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Politica & Istituzioni

Lisa Noja: «Bene la svolta del Governo sulla disabilità»

Finalmente archiviata la breve e triste stagione del ministero della disabilità. Bene che le deleghe restino in capo alla Presidenza del Consiglio perché così si riconosce la trasversalità delle politiche per le persone disabili. Bene anche la proposta di Codice per la disabilità a patto che...

di Riccardo Bonacina

Lisa Noja, deputata del Partito democratico, 45 anni, avvocatessa milanese esperta di antitrust, affetta fin da bambina da atrofia muscolare spinale, prima firmataria di un disegno di legge sull’assegno personale di cura per le persone disabili (leggere qui) saluta con soddisfazione gli impegni assunti in Parlamento dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte a proposito di disabilità.

«Un primo importante segno lo avevamo avuto già nelle consultazioni quando Giuseppe Conte aveva ricevuto una delegazione in rappresentanza del mondo della disabilità, 7 associazioni nazionali riunite nella Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), la Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap) e Special Olympics (che riunisce gli atleti paralimpici) che avevano consegnato a Conte un documento di proposte per affrontare le criticità in tema di inclusione sociale e di promozione dei diritti. Aver considerato questo mondo che conta circa 4milioni e 360mila persone disabili, che insieme alle loro famiglie raggiungono la cifra di 12 milioni residenti nel nostro Paese, esattamente allo stesso livello delle parti sociali, dei sindacati e infine dei partiti era già stato un segnale assai importante».

Poi sono arrivati gli impegni in Parlamento. Primo fra tutti quello di tenere la delega sulla disabilità in capo alla Presidenza del Consiglio.

Sono felicissima che si archivi, con questa scelta, del resto chiesta da tutte le associazioni, la breve e infelice stagione del Ministero della Disabilità abolendo anche il binomio Famiglia-disabilità che era sbagliatissimo. La disabilità è innanzitutto un problema delle persone con disabilità e solo di conseguenza della famiglia. L’impostazione del precedente governo aboliva, o perlomeno non considerava, la soggettività delle persone con disabilità. Il soggetto a cui rivolgere l’attenzione è la persona con disabilità e di conseguenza, poi, i caregivesr. Infine, con questa scelta si riconosce che c’è un tema di trasversalità che riguarda tutti ministeri, sanità, lavoro, scuola, eccetera. Riportare questi temi in seno alla presidenza del Consiglio dà l’opportunità di dare una forza trasversale e cogente e rendere così immediatamente operativa la volontà politica.

Dal Presidente del Consiglio anche la promessa di un Codice della disabilità. La convince?

Sul Codice della disabilità promesso da Conte io spero due cose e da deputato della maggioranza mi spenderò per questi due obiettivi.

Il primo, il Codice non deve essere solo un testo unico, ovvero, prendiamo le normative esistenti e le riordiniamo, ma deve essere l’occasione per ripensare le definizioni e i criteri di intervento, deve essere l’occasione per uno sforzo di innovazione vero nelle politiche di sostegno alla disabilità e alla non autosufficienza. Per esempio, è urgente capire come promuovere politiche universali, ovvero che aboliscano le insopportabili differenze territoriali oggi presenti, ma selettive, nel senso che ogni intervento deve essere tarato sulle esigenze reali della persona e della sua disabilità. Questo significa che non basta il Codice unico ma occorrono le risorse, i fondi per il sostegno alle nuove politiche. Il precedente Governo ha avuto il merito di aumentare le risorse sul contrasto alla povertà, credo che ora sia tempo di occuparsi della disabilità e della non autosufficienza tenendo conto che in tutti i Paesi europei ci sono misure universali di sostegno alle persone con disabilità.

Il testo unico, ed è la seconda sottolineatura, non diventi la Babele su tutto, non deve contenere lo scibile umano, urbanistica, mobilità, ect quelli sono temi di tutti, altrimenti si fa un pasticcio, e si devono poi prevedere 200 decreti attuativi che è come dire che il Codice non atterrerà mai. A mio parere deve limitarsi al riordino e ridisegno delle misure di sostegno delle persone con disabilità nell’ambito socio sanitario.


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