Nella mente di chi guarda: una mostra indaga il senso della memoria e della dignità

Quando l’arte racconta la persona, tra memoria, dignità e identità del quotidiano: il 13 settembre a Modena, nell’ambito del Festival Filosofia, inaugura un'importante collettiva che ha al centro i temi dell'incontro e della relazione

di Redazione

L’arte contemporanea che dialoga con l’arte del passato sul fil rouge della persona, traducendo in segni, colori, forme e spessori quello che le parole non sempre sono sufficienti a raccontare: l’umano, in tutte le sue innumerevoli sfaccettature.

Succede a Modena, dove il 13 settembre nell’ambito del Festival Filosofia quest’anno dedicato al tema della persona, inaugura la mostra Nella mente di chi guarda. Memoria, dignità e identità del quotidiano presso la Chiesa di San Giovanni Battista (Piazza Matteotti), visitabile tutti i weekend fino al 13 ottobre.

Con l’intento di fare risuonare la voce e lo sguardo degli artisti e, contemporaneamente, dei visitatori attraverso le opere esposte, questa mostra intende valorizzare l’arte come simbolo della responsabilità verso il prossimo, della tensione all’altro e dell’educazione alla diversità, forza motrice nel dialogo tra le persone.

In questa esposizione collettiva che riunisce artisti di rilevanza internazionale e artisti emergenti, ritroviamo una profonda indagine artistica e intellettuale sull’uomo, sulla persona che molto racconta della nostra società contemporanea, dell’antropologia odierna, nel senso sia estetico che etico del termine.

Grandi maestri dell’arte contemporanea tra cui Andrea Chiesi, Juan Eugenio Ochoa, Omar Galliani, Andreas Senoner, Sergio Padovani e Serena Zanardi si confronteranno con i maestri del passato tra cui lo scultore Guido Mazzoni con il Compianto sul Cristo morto e il maestro emiliano Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino con Mosè.

Al centro di questo confronto c’è il tema della difesa del debole dalle violenze culturali e quello dell’attenzione verso chi è dimenticato: gli altri come noi stessi. Attraverso linguaggi artistici diversi, l’umano viene raccontato tra storie religiose e di giornata, in cui l’evanescenza si contrappone alla materia, al pane quotidiano; il mimetismo dell’anonimia dialoga con la ricerca dell’identità; la profanazione del corpo attraverso lo smembramento artistico della rappresentazione interroga i nostri frammenti interiori.

L’arte che protegge, artisti che come baluardi culturali cercano di fare comprendere meglio con il loro lavoro certi fenomeni che accadono oggi all’insegna di una difesa dei valori, di un ritorno alla funzione antica dell’arte che è quella di manifestare un’idea e offrire visioni nelle quali trovare protezione.

La mostra è prodotta dall’Arcidiocesi di Modena – Nonantola e curata da Marco Maria Coltellacci, Laura Solieri e Alessandro Mescoli.

Qui è possibile consultare gli orari di apertura e l’elenco degli artisti coinvolti


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