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Il Premier Conte e l’impegno sugli asili nido: tema prioritario per lotta alle disuguaglianze

Al problema della scarsa copertura di asili nido, soprattutto nelle aree meridionali ed insulari del nostro Paese, si aggiunge quello della estrema variabilità delle tariffe. Come emerge dall’indagine di Cittadinanzattiva “Servizi in Comune” di ottobre 2018, la tariffa media mensile sostenuta da una famiglia con un bimbo al nido è stata nel 2018 di 300 euro

di Redazione

Al problema della scarsa copertura di asili nido, soprattutto nelle aree meridionali ed insulari del nostro Paese, si aggiunge quello della estrema variabilità delle tariffe. Come emerge dall’indagine di Cittadinanzattiva “Servizi in Comune” di ottobre 2018, la tariffa media mensile sostenuta da una famiglia con un bimbo al nido è stata nel 2018 di 300 euro, con una estrema variabilità fra le singole regioni e capoluoghi di provincia: si va dai 100€ al mese di Catanzaro ai 515€ di Lecco.

La Calabria è la regione più economica (160€), il Trentino Alto Adige la più costosa (472€). Il Sud, virtuoso sui costi, pecca però sulla disponibilità di posti negli asili nido e sulla carenza del servizio di ristorazione scolastica. La copertura dei nidi sulla potenziale utenza è solo dell’11,2%, rispetto alla media nazionale del 21,7%; in sette regioni del Sud e delle isole, più dei due terzi dei bambini non usufruisce del servizio mensa.

“Per questo esprimiamo grande soddisfazione per quanto affermato dal premier Conte che, nel suo discorso alla Camera, ha oggi annunciato l’impegno ad azzerare le tariffe dei nidi per le famiglie a reddito medio-basso, a partire dal 2020, e ad ampliare l’offerta dei posti disponibili, a partire dal Mezzogiorno", afferma Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.

Allo stesso tempo, spiega Gaudioso, "ci auguriamo che si avviino le procedure per la costruzione dei poli dell’infanzia 0-6 anni, previsti dal 2017 in tutte le Regioni, che allo stato attuale risultano al palo nella gran parte del Paese. Altrettanta centralità sia riconosciuto al servizio di ristorazione scolastica, per il quale ad oggi le famiglie italiane pagano in media 82 euro al mese, con tariffe molto diversificate a seconda dei territori.

Ci sembrano alcune delle condizioni preliminari per la lotta alle disuguaglianze e contro la povertà educativa ed economica dei più piccoli e delle loro famiglie, che il nuovo Governo si è impegnato a mettere al centro della legislatura”.